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L’Eur spa è salvo: arriva l’accordo con le banche e scatta il conto alla rovescia per la Nuvola di Fuksas

Manca solo l'accordo con le banche e poi

Pubblicato:16-06-2015 10:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:23

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eur spaManca solo l’accordo con le banche e poi ci sarà il via libera al piano di ristrutturazione che, una volta presentato al giudice del Tribunale fallimentare di Roma, consentirà a Eur spa di uscire dalla procedura di concordato in bianco. Il presidente della società (di proprietà del Mef e di Roma Capitale), Pierluigi Borghini, ha ripercorso le tappe nel corso di una conferenza stampa: “Abbiamo avuto l’offerta di Inail (per l’acquisto di quattro palazzi, ndr), l’ok del ministero per il finanziamento di una piccola parte come da legge, quindi dobbiamo chiudere l’accordo con le banche. Dopodiché presenteremo tutto questo al giudice e l’Eur spa uscirà dalla fase del concordato in bianco senza sacrificare nessuno e nulla. La società non ha conti in rosso e i cantieri che proseguono”.

In particolare sull’accordo con le banche, Borghini ha ricordato che agli istituti di credito “daremo i soldi in un anno e mezzo e non in venti, quindi mi aspetto che facciano la loro parte ed entro lunedì di chiudere anche questo aspetto”.

In particolare, poi, sui lavori e i costi al centro Congressi ‘La Nuvola’, Borghini ha sottolineato stizzito “Da matematico mi ribello quando la gente gioca con i numeri in modo inappropriato. Uno dei giochi che spesso vedo fare a Roma è quello dei costi della Nuvola. Son arrivato qui nel luglio del 2009 e non c’era altro che un bel prato con intorno una recinzione. Da quel momento sono partiti i lavori, che dovevano costare circa 390 milioni e oggi ho il piacere di dire che sono costati 357 milioni, dobbiamo ancora fare una piccola parte che vale il 10%. Saremo in grado di dare a Roma un gran centro congressi, una grande opera d’arte e un’opportunità in più di lavoro con la stessa cifra che era stat preventivata 9 anni fa. All’interno di questo contesto, c’è stato un ribasso d’asta recuperato da noi facendo dei lavori di compartimentazione dei locali e un adeguamento alle leggi antisismiche”.


Sempre sui costi, Borghini ha rivendicato che “dei 390 milioni ipotizzati, 137 sono stati finanziati con la legge di Roma Capitale, mentre gli 250 sono stati coperti da noi con indebitamento bancario e verso i fornitori”.

 

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