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VIDEO | Coronavirus, con la quarantena calano le vaccinazioni? Russo (Sip): “Bisogna correggere il tiro”

"Non c'è ancora un dato numerico che ci permetta di confermare il calo delle vaccinazioni, ma abbiamo colto dal territorio il grido d'allarme"

Pubblicato:16-04-2020 12:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:09

vaccini
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ROMA – “La pandemia ha creato uno spaesamento che sicuramente genererà un calo vaccinale legato alla stessa modalità di offerta. Prima l’intervallo vaccinale tra un bambino e un altro era di 15 minuti, con 4 bambini in un’ora, ora ne abbiamo 1 ogni 30 minuti. Se a questo calo ‘accettabile’ aggiungiamo anche la paura del genitore o l’impreparazione del centro a gestire l’emergenza, allora la situazione peggiorerà. Per farcela dobbiamo correggere adesso il tiro”. A dirlo è Rocco Russo, responsabile del tavolo tecnico vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), che aggiunge: “Non c’è ancora un dato numerico che ci permetta di confermare il calo delle vaccinazioni, ma abbiamo colto dal territorio il grido d’allarme. Ci sono delle discrepanze in merito alla modalità di offerta dei vaccini da parte dei vari distretti sanitari”.

Alcuni centri vaccinali sono stati “chiusi per un problema di accorpamento nelle varie città- fa sapere Russo- per fronteggiare meglio la pandemia. Gli stessi centri hanno richiamato i genitori per spostare le dosi di vaccino a date da stabilire. Tutto questo ha creato dei problemi, poiché non ci sono indicazioni da parte dello stesso ministero in merito a modifiche dell’offerta vaccinale. Parliamo di livelli essenziali di assistenza, dobbiamo garantire l’offerta vaccinale allo stesso modo e su tutto il territorio- continua Russo- dobbiamo garantire ai bambini la possibilità di essere protetti da malattie prevenibili con i vaccini”.


I centri vaccinali sono luoghi sicuri. “Mettono in atto tutte le misure precauzionali previste dalla normativa per quanto riguarda il distanziamento sociale, l’igiene delle mani, l’areazione degli ambienti e tutte le norme previste anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità per garantire la massima protezione e la migliore offerta vaccinale”. Le criticità si diversificano poi in base alle singole situazioni. Rispettare il distanziamento sociale può essere difficile nel momento in cui si richiede che “il bambino dopo la vaccinazione stia in sala d’attesa per 15 minuti, così da monitorare eventuali reazioni post vaccini. Alcuni centri condividono la sala d’attesa con altre specialità e, quindi, con altri pazienti. Per questo motivo si sono organizzati in modo che il bambino aspetti in macchina”.

Un altro problema si riscontra, inoltre, con quei genitori che hanno “paura di recarsi nel centro vaccinale o temono di vaccinare il bambino nel periodo epidemico. È una paura infondata- afferma il pediatra- perché non esistono studi né raccomandazioni che controindicano la vaccinazione in questo periodo. Il bambino che si vaccina non compromette il suo sistema immunitario al punto da potersi esporre a un rischio di contagio da Coronavirus. Tutto deve svolgersi secondo i tempi e le modalità previste dal piano nazionale vaccinale. Se procrastiniamo le sedute vaccinali nel tempo si creeranno due problematiche: quando si risolverà la pandemia correremo il rischio di dover contrastare le epidemie locali da malattie prevenibili con vaccino; e un carico di lavoro sull’attività vaccinale- conclude Russo- che porterà appunto a dilazionare i tempi dell’offerta vaccinale”.

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