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A Parma portalettere stremati, parte l’sos al Prefetto

"La frustrazione, il disagio e la rabbia per non essere messi in condizioni di svolgere adeguatamente il proprio lavoro è a livelli insostenibili"

Pubblicato:16-04-2016 12:13
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:34

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posteBOLOGNA –  Finora hanno stretto i denti “sostenendo carichi e condizioni di lavoro al limite della sopportabilità e della liceità”. Ora però i postini di Parma sono letteralmente allo stremo: “La frustrazione, il disagio e la rabbia per non essere messi in condizioni di svolgere adeguatamente il proprio lavoro è a livelli insostenibili”, raccontano i sindacati che li rappresentano (Slc-Cgil, Slp-Cisl e Uilposte Uil). E questo andranno a raccontarlo direttamente al prefetto Giuseppe Forlani: i confederali infatti, dopo aver diffidato l’azienda “a rispettare orari di lavoro e a non scaricare responsabilità della mancata consegna sui portalettere”, e dopo l’ennesima fumata nera sui problemi del recapito a giorni alterni (il tavolo con l’azienda a Bologna “non ha portato ad alcuna concreta soluzione”), hanno deciso di andare a ‘denunciare’ tutto al prefetto. Chiederanno udienza e organizzeranno un sit-in durante l’incontro con Forlani. C’è da accendere i riflettori sui problemi aperti, ma anche sui rischi che sono dietro l’angolo: “In queste condizioni procedere con la riorganizzazione anche negli altri Comuni della provincia di Parma sarebbe un gravissimo errore senza una verifica preventiva delle azioni necessarie per ovviare alle criticità e inefficienze già emerse in altri territori della regione e in città a Parma, dove si sta assistendo al fallimento del nuovo modello di recapito ed alla sua inadeguatezza”, avverte Davide Fellini, segretario Slc-Cgil di Parma. All’incontro con il prefetto, che si aggiunge a quello del 2 maggio con i sindaci e il presidente della Provincia, Filippo Frittelli, “spiegheremo che postini vogliono consegnare la posta e che i cittadini hanno diritto ad un servizio efficiente”, dicono Angelo Fiorillo (Slp) e Daniela Campanini (Uilposte).

Le tre sigle sindacali di Parma inoltre temono che “ci possa essere una volontà, non tanto nascosta, di far fallire l’intera riorganizzazione e giustificare così lo scorporo del servizio di recapito dal resto del gruppo Poste proprio nel momento in cui il Governo torna a paventare la cessione di un ulteriore 30% di azioni di Poste ai privati”. Nel frattempo, le sigle dei confederali, ricordano che l’accordo da cui è disceso il recapito a giorni alterni “prevedeva una serie di azioni che avrebbero dovuto permettere di migliorare l’efficienza e la qualità del servizio e contemporaneamente l’adeguamento dell’offerta di prodotti e servizi alle esigenze della clientela nonché ridurre i costi con l’obiettivo di rilanciare il settore del recapito a fronte di una situazione economica deficitaria del settore”. L’azienda inoltre si era impegnata ad investire 200 milioni “e a garantire mezzi, strumenti e ripartizione della posta tali da assicurare la regolare consegna del corriere”. Ma, accusano da Parma Slc-Slp-Uilposte, “Poste oggi è inadempiente e i gli effetti li stanno pagando cittadini e lavoratori”.


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