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Sanità, Vella (Iss): “50% dei bambini nel mondo non è vaccinato”

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Pubblicato:16-06-2018 15:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16
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ROMA – “La metà dei bambini nel mondo non è vaccinata e in quei paesi si vede l’effetto della mancanza di acqua pulita. In alcuni stati africani 1 bambino su 10 non raggiunge i 5 anni e tantissime donne muoiono di parto. Ci sono delle disuguaglianze molto importanti e bisogna fare qualcosa”. A dirlo è Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute globale dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), intervenendo al 74esimo congresso della Società italiana di pediatria (Sip) che si chiude oggi a Roma.

“Abbiamo a disposizione i ‘Sustainable Developement Goals’- continua Vella- che sono la speranza di un mondo migliore. Non è detto che adesso si realizzino tutti, ma è un obiettivo importante”. E restando in tema di obbiettivi, Vella aggiunge: “La Salute non è considerata essenziale da tutti i poteri forti del mondo. I governanti sono spesso distratti da altri problemi internazionali e non considerano che la Salute è invece un grande motore di sviluppo. Un paese che non ha salute non si sviluppa. Prima si pensava che lo sviluppo portasse la salute alle persone e invece è il contrario: la salute è un motore di sviluppo. Se non abbiamo una popolazione sana- spiega il direttore- non avremo bambini che crescono e non avremo cura di quei primi anni di vita essenziali per renderli uomini attivi”.

Si assiste così “in tanti paesi a una mancanza di accesso alle cure e non ci sono i farmaci essenziali, compresi quelli pediatrici. Mi sono occupato molto di Aids- ricorda il direttore del Centro per la Salute globale dell’Iss- e anche il Papa poco fa ha convocato una riunione per stimolare le industrie a sviluppare quelle formulazioni pediatriche che ancora non ci sono. È un’area chiaramente un po’ orfana”.


È necessario, secondo Vella, considerare la salute come un bene pubblico” e puntare “sull’accesso alle cure. Dobbiamo cercare di portarla a tutti. In un mondo globale e interconnesso non possiamo pensare solo alla salute del nostro paese, che pure si vanta di avere un sistema sanitario straordinario e universale”, conclude.

“Dobbiamo stare attenti alle epidemie del futuro”

“Dobbiamo stare attenti alle epidemie del futuro ed essere preparati perché ci sono molti virus che passano dagli animali all’uomo. Ebola è passato dai pipistrelli e anche il Nipah virus viene dai pipistrelli. Questi animali sono dei grandi portatori e trasmettitori di virus”. Così Stefano Vella, direttore del Centro per la Salute globale dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), a margine del suo intervento al 74esimo congresso della Società italiana di pediatria (Sip) che si chiude oggi a Roma.

“L’Aids è stata la più grande epidemia globale di questi ultimi decenni. Adesso c’è una piccola epidemia di Nipah in India- fa sapere Vella- che sembra sia stata accerchiata e fermata, però bisogna pensare che alcune cose potrebbero riaccadere e occorre prepararci ed essere più pronti. Con l’Ebola non lo siamo stati- ammette- e all’inizio l’epidemia è andata fuori controllo. È vero che Ebola non sarà mai un’epidemia globale ,perché si muore troppo velocemente e c’è un’incubazione corta. L’Ebola non è come l’Aids, ma all’inizio è stata abbandonata nonostante la conoscessimo da 60 anni. Nessuno se n’è mai curato, pensando che tanto sarebbero morti in paesi lontani”.

“Occorre capire che siamo in un mondo interconnesso e sempre più globale. Pensiamo a tra 20 anni e non a domani- conclude Vella- pensiamo ai nostri figli che gireranno il mondo. La salute del mondo è anche la nostra salute”.

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