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Processo Cucchi, il carabiniere indagato per omicidio stringe la mano a Ilaria: “Mi dispiace”

Il carabiniere Francesco Tedesco, imputato per omicidio preterintenzionale nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi, dopo il suo interrogatorio

Pubblicato:16-04-2019 14:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:22
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ROMA – Una stretta di mano a Ilaria Cucchi accompagnata dalle parole “mi dispiace”. Così il carabiniere Francesco Tedesco si è congedato dall’aula della I Corte d’assise del Tribunale di Roma, al termine del suo interrogatorio come imputato (per omicidio preterintenzionale) nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi

“Dopo il primo schiaffo, Stefano non ha avuto il tempo di lamentarsi, non ha gridato- ha raccontato Tedesco- È caduto in terra stordito e non ha urlato neppure dopo il calcio che gli è stato sferrato a terra. Poi, quando l’ho aiutato a rialzarsi, gli ho chiesto come stava e lui mi ha detto di stare tranquillo perché era un pugile. Ma si vedeva che non stava bene”.

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CUCCHI. CC TEDESCO: D’ALESSANDRO E DI BERNARDO SI SONO NASCOSTI DIETRO ME

“Cominciai a maturare la convinzione di dover parlare il 30 luglio 2015, quando fui convocato dal pm”. Lo ha detto il carabiniere Francesco Tedesco nel corso del suo controesame davanti ai giudici della I Corte d’Assise del Tribunale di Roma, dove si sta svolgendo il processo bis sulla morte di Stefano Cucchi, che vede imputato anche Tedesco per il reato di omicidio preterintenzionale.

Il militare dell’Arma ha puntato il dito contro altri due carabinieri coimputati nel processo, Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo: “D’Alessandro e Di Bernardo si sono nascosti per dieci anni dietro le mie spalle. A differenza mia, non hanno mai dovuto affrontare un pm. L’unico ad affrontare la situazione e ad avere delle le conseguenze ero io. In tutti questi anni l’unica persona che aveva da perdere ero io, ero l’unico minacciato”.

Nel corso del suo esame, Tedesco ha ricostruito le fasi dell’arresto del giovane geometra romano la notte del 15 ottobre 2009, raccontando di avere visto personalmente lo scambio droga-denaro di Cucchi con il suo cliente e indicando tutti i componenti del gruppo che realizzarono le varie perquisizioni (personale, dell’auto e domiciliare) di Cucchi quella notte.

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