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Carceri, riparte “Sosta Forzata”: in redazione ragazzi in ‘messa alla prova’

PIACENZA - Una nuova vita per "Sosta Forzata", il giornale del carcere di Piacenza, chiuso lo scorso febbraio per cause

Pubblicato:16-05-2016 12:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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PIACENZA – Una nuova vita per “Sosta Forzata”, il giornale del carcere di Piacenza, chiuso lo scorso febbraio per cause non ancora chiarite. Oggi si chiama “Sosta forzata – itinerari della giustizia”: redattori, le persone in messa alla prova esterna dell’Uepe (l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna, appunto), alcune studentesse volontarie e un tirocinante dell’Uepe. Al timone, Carla Chiappini, direttore responsabile della pubblicazione. “Sono ragazzi molto giovani, tra i 19 e i 28 anni – spiega Chiappini -. Le studentesse e il tirocinante hanno piu’ o meno la loro eta’: si e’ instaurato un bellissimo confronto, molto diretto e onesto. Le ragazze si sono poste in una posizione mai accusatoria ne’ tantomeno leggera, ma con un’idea di responsabilita’ e consapevolezza”.

La versione cartacea di “Sosta forzata – itinerari della giustizia” esce – come il predecessore – in allegato al giornale diocesano “Il nuovo giornale”. La previsione e’ di uscire con 3 numeri l’anno (come d’abitudine): in tarda primavera, in occasione del Festival del Diritto (quest’anno dedicato al tema della dignita’, in calendario a Piacenza 23, 24, 25 settembre) e intorno a Natale. “Vorremmo fare di piu’, ma con le forze che abbiamo questo e’ il massimo che possiamo fare – ammette Chiappini -. Queste pubblicazioni per noi sono essenziali: le portiamo nelle scuole, apriamo il confronto”. I primi numeri sono stati finanziati dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, ora rientrano tra le attivita’ del Piano di zona per la salute e il benessere di Piacenza: “Siamo molto grati a entrambi: hanno permesso a una lunga esperienza di non morire, credendo fortemente in noi”.

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Lavorare con ragazzi messi alla prova e’ molto diverso dal lavorare con detenuti, ma e’ un’esperienza altrettanto bella. I loro reati sono molto meno gravi e talvolta anche tollerati dalla societa’ civile. Per questo tutta la riflessione, e la conseguenza scrittura, passano su binari diversi rispetto a quelli a cui eravamo abituati”. La rinascita del giornale della casa circondariale piacentina non e’ l’unico progetto a cui Carla Chiappini sta lavorando. L’altro riguarda gruppi di scrittura sulla genitorialita’ con papa’ detenuti e papa’ volontari. Laboratori a tutti gli effetti, che prevedono uno stimolo sui cui ragionare, il momento della scrittura e poi la condivisione, tutto in una stessa “seduta”. A febbraio si e’ concluso il primo gruppo nel carcere di Verona; quello a San Vittore si concludera’ a maggio e quello nella casa circondariale di Parma verso l’inizio di giugno. “In ogni struttura abbiamo lavorato con altre associazioni: a Verona con l’associazione Microcosmo, a San Vittore con Ekotonos, a Parma con Per ricominciare. Sono state esperienze bellissime, che mi hanno confermato che, quando il mondo dell’associazionismo trova le chiavi per una vera collaborazione, la soddisfazione e i risultati sono amplificati 10 volte“.

A Parma i laboratori coinvolgono i detenuti in alta sicurezza, a Verona e Milano detenuti comuni: “Variare la tipologia delle persone coinvolte, dai detenuti ai volontari, e’ uno degli aspetti piu’ interessanti. Qui a Parma, per esempio, i detenuti mi hanno chiesto di leggere in gruppo ma di scrivere in privato, e gli incontri sono il lunedi’, un giorno feriale: cosi’, i papa’ volontari sono quasi tutti pensionati”. Chiappini racconta che, attraverso questi percorsi, ha sconfitto “il pregiudizio che avevo rispetto alle scritture maschili”. Nei laboratori si parla del ricordo del proprio padre e dell’esperienza di essere diventato genitore: “Non poniamo grosse questioni teoriche: le persone arrivano al cuore in maniera naturale. Scrivono pezzi bellissimi, delicati: letture inattese e inaspettate. Sabato scorso un papa’ volontario di San Vittore mi ha detto: ‘La cosa che ho capito e’ che qui dentro potrebbe esserci ciascuno di noi’. Il nostro desiderio, come sempre, infatti e’ quello di gettare ponti”.

I laboratori di scrittura per papa’ detenuti a settembre saranno ospitati dalle carceri di Modena, Opera e molto probabilmente Padova (“Merito del nostro generosissimo e coraggioso sponsor, la Fondazione Cattolica di Verona”): alla fine di tutto il percorso e’ prevista una pubblicazione, curata scientificamente da alcuni docenti di Scienze della Formazione dell’Universita’ Cattolica di Piacenza. Entrambi i progetti sono frutto dell’impegno di Verso Itaca onlus, che da anni si occupa di portare, soprattutto nelle scuole, ragionamenti e riflessioni sui temi della giustizia.

 

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