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Tanzania a tutto gas. Pronto l’accordo con le multinazionali

Il governo accelera sull'impianto di liquefazione da 30 miliardi di dollari. L'accordo potrebbe essere firmato il 31 maggio

Pubblicato:16-05-2022 15:00
Ultimo aggiornamento:16-05-2022 15:00

Tanzania
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DAAR ES SALAAM – Un accordo per un impianto di produzione di gas naturale liquefatto di un valore di 30 miliardi di dollari, indicato come strategico dal governo della Tanzania, potrebbe essere firmato con multinazionali americane ed europee entro il 31 maggio. Ad annunciarlo, ha riferito il quotidiano locale The Citizen, è stato Charles Sangweni, direttore generale dell’ente statale Petroleum Upstream Regulatory Authority (Pura). “Ci aspettiamo che entro il 31 maggio avremo definito gli accordi, che permetteranno negoziati ulteriori” ha detto il responsabile visitando alcuni impianti per la produzione di gas già attivi nella regione meridionale di Mtwara, non lontano dal confine con il Mozambico.

IL NUOVO IMPIANTO NELLA REGIONE DI LINDI

Le trattative per la realizzazione dell’impianto, in grado di permettere l’export via mare di idrocarburi anche in regioni del mondo lontane dalla Tanzania, erano riprese nel novembre scorso dopo una fase di stallo. Secondo le stime degli esperti, il Paese ha riserve di gas offshore tra le maggiori in Africa, per oltre 1.614 miliardi di metri cubi. Secondo The Citizen, gli sforzi per sfruttare questa ricchezza si erano ridotti circa tre anni fa, durante la presidenza di John Magufuli, ma sono tornati a intensificarsi negli ultimi mesi. “Il capo dello Stato Samia Suluhu Hassan”, ha sottolineato il giornale, “ha chiesto alle autorità competenti di accelerare i negoziati con le multinazionali”. Il nuovo impianto dovrebbe sorgere nella regione di Lindi, nel sud del Paese.

PIÙ DI 5MILA POSTI DI LAVORO

I negoziati coinvolgono cinque società straniere, Shell, Equinor, ExxonMobil, Pavilion e Ophir, oltre all’ente nazionale Tanzania Petroleum Development Corporation. Secondo Sangweni, dopo la firma dell’intesa a fine mese le trattative sugli aspetti legali e commerciali potrebbero durare tra i due e i tre anni. A una decisione finale sugli investimenti seguirebbe poi la costruzione dell’impianto, con una durata prevista compresa tra i quattro e i cinque anni prima dell’entrata in funzione. In prospettiva, i benefici sarebbero significativi anche sul piano dell’occupazione: sempre secondo Sangweni, con l’apertura dei cantieri si creerebbero più di 5mila posti di lavoro e almeno altri 4mila risulterebbero dall’avvio della produzione.


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A oggi la Tanzania produce oltre tre miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno nei giacimenti di Songo Songo, Mnazi Bay e Kiliwani North. Secondo il portale specializzato The Exchange, nuove opportunità per i Paesi produttori sono legate al conflitto in Ucraina, con la prospettiva di una riduzione delle forniture russe ai Paesi dell’Ue. Sempre stando a The Exhange, in Africa tra i principali concorrenti della Tanzania per l’export di metano c’è l’Egitto.

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