NEWS:

Afghanistan, la solidarietà dei sindaci pugliesi: “Accogliamo chi fugge dal medioevo tribale, i nostri porti sempre aperti”

"Non possiamo restare indifferenti dinanzi alla grande tragedia che si sta consumando con donne e bambini lasciati a un destino indicibile nelle mani dei talebani"

Pubblicato:16-08-2021 15:13
Ultimo aggiornamento:16-08-2021 16:32
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BARI – “Brindisi c’è con la sua storia millenaria di accoglienza, con il suo porto crocevia di popoli, con il suo cuore grande. Siamo pronti a fare la nostra parte per accogliere i profughi, per salvare quelle donne e bambini da violenze e soprusi, dal medioevo tribale”. Lo scrive in un post pubblicato sui social il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi che così si unisce all’appello di tanti sindaci che “stanno chiedendo al Governo di aiutare i profughi”. “Non possiamo restare indifferenti dinanzi alla grande tragedia che si sta consumando in queste ore in Afghanistan. Donne e bambini lasciati a un destino indicibile nelle mani dei talebani pronti a restaurare un califfato medioevale – continua il primo cittadino – In pochi giorni emerge clamoroso il fallimento dell’Occidente, con la democrazia esportata a suon di guerre umanitarie costate centinaia di migliaia di morti e oltre mille miliardi di dollari”. “Non basta la denuncia di questo fallimento, occorre agire”, conclude Rossi. 

LEGGI ANCHE: Afghanistan, la disperata fuga dei civili: in migliaia all’aeroporto di Kabul, almeno 5 morti

Crisi in Afghanistan, le reazioni della politica italiana


SINDACO DI TARANTO: “IL NOSTRO PORTO È SEMPRE APERTO

“Il mondo sta cambiando rapidamente intorno a noi, nessuno può dirsi al sicuro senza la sicurezza degli altri, nessuno può dirsi felice e appagato senza la prosperità e la salute degli altri, nessuno può costruire il proprio futuro se tutti insieme non curiamo il pianeta. Rinchiudersi nel proprio cortile è una inutile forma di utopia”. È quanto sostiene il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci commentando quanto sta accadendo nelle ultime ore in Afghanistan.

“Nelle ore in cui i grandi Stati nazionali d’Occidente fanno i propri conti con errori, sprechi e mancanza di senso di responsabilità verso i popoli mediorientali, a noi piacerebbe onorare in concreto la memoria di Gino Strada, dare un contributo oltre le parole di circostanza e dichiarare che all’occorrenza Taranto è porto aperto, è sempre porto sicuro, è approdo che ha fatto e vuole continuare a fare in positivo la storia del Mediterraneo”, aggiunge e conclude: “E siamo sicuri che altrettanto potranno fare tante città italiane di buona volontà e di pace”.

SINDACO DI LECCE: “UE SI ORGANIZZI PER DARE SPERANZA

“Oggi si tratta di capire come l’Europa si organizza per dare una speranza a quanti hanno creduto che si potesse occidentalizzare l’Afghanistan e si ritrovano i talebani più forti e più estremisti di prima. La risposta non potrà certo essere quella dei respingimenti. Dei campi profughi. Dei viaggi della morte. La risposta non potrà essere, come finora accaduto, affidata alle capacità di accoglienza dei singoli Paesi”. Lo scrive in un post pubblicato sui social il sindaco di Lecce Carlo Salvemini commentando quanto sta accadendo in Afghanistan.

“Non mi addentro nelle valutazioni politiche di questa spedizione militare che – ricorda – nel 2001 fu voluta come reazione agli attentati dell’11 settembre. Voci autorevoli e qualificate protagoniste sul campo l’hanno definita una “Caporetto strategica e culturale, un disastro politico e operativo” che chiama alla responsabilità tutti i Paesi che sono stati protagonisti sul campo delle operazioni”. Il primo cittadino chiede “un’iniziativa della Unione europea per garantire a donne e bambini in primis quei diritti che non si è riusciti ad assicurare loro in Afghanistan”. “Pare – me ne rendo conto – la solita evocazione destinata ad essere smentita dallo svolgimento dei fatti. Ma – conclude Salvemini – rassegnarsi all’inevitabile è la premessa perché si realizzi. E la politica ha una funzione quando rende possibile ciò che prima non lo era”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it