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Sia: “Nel Lazio manca una rete per patologie tempo dipendenti uroandrologiche”

L'appello al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e all'assessore della Sanità, Alessio D'Amato

Pubblicato:16-04-2018 12:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:46

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ROMA – Noi come Società italiana di andrologia abbiamo cercato di venire incontro soprattutto a tutte quelle che sono le esigenze del paziente, del cittadino, in campo uroandrologico”. Lo ha dichiarato Marco Bitelli, andrologo dell’ospedale di Frascati e rappresentante regionale Sia, a margine del convegno ‘Il ruolo degli affetti nei pazienti sottoposti a chirurgia per cancro della prostata’. La Sia, Società italiana di andrologia, è stata costituita a Pisa il 14 febbraio del 1976 e raccoglie studiosi italiani o stranieri che svolgono attività clinica o di ricerca in campo andrologico. Solo nel Lazio conta su 150 specialisti dell’apparato urogenitale dislocati sia in strutture pubbliche che private.

“Nella nuova ridistribuzione delle Asl- ha continuato- sono state create delle cosiddette reti per le patologie tempo dipendenti, in pratica quelle che devono essere trattate in tempo molto breve per evitare dei danni successivi come l’infarto, l’ictus e i politraumi. In tutto questo noi crediamo che sia necessario l’istituzione di una rete per patologie tempo dipendenti di carattere uroandrologiche, anche se questo tipo di patologie sono nettamente inferiori rispetto a una malattia cardiovascolare allo stesso tempo le eventuali conseguenze sarebbero invalidanti per il paziente perché comunque andrebbero ad inficiare la salute sessuale del paziente che, come sappiamo è stato sancito dallo Oms, come un diritto al benessere sessuale”.


“Ci siamo rifatti- ha spiegato ancora Bitelli- al modello attualmente in atto che è quello dell’hub and spoke cioè avere un centro di riferimento che sia di raccordo con tutti i vari centri molto più piccoli. Per fare un esempio: la torsione del testicolo, che è la patologia percentualmente più importante, andrebbe trattata entro le 6 ore, però per ritardi sia del paziente o anche sulla diagnostica o su un trasferimento si perde del tempo che ha come conseguenza più diretta la perdita del testicolo da parte del paziente; oltre alle problematiche di carattere medico legali a cui andiamo incontro noi operatori. Per questo vorremmo creare all’interno di tutti gli ospedali del Lazio di secondo livello, che sono tre a Roma e uno in ogni provincia, un’unità dipartimentale di andrologia che sia di riferimento per tutti e che abbia una sua autonomia di budget in modo da gestire la propria attività e la propria specializzazione con formazione del personale adeguato. Senza questa unità semplici dipartimentali di uroandrologia e un’adeguata rete di collegamento i pazienti potrebbero andare incontro a conseguenze molto serie come l’impotenza grave e irreversibile, come la perdita del testicolo e un danno grave alla capacità riproduttiva. Queste conseguenze potrebbero essere evitabili con un’organizzazione sanitaria che dia un’assistenza universale in grado di dare risposte rapide ad un problema dove il fattore tempo è decisivo“.

“Per questa ragione- ha concluso Bitelli- rivolgiamo un appello al governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e all’assessore della Sanità, Alessio D’Amato, per creare strutture andrologiche per le patologie tempo dipendenti”.

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