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Sanità, gli urologi sulla formazione dei medici: “Serve stretta, no alla proroga”

La pensa così Giario Conti, urologo e coordinatore del comitato scientifico di Auro, l'associazione degli urologi italiani, il cui congresso nazionale ha preso il via oggi a Bologna.

Pubblicato:16-05-2019 17:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:28
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BOLOGNA – Più che concedere ulteriori proroghe per la formazione dei medici serve “stringere i tempi in tutte le Regioni”. Ma solo quando ci sarà “equità” a livello nazionale, “si potranno valutare sanzioni”. La pensa così Giario Conti, urologo e coordinatore del comitato scientifico di Auro, l’associazione degli urologi italiani, il cui congresso nazionale ha preso il via oggi a Bologna.

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Anche la società medica interviene così nel dibattito aperto sui cosiddetti ‘furbetti dell’Ecm’, finiti nel mirino anche di Striscia la notizia. Sul tema è intervenuto anche il presidente della federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, parlando di sanzioni per chi non è in regola a partire dal 2020.

“La procedura Ecm dura ormai da 20 anni- sottolinea dal canto suo Conti, oggi a margine del congresso Auro- sono stati fatti periodi di prova durati oltre 10 anni, credo che proroghe ulteriori non abbiano grande senso. D’altro canto, i medici chiedono giustamente di poter aver anche all’interno dei luoghi di lavoro occasioni formative”.

Ma questo, segnala il dirigente Auro, “è difficile da realizzare su tutto il territorio nazionale. Ci sono Regioni molto più vicine a raggiungere questo traguardo, altre molto più lontane”.

Insomma, a livello nazionale “c’è una grande disparità e credo che non sia questione di proroghe, ma di stringere i tempi per mettere tutte le Regioni allo stesso livello. Quando ci sarà un’equità- sostiene Conti- allora sì che si potranno valutare le sanzioni. Però fare sanzioni quando ci sono realtà in cui le persone non possono oggettivamente formarsi, credo sia abbastanza complicato“.

La formazione dei medici, ragiona il coordinatore scientifico di Auro, “è un problema con molte sfaccettature. In teoria esiste una disposizione per cui le aziende sanitarie devono essere in grado di produrre formazione al loro interno per i medici, in orari di servizio. Sappiamo però che questo non è sempre fattibile e purtroppo la carenza di organici diventerà sempre più cogente. Quindi è difficile immaginare come questa problematica potrà evolvere”.

Stando così le cose, sostiene Conti, “il compito delle società scientifiche è concentrare in spazi definiti”, ad esempio in occasione dei congressi, “momenti non solo di informazione ma anche di formazione, con l’attribuzione di crediti. Così è probabile che più gente possa partecipare”.

Anche perchè la formazione “è importante per tutti i medici- avverte Conti- non esiste che un medico non sia costantemente aggiornato. A questo aggiungiamo il fatto che siamo in un’epoca in cui la multidisciplinarietà sta diventando sempre più un’esigenza insopprimibile”.

Un urologo, ad esempio, “non può sapere tutto di oncologia, radiologia e medicina nucleare- sottolinea il coordinatore scientifico di Auro- quindi ha bisogno di avere eventi e spazi ampi in cui formarsi per accogliere gli input anche dalle altre specialità”.

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