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Rocca: “La Regione Lazio ha una situazione finanziaria drammatica. I sottosegretari servono per lavorare bene”

Il governatore presenta le linee programmatiche in Consiglio regionale e sottolinea l'entità del debito: "Siamo a 22 miliardi, cifra mai registrata. Parlerò con il Governo"

Pubblicato:16-03-2023 14:58
Ultimo aggiornamento:17-03-2023 10:14

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ROMA – “La situazione finanziaria del Lazio è drammatica. Come emerge dalla parifica della Corte dei Conti del bilancio 2021, l’entità del debito è di 22 miliardi: cifra mai registrata nel Lazio. Questo ridurrà il margine di manovra, dobbiamo intervenire”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, illustrando in Consiglio regionale le sue linee programmatiche. E su Roma, che il governatore ha definito “in situazione collassata e caotica”, domani pomeriggio alle 15 Rocca incontrerà il sindaco Roberto Gualtieri nel palazzo dell’ente in via Cristoforo Colombo. Tra i temi che verranno trattati ci sarà sicuramente quello del termovalorizzatore che il primo cittadino, nella sua veste di commissario di Governo, intende realizzare a Santa Palomba.

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NO AL NUOVO COMMISSARIAMENTO

Il grande debito del Lazio non rischia però di riportare la Regione sotto commissariamento, secondo il neo-governatore. “Noi oggi siamo già sotto piano di rientro e questo non cambia se c’è un commissario o meno. C’è da vedere col Governo un tema di sostenibilità di un debito così importante per affrontarlo e non rimanerne schiacciati“. Rocca non ha intenzione di andare dall’esecutivo nazionale a chiedere soldi: “Sarei irresponsabile a presentarmi dal Governo con una crisi come quella attuale e dire ‘mi dovete dare i soldi’, bisogna anche ragionare sulle cose che si possono fare e non chiedere l’impossibile solo per fare demagogia. Le risorse a disposizione del Paese purtroppo sono queste”.


Il presidente della Regione spiega quindi: “Dobbiamo trovare altre soluzioni tecniche che ho in mente ma prima di dirle voglio verificarle, anche per evitare di aprire un dibattito inutile. Farò una conferenza stampa dedicata alla situazione finanziaria, perché anche la mia misurabilità passa attraverso la chiarezza sui conti. Chiudiamo un periodo storico fatto di accuse reciproche che alla fine non cambiano la sostanza, sempre 22 miliardi di debito abbiamo e da quello dobbiamo partire”.

ROCCA: 4 SOTTOSEGRETARI NON PER LITI POLITICHE MA PER LAVORARE BENE

Rocca ha poi annunciato che nominerà quattro sottosegretari in aggiunta ai dieci componenti della sua Giunta. Non subito, perché sarà necessaria una modifica allo Statuto che richiederà una doppia lettura in Consiglio regionale, ma certamente non per risolvere liti all’interno del centrodestra dopo che era stato varato l’esecutivo pochi giorni fa. “La questione dei sottosegretari non è legata a malumori nel centrodestra – ha spiegato Rocca – Nelle Regioni abbiamo dei tetti rispetto agli assessori determinati dalla legge Monti. Ci sono assessorati che per tematica pesano meno ma quando si mettono insieme alcune deleghe escono fuori assessorati che sono dei ‘mostri’ in termini di peso che deve essere seguito quotidianamente. Quindi, non avendo la possibilità di aumentare gli assessori c’è la possibilità invece, attraverso una piccola modifica statutaria, di creare quattro sottosegretari e avere qualcuno che possa seguire meglio personalmente i temi. I sottosegretari non nascono da una questione di lite politica ma di potere lavorare bene”.

ROCCA: CON ME REGIONE TORNERÀ A ESSERE CASA DEI SINDACI

“La Regione sotto la mia guida deve tornare a essere un luogo di ascolto, la casa dei sindaci. Dobbiamo tornare ad ascoltare i territori e dargli le risposte che attendono da troppo tempo“, ha spiegato Rocca in Consiglio regionale. “Questo è il luogo dove la sintesi deve trovare aria pura per potersi realizzare senza cedere alla voglia di cogestione ma con la capacità profonda di ascoltare e se servirà di correggersi, davanti all’interesse dei nostri cittadini – ha aggiunto – Mi piacerebbe che il Consiglio diventasse un luogo dove confrontarsi. Le sfide che abbiamo davanti sono troppo importanti per abbassarle a piccolo consenso immediato – ha sottolineato l’ex presidente della Croce rossa -. Abbiamo il dovere di non cercare l’applauso facile ma di assumerci sulle nostre spalle la responsabilità di restituire alla Regione un’anima”.

ROCCA: ROMA IN CONDIZIONE COLLASSATA E CAOTICA

“Con molti Comuni virtuosi che raggiungono anche l’80 per cento di differenziata c’è la caotica e collassata condizione in cui versa la Capitale, che ha una pessima qualità di raccolta differenziata, che raggiunge a stento il 40 per cento e conferisce altrove il 60 per cento restante, con un dispendio di economia fuori misura”, ha sottolineato Rocca. “La Regione intenderà collaborare con l’amministrazione capitolina per raggiungere nei cinque anni il 70 per cento di differenziata – ha aggiunto il governatore – contribuendo a trovare soluzioni per smaltire la quota residua di rifiuti progressivi, e nell’immediato, anche nuove linee agli impianti di combustione esistenti (l’unico in funzione è il termovalorizzatore di Acea a San Vittore, ndr), che peraltro anche l’amministrazione Zingaretti aveva già autorizzato”.

