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Colombia, ‘La via della pace’: la Dire il 17 maggio dialoga con Indepaz

Alle 18 la diretta su Facebook col direttore Gonzalez Posso

Pubblicato:16-05-2022 15:15
Ultimo aggiornamento:16-05-2022 15:21
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ROMA –  Gli accordi di pace che nel 2016 misero fine a circa mezzo secolo di conflitto civile sembrano non essere più il grande tema delle elezioni in Colombia, come è stato per molti anni. Eppure, la realtà quotidiana del Paese dice che solo nell’ultimo mese 18 leader comunitari sono stati uccisi e che negli ultimi quattro anni solo cinque dei 40 provvedimenti rimasti per implementare l’intesa sono stati approvati dal Congresso.

Per capirne di più e per fare il punto sulla “Via della pace” su cui si è incamminata Bogotà, il giornalista Brando Ricci dell’agenzia Dire intervista domani Camilo Gonzalez Posso, direttore della ong Indepaz, già ministro della Salute fra il 1990 e il 1992.

L’appuntamento, dal titolo appunto ‘Colombia, la via della pace’ è alle 18 in diretta sulla pagina Facebook dell’agenzia (www.facebook.com/Direpuntoit). L’organizzazione guidata da Gonzalez Posso, a lungo docente universitario e fondatore del Centro de Memoria y Paz de Bogotá, opera dal 1984 nel campo dei diritti umani e la pace e monitora con costanza i conflitti che attraversano il Paese, soprattutto a partire dal settembre 2016, quando a L’Avana il governo dell’allora presidente Juan Manuel Santos e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) firmarono il patto che ha segnò almeno nominalmente il termine di oltre mezzo secolo di conflitto, responsabile di oltre 220mila morti stando a cifre ufficiali.


L’intesa che voleva mettere fine alla “notte orribile” della Colombia, come disse Manuel Santos alla firma dell’accordo, è un complesso sistema in sei punti che tocca una serie di questioni chiave alla base di decenni di insicurezza e mancato sviluppo sociale, dalla redistribuzione delle terre alla fine della violenza passando per la creazione di una fonte di sussistenza alternativa per chi coltiva la pianta di coca, “oro bianco” e maledizione de Paese sudamericano. Nonostante questo, il tema non sembra aver trovato lo spazio atteso nelle campagne elettorali dei candidati a sostituire il presidente Ivan Duque, il cui mandato è stato segnato da quelle che molti hanno definito le maggiore ondata di proteste e di richieste di cambiamento degli ultimi anni: i due ‘Paro nacional’ che hanno scosso il Paese nel 2019 prima e nel 2021 poi.

Guardando al voto, previsto per il 29 maggio con il primo turno e poi con un eventuale ballottaggio il 19 giugno, le ultime proiezioni del Consejo nacional electoral mostrano il candidato della coalizione progressista Pacto Historico, Gustavo Petro, avanti con il 38 per cento dei voti contro il 25% delle preferenze che andrebbero a Fico Guterrez, volto del blocco conservatore più in continuità con le istanze di Duque, Coalicion Equipo por Colombia.

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