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Ue, Gozi: “Dopo Brexit per il Titano chance di accordo su misura”

SAN MARINO - "Per San Marino il dopo-Brexit deve essere un incentivo a credere ancora di più in

Pubblicato:16-07-2016 11:36
Ultimo aggiornamento:16-07-2016 11:36

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SAN MARINO – “Per San Marino il dopo-Brexit deve essere un incentivo a credere ancora di più in un accordo di associazione con l’Unione europea, perché si andranno a delineare modelli di adesione sempre più diversi, che terranno conto anche delle esigenze dei microstati”. Questa l’analisi offerta nel tardo pomeriggio di ieri da Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri italiano con delega agli Affari europei, durante il convegno “Il ruolo dei piccoli Stati nell’Europa del terzo millennio”, organizzato dall’associazione Laboratorio Democratico San Marino (LabDem).

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“L’Italia- ha aggiunto- è interessata a sostenere il progetto di integrazione della Repubblica“. Assieme a lui, nella sala Montelupo di Domagnano, sono intervenuti il consigliere di LabDem Simone Celli, il capogruppo del Psd Gerado Giovagnoli e il politologo sammarinese Michele Chiaruzzi, docente dell’Università di Bologna. Riflettendo sul ruolo del Titano nella cornice dell’Ue, l’accademico ha offerto la sua visione affermando che con l’accordo di associazione, attualmente in fase di negoziazione, si entrerebbe nel mercato unico “ma non si avrebbe nessun tipo di rappresentanza istituzionale nell’Unione europea, perché il Titano non avrebbe alcun seggio”.


Per San Marino, quindi, “non ci sarebbe alcun vero e proprio ruolo”. Al momento attuale, in ogni caso, “il processo che dovrebbe portare all’accordo riserva delle possibilità di crescita– spiega- e il fatto che ora siamo qui a parlare di Europa ne è una dimostrazione”. Pronto l’intervento di Giovagnoli, che proprio rispetto alla rappresentanza istituzionale di San Marino annuncia l’intenzione “di chiedere di essere presenti nel parlamento europeo come osservatori”.

Secondo il capogruppo del Psd saltare sul barcone europeo, che per ammissione di tutti i presenti non naviga in buona acque, comporta comunque “molto da guadagnare e poco da perdere”. E se l’Ue dovesse affondare, con o senza il Titano a bordo, per la repubblica sarebbe un problema: “Significherebbe dover rifare gli accordi con ogni singolo Stato del continente, per noi sarebbe molto complicato”. Migliore, quindi, la prospettiva di un’Europa unita. Anche se con un assetto diverso, come quello auspicato da Gozi: “Per salvare l’Ue bisogna cambiarla, uscendo dalla spirale della tecnocrazia e del populismo, accettando l’esigenza di politiche transnazionali per fenomeni come l’immigrazione, il terrorismo e la finanza”. D’accordo con lui c’è proprio il promotore del convegno, Celli, secondo il quale “l’Ue ha senso e va rinvigorita, perché la risposta ai problemi del continente non è meno Europa, ma più Europa”. La sfida della riforma dell’Ue lanciata da Gozi, dice, è “entusiasmante“. Serve “una gestione collettiva per problematiche come le frontiere, la difesa e la sicurezza”, spiega il parlamentare del Titano. Per San Marino, conclude, “l’accordo di associazione è un’enorme opportunità, che va colta con convinzione e realismo”.

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