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Pediatria, Staiano (Sip): “15% bambini italiani con stipsi cronica”

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Pubblicato:16-06-2018 14:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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ROMA – La stipsi cronica nei primi anni di vita di un bambino “è sicuramente un problema. I dati sulla prevalenza infatti aumentano ogni giorno. Da poco è stata riportata una metanalisi con la prevalenza del disordine in varie Nazioni, da cui emerge un indice che varia dallo 0,5% in India al 32% in Nigeria e Arabia. In Italia il fenomeno riguarda circa il 15% analizzando un campione di circa 3mila bambini”. A dirlo è Annamaria Staiano, vicepresidente Sip e docente del dipartimento Scienze mediche traslazionali all’Università Federico II di Napoli, intervenuta al congresso Sip in corso a Roma.

“In media più del 10% della popolazione pediatrica soffre di questo disturbo, molto stressante sia per il bimbo che per i genitori- aggiunge l’esperta- e i fattori predisponenti sono moltissimi ma la differente prevalenza tra un Paese e l’altro ci induce a pensare come i fattori dietetici siano importanti nella patogenesi”.

Nella maggior parte dei casi “si tratta di stipsi funzionale, non organica, e fortunatamente non ci sono malformazioni o disordini biochimici, strutturali alla base di questo disordine. Una volta riconosciuto, meglio se precocemente, il problema può essere curato: la patologia nella maggior parte dei casi si risolve entro i primi mesi di terapia. Invece- conclude Staiano- esiste una quota di bambini, circa il 20%, che resta stitica per molti anni presentando il disturbo anche da adulti”.


“Diete personalizzate contro l’obesità per i bambini”

Le diete personalizzate anche per i bambini quale strumento di prevenzione di alcune patologie come obesità e diabete. “Nelle ultime settimane se ne parla molto”, spiega Annamaria Staiano, vicepresidente Sip e docente del dipartimento Scienze mediche traslazionali dell’Università Federico II di Napoli, intervenuta al congresso dei pediatri in corso a Roma.

“Oggi non ci si basa più sul vecchio concetto che la dieta è caratterizzata dallo specifico rapporto calorico con la variazione nella composizione di micro-macro nutrienti. L’idea è che non esiste più una dieta valida per tutti, perché ogni individui è diverso da un altro, come è differente il patrimonio genetico e la risposta glicemica agli alimenti”.

Lo studio sulle diete personalizzate tra i bambini è stato chiamato CAPRII (Children Alimentary Personalized Research Italy Israel) ed è un progetto pilota internazionale condotto dal Dipartimento di Scienze mediche traslazionali della Federico II insieme allo Schneider Children’s Medical Center e al Weizmann Institute of Science di Israele, con l’obiettivo di creare algoritmi utili a elaborare regimi alimentari personalizzati per i più piccoli, attraverso un confronto tra la dieta mediterranea e una dieta standard.

“Ognuno di noi ha differenti geni, enzimi e microbi- prosegue Staiano- quindi ognuno reagisce in modo differente. Il nostro studio prevede la creazione di algoritmi dietetici da suggerire ai bambini che possano predire la risposta glicemica postprandiale, prima ancora che gli alimenti siano assunti”.

L’implicazione sociale di questo studio “è molto importante per fronteggiare la piaga dell’obesità infantile, che porta all’insorgenza di diverse malattie dell’adulto come cardiopatie, ipertensione, sindrome metabolica”. Proprio l’obesità infantile è in costante aumento, come spiega l’esperta: “Sono 107 i milioni di bambini al mondo che ne soffrono. La prevalenza dell’obesità in Italia è invece del 10%, mentre dello stato di sovrappeso è del 20%”.

Sulla base di queste diete personalizzate, conclude Staiano, “si possono dunque standardizzare gli alimenti che meno fanno aumentare di peso il bambino” .

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