ROMA – L’esercito israeliano ha condotto diversi bombardamenti contro Damasco, la capitale della Siria, dopo giorni di attacchi e tensioni che hanno riguardato il governatorato di Suwayda, non lontano dalle Alture del Golan occupate da Tel Aviv.
Come riferiscono fonti di stampa concordanti, i caccia israeliani hanno bombardato l’ingresso del quartier generale dello Stato maggiore nella capitale, presso piazza degli Omayyadi – sede anche del ministero della Difesa, dove due persone sarebbero rimaste ferite – mentre missili avrebbero anche sfiorato il palazzo sede del presidente ad interim Ahmed Al-Sharaa. Secondo il dicastero della Salute di Damasco, in totale è stata registrata una vittima e una dozzina di feriti, ma il bilancio potrebbe aumentare nelle prossime ore.
Poco prima dei raid, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, in un post su X aveva inviato un monito al governo ad interim di Sharaa: “Gli avvertimenti a Damasco sono finiti: ora arrivano gli attacchi più duri. Le Idf (Forze armate, ndr) continueranno a operare energicamente a Suwayda per annientare le forze che hanno attaccato i drusi, fino al loro completo ritiro. Fratelli drusi in Israele, potete contare sulle Forze di difesa israeliane per proteggere i vostri fratelli in Siria”.
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NUOVO CESSATE IL FUOCO
Un nuovo cessate il fuoco, che entra in vigore con effetto immediato, è stato raggiunto tra il ministero dell’Interno siriano e i leader drusi di Suwayda. Uno dei principali leader della comunità, lo shaikh Yousef Jarbou, lo ha confermato in un video che è stato trasmesso dai media siriani. Il cessate il fuoco raggiunto ieri tra le forze fedeli al presidente ad interim Ahmed Al-Sharaa e dei combattenti drusi locali infatti non ha retto che poche ore, e negli attacchi ripresi in città oggi, come riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), è stato raggiunto anche l’ospedale locale, dove medici e infermieri hanno dovuto trasferire i pazienti nei corridoi per ragioni di sicurezza.
Oggi, il leader druso di Israele, lo shaikh Mowafaq Tarif, ha fatto appello al premier Benjamin Netanyahu a condurre “attacchi aerei immediati per fermare le forze criminali che operano nella Siria meridionale”, avvertendo che “il silenzio e l’osservazione passiva non sono più un’opzione”.
“Abbiamo detto agli israeliani di fermarsi e fare un respiro profondo” ha detto in queste ore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha spiegato che Washington è “molto preoccupata” per l’escalation in corso, aggiungendo: “Vogliamo che i combattimenti si fermino”. Solo il 30 giugno scorso, gli Stati Uniti hanno rimosso la maggior parte delle sanzioni economiche che colpivano la Siria dai tempi del regime di Bashar Al-Assad. Appelli alla de-escalation sono arrivati, tra gli altri, anche da Francia e Turchia.
IL CONTESTO
I drusi sono una comunità religiosa che affonda le proprie radici nell’islam e risiede nelle regioni vicine al Golan conteso; dopo la guerra del 1967 Israele ha invaso e poi annesso parte di questa regione. Dopo il rovesciamento del regime di Bashar Al-Assad dello scorso 8 dicembre da parte delle forze guidate da Sharaa, i militari israeliani hanno invaso parte dei territori restanti del Golan, in violazione dell’Accordo di disimpegno siglato tra i due Paesi nel 1974, che instaurava una zona cuscinetto, e condotto circa 600 attacchi sul suolo siriano.
Le tensioni si sono riaccese domenica scorsa, quando violenti scontri sono scoppiati nella città meridionale di Suweyda tra i drusi e milizie che si ritiene siano legate al governo di Damasco.
Oltre 130 persone sono rimaste uccise. Israele è nuovamente intervenuto attaccando postazioni militari e convogli governativi a Suwayda nonostante un accordo di cessate il fuoco siglato ieri tra Damasco e i leader locali di Suwayda. Israele pretende infatti il completo ritiro delle forze di Damasco dal governatorato meridionale.
Stamani, come riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), “caccia israeliani hanno eseguito due attacchi aerei nelle vicinanze di Suwayda dove sono state udite due violente esplosioni”. Colpito anche “un carro armato delle forze governative”. Sette gli esponenti del governo siriano rimasti uccisi da ieri nei raid israeliani a Suwayda. Intanto, secondo i media israeliani, centinaia di drusi di Siria starebbero cercando di varcare il confine con Israele, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sconsigliato ai drusi israeliani di entrare in Siria “per ragioni di sicurezza”.







