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L’ex magistrato Natoli: “Falcone ebbe con Buscetta un approccio quasi da psicologo”

La psicologia come strumento di contrasto alla mafia, sia nelle fasi iniziali delle indagini che nello sviluppo di un processo

Pubblicato:16-05-2022 16:12
Ultimo aggiornamento:16-05-2022 16:51
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falcone albero
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PALERMO – “Signor giudice, lei deve sforzarsi di pensare come la penso io. Se resta nei confini della sua cultura, dei suoi principi, non capirà mai come Cosa nostra elabora i propri piani. Questo – ha detto l‘ex magistrato Gioacchino Natoli citando le parole pronunciate dal pentito Tommaso Buscetta – è stato un insegnamento che aveva ben compreso Falcone, una pietra miliare per chiunque si avvicini alle indagini, soprattutto quelle che riguardano i collaboratori di giustizia. Lui ha avuto un approccio quasi da psicologo con Buscetta, che per noi è stato come una sorta di ‘Virgilio’ e ci ha permesso di leggere l’alfabeto della mafia”.

La psicologia come strumento di contrasto alla mafia, sia nelle fasi iniziali delle indagini che nello sviluppo di un processo, come mezzo per meglio comprendere le dinamiche interne a Cosa nostra e contribuire al miglioramento delle condizioni della collettività, accompagnando in un percorso sia le vittime che i familiari di un mafioso, spesso incoscienti, magari sino al giorno del blitz, di quali siano i condizionamenti legati all’identità e alla cultura mafiosa. Sono alcuni degli spunti emersi nel corso del convegno organizzato all’Orto botanico di Palermo dall’Ordine degli psicologi della Regione Siciliana.

Un incontro che si è rivelato terreno fertile per un interessante dibattito tra psicologi, magistrati e avvocati sul fenomeno mafioso in relazione al contributo che può fornire la psicologia. Dopo i saluti istituzionali del ‘padrone di casa’, il direttore dell’Orto Botanico, Rosario Schicchi, di Antonio Balsamo, presidente del tribunale di Palermo, di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, e di Gaetana D’Agostino, presidente dell’ordine regionale degli psicologi, sono intervenuti il professore Girolamo Lo Verso, le professoresse dell’Università di Palermo Cinzia Giordano e Serena Giunta, e la psicologa nonché dirigente del Servizio di neuropsichiatria dell’Asp di Trapani, Graziella Zizzo.


A questi si sono aggiunti l’avvocato nonché componente del Cga, Nino Caleca, e l’ex magistrato Gioacchino Natoli che, nel corso dell’evento organizzato nel trentennale delle stragi, ha ricordato l’aneddoto che riguardava lui, Falcone e il pentito Tommaso Buscetta. Questo però è solo uno dei tanti aspetti oggetto della discussione durante il dibattito all’Orto Botanico, dove si sono alternate le psicologhe e psicoterapeute Giordano, Giunta e Zizzo, che hanno analizzato e raccontato, ognuna secondo le proprie competenze e specificità, le ricerche sinora condotte e il lavoro svolto dai gruppi di studio nella prevenzione e nella cura del soggetto la cui storia è legata, per una qualunque ragione, alla mafia.

Per D’Agostino, l’obiettivo dell’incontro “è stato pienamente raggiunto”: “Siamo lieti per ciò che è venuto fuori da questa giornata di studio perché si è creata una contaminazione tra professionisti dell’ambito giuridico e psicologico. Speriamo che questo dibattito sia solo il primo di ulteriori confronti che portino a risultati concreti nel contrasto alla cultura mafiosa”.

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