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ROMA – Lancio di bombe molotov, case e auto incendiate, colpi di arma da fuoco, in mezzo la morte di un ragazzo di 23 anni e un ferito grave. Questo è il bilancio dell’attacco di ieri al villaggio palestinese di Jit, nella Cisgiordania occupata, condotto da un gruppo di coloni israeliani. Un’attacco tutt’altro che isolato, un fenomeno che avviene ormai periodicamente, molto prima dall’infausto 7 ottobre scorso e dall’avvio degli attacchi alla Striscia di Gaza. Oggi la condanna delle Nazioni Unite, dallo stesso presidente israeliano Isaac Herzog e dall’alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell.
“L’uccisione di ieri a Jit non è un attacco isolato, bensì la conseguenza diretta della politica degli insediamenti di Israele in Cisgiordania” e, “più in generale, assistiamo alla completa impunità” di fronte a questo genere di attacchi: la denuncia arriva da Ravina Shamdasani, portavoce dell’Ufficio per i Diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr), all’indomani di un assalto condotto da coloni israeliani nel villaggio palestinese di Jit, a est di Qalqilya, nella Cisgiordania occupata.
BREAKING:
This is not Gaza.
This is the village of Jit in the occupied West Bank.
Armed Israeli settlers are on a rampage burning Palestinian homes and cars, and terrorizing Palestinian families in the middle of the night.
This is not self-defense. It’s terrorism. pic.twitter.com/08wuQMGPrH
— sarah (@sahouraxo) August 15, 2024
La notte scorsa, stando alle ricostruzioni fornite dai media internazionali e dagli organismi umanitari, decine di coloni hanno lanciato bombe molotov e usato armi da fuoco, dando alle fiamme case e automobili, e causando la morte di un ragazzo di 23 anni. Secondo il ministero della Salute palestinese con sede a Ramallah, si trattava di Mahmoud Abdel Qader Sadda. Un altro uomo ha riportato gravi ferite al petto sempre a causa dei colpi d’arma da fuoco esplosi dagli aggressori.
La stampa israeliana riferisce che a Jit il commando era formato da una cinquantina di coloni ma per i testimoni sarebbero stati almeno il doppio. Incongruenze emergono anche sul ruolo delle forze di sicurezza israeliane che, a detta dei residenti, sarebbero intervenute un’ora dopo la chiamata, mentre l’esercito sostiene di aver inviato uomini “nel giro di pochi minuti”. Aperta inoltre un’inchiesta. Finora, una persona è stata tratta in arresto.
Dura condanna è giunta dal presidente israeliano Isaac Herzog che ha definito l’assalto “un vero e proprio pogrom”. Su X l’alto rappresentante della politica estera europea Josep Borrell ha scritto: “Condanniamo gli attacchi dei coloni a Jit, volti a terrorizzare i civili palestinesi. Giorno dopo giorno, nella quasi totale impunità, i coloni israeliani alimentano la violenza nella Cisgiordania occupata, contribuendo a mettere a repentaglio ogni possibilità di pace. Il governo israeliano- ha aggiunto- deve porre fine immediatamente a queste azioni inaccettabili”. Quindi l’annuncio: “Confermo la mia intenzione di presentare una proposta di sanzioni dell’Ue contro i complici dei coloni violenti, tra cui alcuni membri del governo israeliano”, vale a dire i ministri Smotrich e Ben-Gvir, per recenti dichiarazioni in cui hanno definito come “accettabile” il taglio a ogni aiuto umanitario alla popolazione di Gaza fintanto che non torneranno a casa gli ostaggi israeliani catturati da Hamas.
(foto prese su X da Activestills e Chris Hutchinson)
Ben prima dell’aggressione di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele, a cui Tel Aviv ha risposto con un’operazione militare contro la Striscia di Gaza, si registra un aumento delle violenze da parte dei coloni israeliani in Cisgiordania, stimati tra le 400mila e le 700mila persone. L’Onu e l’Ue hanno a più riprese condannato gli insediamenti in quei territori, così come a Gerusalemme Est, ricordando che si tratta di una pratica illegale secondo il diritto internazionale, come poi ha confermato di recente una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, che impone a Tel Aviv di pagare risarcimenti ai palestinesi che hanno perso case e terreni.
Già a febbraio, Amnesty International avvertiva che “mentre il mondo era concentrato su quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno scatenato una brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compiendo uccisioni illegali, ricorrendo alla forza mortale senza necessità o in modo sproporzionato durante le protese o le incursioni e impedendo l’accesso ai soccorsi alle persone ferite”. Gli Stati Uniti in questi mesi hanno imposto sanzioni su coloni giudicati “violenti”.
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