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BOLONGA – “Ciao pa, vi chiedo tanto scusa per la preoccupazione. lo sto bene sono con un ragazzo e una ragazza che ho conosciuto su Tinder. Torno a Terni tra un mese”. Tutte bugie, quelle inventate da Marc Samson nei quattro – cinque giorni dopo aver ucciso Ilaria Sula, la sua ex fidanzata che lo aveva lasciato. Con il telefono della ragazza, Samson non solo ha scritto e risposto ad alcune amiche (inventandosi anche la storia di un ragazzo conosciuto per strada da cui Ilaria voleva andare), ma ha avuto anche una conversazione Whatsap con il padre di Ilaria. Per cercare di depistare le indagini e far credere che la 22enne si fosse allontanata volontariamente, Samson ha mandato al papà della giovane questo messaggio: “Ciao pa, vi chiedo tanto scusa per la preoccupazione. lo sto bene sono con un ragazzo e una ragazza che ho conosciuto su tinder. Torno direttamente a Terni il mese prossimo oppure quello dopo ancora promesso. Però per favore non preoccupatevi. Vi voglio bene, saluta Gioia e Leo”.
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Il papà di Ilaria non si fida, chiede di sentire la sua voce. “Chiamami”. E dopo un’ora, non avendo ricevuto risposta, scrive ancora: “Ilaria per favore volevo solo sentire per un secondo la tua voce cosi siamo veramente sicuri che tu stai bene”. Dall’altro capo del telefono c’è Mark Samson, il killer della ragazza. Che non risponde più. E addirittura, quando incrocia il papà di Ilaria fuori dalla Questura, continua la sua messinscena e lo abbraccia. Un comportamento spregiudicato, che per gli inquirenti dimostra una terribile lucidità.
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Oltre ai messaggi Whatsapp mandati in giro a destra e sinistra sempre con il telefono di Ilaria, Samson mette mano anche ai social della ragazza. Entra nel suo profilo Facebook e il 31 marzo pubblica una storia: “Grazie a tutti, sto bene“. È il giorno in cui viene dichiarata ufficialmente la scomparsa della 22enne, dopo la denuncia della famiglia. Quella storia non fa che destare ulteriori sospetti, anche tra gli amici di Ilaria: non ha senso, è troppo strana. A Mark gli inquirenti arriveranno il giorno dopo, l’1 aprile. Nella notte tra l’1 e il 2 aprile, al termine di un lungo interrogatorio in cui il giovane di origini filippine confessa di aver ucciso la sua ex fidanzata, porterà la Polizia nel luogo dove ha abbandonato il corpo di Ilaria, chiuso in una valigia e buttato in dirupo nei boschi di Pola, a 40 chilometri da Roma.
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