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Asteroidi troppo vicini, il piano di Nasa, Esa e Asi per neutralizzarli

Le agenzie spaziali partecipano alla rete del programma Aida

Pubblicato:16-09-2019 10:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:42
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Gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra sono 878. Li ha censiti l’Agenzia spaziale europea, che, insieme alla Nasa e all’Agenzia spaziale italiana (Asi), lavora a un programma internazionale di difesa del pianeta da questi oggetti fatti di roccia e metalli che sfrecciano intorno a noi. Ne basterebbe anche solo uno piccolo per provocare gravi danni nei centri abitati. Come evitarlo, allora? Se ne è parlato a Roma dall’11 al 13 settembre, dove scienziati provenienti da tutto il mondo si sono riuniti per confrontarsi e presentare i risultati delle ricerche nell’ambito del programma Aida, ‘Asteroid impact and deflection assessment’. Non solo questo. L’idea è anche quella di rispondere ad altre domande, di carettere storico. Dai dinosauri in poi, che ruolo hanno avuto gli asteroidi nell’evoluzione del nostro pianeta? L’obiettivo primario è, comunque, quello della difesa.

L’Agenzia spaziale europea ha messo a punto la missione Hera, parte del programma di Space Safety, che ruota intorno alla possibilità di distruggere un asteroide potenzialmente pericoloso impattandoci contro. Ce ne ha parlato Paolo Martino, ingegnere capo della missione.


“È la prima missione di difesa planetaria che viene proposta agli Stati membri dell’Esa per il Consiglio dei ministri degli Stati europei di fine novembre. Vogliamo dimostrare, in collaborazione con la Nasa, per la prima volta una tecnica che si chiama ‘impattore cinetico’. In pratica cerchiamo di deviare un asteroide impattandoci contro a grandissima velocita’ con un oggetto artificiale”. In questo caso “l’oggetto artificiale è il satellite Dart della Nasa, già in costruzione e che verrà lanciato nel 2021. Impatterà contro l’asteroide Didymos a una velocità di 7 chilometri al secondo, modificandone l’orbita. La missione Hera dell’Esa è prevista con un lancio del 2024 per raggiungere il luogo dell’impatto di Dart e fare delle analisi in sito per poter avere abbastanza dati scientifici da verificare e possibilmente confermare che la tecnica è efficace e potrà essere utilizzata in futuro qualora ci fosse un vero pericolo per la Terra”.

Come abbiamo detto, il programma che guarda all’asteroide Didymos, è congiunto. Dart, acronimo di Double asteroid redirection test, è un proiettile di circa 300 chilogrammi di massa. Si tratta di una sonda che, a bordo, portera’ con se’ anche un nano-satellite cubesat dell’Asi chiamato LICIA-cube, che osservera’ l’impatto.

Didymos e’ un corpo binario: l’oggetto primario ha un diametro di circa 750 metri e un periodo di rotazione di 2,3 ore, mentre il secondario ruota attorno al primario a una distanza di circa 1,2 km in 12 ore.

La sonda Aim, realizzata dall’Esa, il cui costo previsto si aggira intorno ai 200 milioni di euro, raggiungera’ l’asteroide dopo un viaggio di circa un anno e mezzo, affiancandolo per studiarne composizione e traiettoria. Il lancio e’ previsto per il mese di ottobre 2020 a bordo di un vettore russo Soyuz-Fregat dalla base europea di Kourou, in Guyana francese. Dopo una manovra nello spazio profondo, Aim arrivera’ a Dydimos nel giugno del 2022, alcuni mesi prima dell’impatto di Dart.

Aim si affianchera’ all’asteroide per studiarlo mentre lo accompagnera’ nella sua orbita eliocentrica, nel frattempo effettuera’ una serie di osservazioni per creare un modello 3D ad alta risoluzione. Sara’ dotato anche di una telecamera termica a infrarossi e un radar ad alta frequenza per studiarne la superficie e il sottosuolo. Questa prima fase di caratterizzazione durera’ circa due mesi e sara’ condotta da una distanza tra i 10 e i 35 km. A quel punto la navicella Aim rilascera’ alcuni Cubesats e un modulo di atterraggio per ulteriori studi e per prelevare campioni da analizzare.

Insomma, le agenzie spaziali lavorano a ritmo serrato per disinnescare il rischio di impatto. Ma, grazie a queste osservazioni e a questi avvicinamenti, potrebbero anche raggiungere l’obiettivo di sfruttare i metalli degli asteroidi, in futuro.

Gli asteroidi, così come tutto ciò che riguarda lo Spazio, affascina anche a livello emotivo moltissime persone in tutto il mondo. Durante la settimana organizzata a Roma dall’Esa per questo motivo c’è stato anche il coinvolgimento dei videogamer: nella giornata finale è stata presentata la simulazione, ricca di pathos, di un asteroide in caduta su Roma. E’ un modo per avvicinare alla scienza tramite la divulgazione pop.

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