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VIDEO | Balbuzie e disturbi dell’apprendimento? “Entrambi diagnosticati male”

Castelbianco: "Quarant'anni fa i balbuzienti erano 700mila, la causa scatenante era sociale". Il punto al convegno dell'Istituto di ortofonologia, ad ottobre

Pubblicato:16-06-2020 11:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:30
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ROMA – “Quaranta anni fa si era calcolato che ci fossero in Italia circa settecentomila balbuzienti. Il problema era fortissimo tra i bambini e i ragazzi, nascevano in continuazione centri per la balbuzie. Il rapporto tra maschi e femmine era di 7 a 1. Poi, con l’andare del tempo, queste percentuali si sono sempre più livellate. Oggi la balbuzie (per quanto riguarda il numero dei casi) è stata sostituita dai disturbi di apprendimento“. A dichiararlo è Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) che, in occasione del convegno dal 22 al 25 ottobre a Roma per celebrare i 50 anni di attività, apre una riflessione sul tema.

“Un tempo- spiega lo psicoterapeuta- il problema del linguaggio ricadeva tutto sul maschio. Anche quando si era a tavola seduti, il papà o il nonno davano la parola al figlio maggiore che aveva la responsabilità di dover comunicare qualcosa di importante o di sensato. Invece le donne si lasciavano parlare, tanto non venivano ascoltate e non venivano prese in considerazione. Il problema della balbuzie quindi aveva una causa scatenante sociale, e col tempo è quasi scomparso. Oggi abbiamo i problemi d’apprendimento- continua Castelbianco- non si valuta più la prestazione in base a quello che si dice, ma a quello che si fa. L’attenzione delle famiglie è tutta puntata sull’andamento scolastico e questo scatena nei ragazzi un rifiuto verso la scuola e i compiti. Un rifiuto che viene tradotto, erroneamente, in disturbi di attenzione e di concentrazione. Il problema- conclude il direttore dell’IdO- è diverso e lo si capisce nel momento in cui si dà ai ragazzi qualcosa di più interessante da fare. A quel punto riescono a stare ore e ore attenti e concentrati”.


I bisogni dei bambini sono da cinquant’anni il filo conduttore dell’IdO, a ricordarlo è anche la senatrice Udc e neuropsichiatra infantile Paola Binetti, che interverrà al convegno per i 50 anni IdO in una sessione dedicata alla ‘complessità del bambino oggi’. “Sono molti anni che collaboro con l’Istituto di Ortofonologia e moltissime delle battaglie positive, a favore dei bambini con disturbi dello spettro autistico, le abbiamo fatte insieme. Ora si vuole mettere un punto fermo anche sul ‘Progetto Tartaruga’ che riguarda la terapia dei piccoli passi e che permette di essere sempre più attenti ai bisogni dei piccoli, senza travolgerli con le nostre frette e le nostre ambizioni”, dichiara Binetti, il cui intervento è previsto per il 22 ottobre alle 15.

“Mi piace pensare- prosegue la senatrice- di presentare insieme all’IdO specifiche proposte di legge che vadano incontro ai bisogni dei bambini e alle difficoltà relazionali delle famiglie. Indicazioni che si costruiscano come punti di snodo fondamentali- precisa la neuropsichiatra- per migliorare la qualità di vita dei bambini e anche degli educatori, degli psicoterapeuti e della stessa struttura originalissima che l’IdO rappresenta. Insieme spero si possa dare vita a un progetto, già esistente, per gli psicologi nelle scuole, perché attraverso gli sportelli tutti i bambini abbiano spazio, tempo e modo di rielaborare le ansie, tensioni e frustrazioni che questo anno ha provocato nella loro vita. Per questo- conclude Binetti- mi auguro che si possa fare una proposta forte e significativa al Governo”.

Il convegno ’50 anni IdO – dall’esperienza alle proposte’ sarà in effetti l’occasione per ascoltare il pensiero di esperti dell’età evolutiva sui diversi temi che verranno affrontati, nella speranza che le riflessioni possano portare ad una visione più ampia dei bisogni del bambino e a delle proposte che lo aiutino a crescere. Tra i relatori spicca anche il nome di Teresa Mazzone, presidente del Sindacato italiano specialisti pediatri (Sispe), che aggiunge: “Il mio contributo si inserisce nella stretta collaborazione del pediatra con altre figure professionali in una visione più globale e olistica del bambino stesso. La sua salute passa attraverso il benessere psicofisico. Come afferma l’Organizzazione mondiale della Sanità, i pediatri si devono far carico di tutte le patologie organiche ma, devono anche porre particolare attenzione e sensibilità a tutte le problematiche di altro tipo relazionali, emotive e psicologiche”, termina Mazzone. Il suo intervento è previsto per il 23 ottobre alle 9.

La partecipazione al convegno è libera, l’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutte le sessioni. Necessario inviare mail a iscrizioneconvegno@ortofonologia.it indicando la sessione o le sessioni scelte.

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