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Scontro tra sindaco di Piacenza e consiglieri di Reggio Emilia sullo show delle drag queen

De Lucia e Montanari contro il sindaco Barbieri, accusata di aver "censurato" lo spettacolo promosso dall'Arcigay cittadino. La replica: "Siamo una comunità inclusiva"

Pubblicato:16-07-2021 15:58
Ultimo aggiornamento:16-07-2021 15:58

Imagoeconomica_Patrizia Barbieri sindaco di Piacenza
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REGGIO EMILIA – Sullo sfondo del dibattito nazionale per l’approvazione del Ddl Zan è scontro tra il Comune di Piacenza e due consiglieri di Reggio Emilia per una serata che avrebbe dovuto vedere un’esibizione di drag queen proprio in uno spazio del Comune di Piacenza.

Tutto nasce dalla denuncia dei reggiani Dario De Lucia e Fabiana Montanari (mamma lesbica eletta in quota Pd) che accusano appunto la Giunta di centro destra piacentina, guidata dal sindaco Patrizia Barbieri, di aver censurato lo spettacolo promosso dall’Arcigay di Piacenza in un centro di aggregazione giovanile di proprietà comunale, affidato in concessione ad una cooperativa. L’iniziativa che si svolgerà questa sera- con le drag queen presenti senza però esibirsi sul palco- è stato nello specifico organizzata dalla Cooperativa Arco nei locali dello “Spazio 4”, nel contesto della serata di beneficenza organizzata da Arcigay e Arci Piacenza per ricordare i moti di Stonewall, cioè la prima rivolta della comunità Lgbti+ di New York del 1969.

Come spiegano De Lucia e Montanari, la motivazione ufficiale del divieto dell’esibizione alle draq queen fornita dal Comune di Piacenza è stata che “la manifestazione si tiene all’interno di un centro di aggregazione comunale con una generale finalità educativa nei confronti dei frequentanti e della comunità”. L’amministrazione ha poi aggiunto che il fatto che un’iniziativa analoga si fosse svolta senza problemi nel 2019 “non è pertinente in quanto si trattava di un diverso contesto”. Si “conferma quindi di non autorizzare lo spettacolo, in quanto non si ravvisa la coerenza con le finalità del centro e del servizio a voi affidato”, si legge nella risposta data alla coop Arco.


“Esprimiamo la nostra solidarietà ad Arcigay e Arci Piacenza, oltre che alla cooperativa Arco. Nell’anno 2021 non troviamo scandaloso una serata di sensibilizzazione con drag queen in un locale in concessione del Comune“, sottolineano i consiglieri di Reggio Emilia, secondo cui “questo ci dimostra per l’ennesima volta di come una certa parte della politica sia lontana anni luce dalla vita contemporanea dei cittadini, oltre che non essere a conoscenza della storia delle lotte del movimento Lgbti+”.

Con riferimento al Ddl Zan, De Lucia e Montanari aggiungono: “Abbiamo sentito molto parlare gli oppositori del fatto che questo disegno di legge mette a rischio la libertà di parola e che sarà una legge bavaglio, peccato che, giusto qualche giorno fa il bavaglio alla comunità Lgbti+ l’ha messo proprio chi oggi chiede di toglierlo al disegno di legge”.

I rappresentanti dei cittadini in sala del Tricolore, infine, hanno preannunciato di voler scrivere al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, che li batte però sul tempo replicando alle accuse con una lettera aperta. “Mi sento in dovere di intervenire, come sindaco e come cittadina che crede nella libertà e nel rispetto delle persone come principio irrinunciabile” l’incipit della missiva. In cui il sindaco aggiunge: “Ho letto in queste ore parole inaccettabili sotto il profilo politico e personale, tra accuse di oscurantismo, repressione, pregiudizi e paura della diversità che non solo non mi appartengono in alcun modo, ma di cui rifiuto categoricamente l’accostamento all’amministrazione comunale”.

Tuttavia sull’esibizione delle drag queen su cui in passato c’è stata da parte del Comune, “assoluta disponibilità e collaborazione nel garantire lo svolgimento e la promozione di questi spettacoli in uno spazio pubblico”, Barbieri tiene questa volta il punto. “Ben diverso- sottolinea- è il contesto di una realtà come Spazio 4, affidata in concessione a seguito di un bando che esplicitava le finalità educative delle attività proposte e i criteri cui devono essere ispirate, tant’è che la dirigente di settore ha richiamato i gestori- sotto il profilo tecnico e amministrativo, certo non politico- al dovere di assicurare la totale rispondenza a questi principi”. Del resto, si legge ancora nella lettera di Barbieri, “se avessimo voluto trovare un pretesto banale per non consentire l’evento avremmo potuto appellarci alla mancata osservanza dei trenta giorni di preavviso necessari per presentare la richiesta: abbiamo scelto, invece, la strada della trasparenza e della coerenza nel motivare il diniego, che non è riferito al drag queen show in sé, ma semplicemente al luogo in cui lo si voleva portare in scena, che continuiamo a ritenere non idoneo”.

Verso la comunità Lgbti+, prosegue il sindaco, “saremo sempre aperti all’ascolto e al dialogo, come ho ribadito anche al presidente di Arcigay Lambda Davide Bastoni, che ho voluto chiamare stamani per un chiarimento franco e diretto”. Dunque chiude Barbieri, “nulla è più lontano dalla sottoscritta, dell’idea della censura preventiva e dell’intolleranza” e “qualora le drag queen invitate questa sera replicassero in futuro il loro spettacolo a Piacenza, ben volentieri siederei in prima fila”.

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