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Stretta di Trump sul diritto d’asilo, l’Onu denuncia

Con Alto Commissario Grandi protestano le deputate democratiche Usa

Pubblicato:16-07-2019 10:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31

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ROMA – “Chiaramente illegale” secondo l’American Civil Liberties Union, sbagliata perché mette “a “rischio le famiglie più vulnerabili” secondo le Nazioni Unite: queste alcune delle critiche alla stretta sul diritto d’asilo che entrerà in vigore oggi negli Stati Uniti. Le norme prevedono che le richieste di ottenere lo status di rifugiato possano essere accettate solo se i migranti hanno già ottenuto protezione internazionale in un Paese terzo. In questo modo, evidenziano fonti di stampa concordanti, dal diritto di far domanda risulterebbe esclusa la gran parte dei centroamericani giunti al confine meridionale degli Stati Uniti attraverso il Messico, provenienti spesso da Guatemala, Honduras, El Salvador o Haiti. A prendere posizione per conto dell’Onu è stato Filippo Grandi, alla guida dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr). Negli Stati Uniti critiche alle nuove norme sono state espresse sia dall’American Civil Liberties Union, associazione per i diritti civili con cento anni di storia, sia da Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley, le deputate democratiche che Donald Trump aveva invitato nel fine-settimana a “tornare nei posti corrotti e infestati dal crimine da cui provengono”.

Nel corso di una conferenza stampa, ieri sera, le quattro hanno rivolto un appello a “non abboccare” alle provocazioni del presidente. “La storia ci sta guardando” ha detto Omar, origini somale, rifugiata e poi cittadina americana dal 2000. Nel suo discorso la deputata ha denunciato “deportazioni di massa” al confine con il Messico e “violazioni dei diritti umani”.


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