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Castelli (ospedale Bambino Gesù): “Nuove frontiere per la riabilitazione infantile”

"L'aspetto psicologico in riabilitazione e' necessariamente affrontato da un team multidisciplinare"

Pubblicato:16-05-2018 09:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:53

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ROMA – Dalle nuove frontiere di trattamento attraverso attrezzature di tipo robotico, per migliorare le performance nel campo della riabilitazione infantile in dotazione presso la sede di Palidoro (Fiumicino) dell’ospedale Bambino Gesu’, ai nuovi orizzonti nel campo della ricerca e della formazione fino ad approfondire il discorso sulle fake news in medicina. Di questo e di tanto altro l’agenzia Dire ha parlato con il professor Enrico Castelli, responsabile del Servizio di Neuroriabilitazione al Bambino Gesu’. I piccoli pazienti, provenienti da tutta Italia, vivono nel nosocomio romano il momento riabilitativo come un gioco e una sfida, utilizzando macchine che consentono al paziente di confrontarsi con il loro avatar, e questa modalita’ altamente motivante e’ un derivato dello studio delle neuroscienze applicate al campo riabilitativo.
“Nell’unita’ di neuroriabilitazione presso il Bambino Gesu’ afferiscono patologie piu’ varie, visto che il servizio e’ all’interno di un Policlinico pediatrico e riceviamo bambini da reparti di terapia intensiva e dunque le modalita’ di valutazione del paziente sono differenti perche’ dipendono dall’eta’, dalla fase in cui si trova la malattia per cui e’ improbabile creare un percorso unico riabilitativo. La valutazione deve essere di tipo clinico e l’obiettivo e’ arrivare ad una diagnosi funzionale per riscontrare i deficit del soggetto, e questo si ottiene in circa 10 giorni. Successivamente si mette a punto un progetto riabilitativo che e’ poi viene comunicato ai genitori e che traduce in programma d’intervento personalizzato”, ha dichiarato il professor Castelli.
Mentre per i bambini post-acuti, cioe’ per quei bambini che hanno avuto da poco una lesione, il percorso terapeutico necessita di continui aggiornamenti poiche’ la condizione del piccolo paziente, fortunatamente, puo’ cambiare velocemente rispetto alle condizioni d’ingresso. Nel nostro nosocomio- ha proseguito Castelli- applichiamo protocolli sia nazionali sia internazionali. Ad oggi rileviamo che la patologia piu’ frequente dell’eta’ evolutiva e’ la paralisi cerebrale infantile. In questo caso, nel bambino, si riscontra un danno neurologico provocato durante la gravidanza, o al momento del parto o che puo’ svilupparsi a seguito della nascita nel prima anno di vita. In questo caso seguiamo le raccomandazioni della Societa’ italiana di medicina fisica e riabilitazione e della Societa’ italiana di neuropsichiatria”.

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