Secondo Rocca “realizzare gli impianti di trattamento previsti e mettere a regime quelli già esistenti consentirà di misurare potenza e quantità delle linee e delle tecnologie necessarie per smaltire il residuo e anche la tecnologia di combustione che potrà essere adeguata alle necessità”. Insomma, Rocca non chiude al termovalorizzatore di Roma ma nello stesso tempo lascia aperta la porta a tecnologie alternative per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti della Capitale.

E in più il governatore ha avvisato: “Realizzare termocombustori sovradimensionati potrebbe violare le leggi e le direttive esistenti, e aprire un nuovo ciclo di scala nazionale, anziché chiudere quello di scala regionale. Ogni soluzione che aiuta l’impatto zero per me è benvenuta. Mi piacerebbe dire che tra cinque anni l’epoca delle discariche sarà alle nostre spalle. Il termovalorizzatore si dice che si costruisce in sei anni, probabilmente verrà inaugurato nella mia seconda legislatura…”.

ROCCA: MIO NON È NO A TERMOVALORIZZATORE MA VA DIMENSIONATO

Rocca ha rimarcato dunque che non si dice contrario al termovalorizzatore di Roma ma prima vuole vedere affrontate e risolte due questioni: la viabilità su via Ardeatina e il ‘dimensionamento dell’impianto’, cioè sostanzialmente una riduzione della capacità rispetto alle 600mila tonnellate previste perché “prima si mette a regime quello che era già programmato”, cioè l’ampliamento del termovalorizzatore Acea di San Vittore, “e poi si cerca di calibrare, ma le cose possono avvenire contemporaneamente”.

A margine dell’illustrazione delle linee programmatiche in Consiglio, Rocca ha spiegato che “affronterò col sindaco la questione della viabilità sull’Ardeatina in maniera molto razionale. C’è un tema perché quando l’impianto sarà a regime ci sarebbero 1.600/1.800 compattatori al giorno che dovrebbero attraversare quella strada e sfido chiunque a farla e vedere la densità di traffico che deve affrontare. Bisogna trovare una soluzione ma questo non venga letto come un no al termovalorizzatore, è semplicemente il dimensionamento dell’impianto”.

ROCCA: GESTIONE TERMOCOMBUSTORI INSOSTENIBILE SENZA AIUTO STATO

Nel corso dell’illustrazione delle linee programmatiche, Rocca ha parlato anche di rifiuti: “Dobbiamo essere consapevoli che la gestione degli impianti di termocombustione non è sostenibile senza l’intervento fiscale dello Stato a parziale rimborso del servizio steso dagli operatori del settore, giusto per sfatare un luogo comune. Ma è inaccettabile trincerarsi dietro pregiudizi ideologici – ha puntualizzato il governatore del Lazio – contro qualunque tecnologia idonea alla cosiddetta chiusura del ciclo dei rifiuti, definizione secondo la quale il residuo di recupero, riciclo e riuso va comunque trattato in modo responsabile, e non inviato in altre Regioni e nazioni con costi esorbitanti per la comunità, come accade ora”.

ROCCA: CON GUALTIERI SUPERIAMO ‘CASERMONI’ CORVIALE E TOR BELLA MONACA

Superare gli ospedali a padiglioni ma anche le case popolari fatte a ‘casermoni’ come quelle di Corviale (dove c’è il famoso ‘chilometro’ di cemento’) e Tor Bella Monaca. Questo è un altro obiettivo del neo-presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Come riuscirci? “Non sarei mai per buttare giù e ricostruire ma per costruire e semmai poi buttare giù – ha spiegato il governatore – Serve suolo per farlo, certo, ma l’abbrutimento che porta vivere in luoghi del genere diventa un imperativo che insieme al sindaco dobbiamo affrontare con soluzioni razionali. Questa è una cosa che dobbiamo fare, oserei dire mano nella mano, per dare una risposta a tanta bruttezza – ha osservato Rocca – È una situazione orribile e vivere in quelle case così spersonalizzate non aiuta nemmeno alla cura, lo dice chi per anni ha vissuto nelle case popolari a Spinaceto con sua nonna“.

Insomma, via enormi blocchi di cemento per fare spazio a costruzioni più piccole: “Il condominio più piccolo aiuta anche alla formazione di microcomunità. Di soluzioni ce ne sono – ha aggiunto Rocca – Fatemi sognare, poi magari tra cinque anni ci sbatterò la faccia”.

LA CARENZA DI ORGANICO NELLA SANITÀ DEL LAZIO

Rocca ha poi proposto un tavolo con i ministeri della Salute e della Ricerca per colmare il gap sugli “organici dei nostri pronto soccorso e dei dipartimenti di emergenza. È una lacuna grave e ovviamente sarebbe irresponsabile da parte mia dire che è una responsabilità solo di chi ha governato precedentemente – ha dichiarato – è stata una mancanza di visione anche nella programmazione sanitaria generale in tema di posti d’accesso alla medicina d’urgenza e a coloro che vogliono spendersi, anche se comunque sembra che ci sia questo problema serio, perché i nostri concorsi vanno deserti o poche persone chiedono. Anche su questo, quindi, apriremo un tavolo di confronto con il ministero della Salute e quello della Ricerca, però è importante che si vada a lavorare su questo”. Come è importante, secondo Rocca, “che si vada a lavorare immediatamente sull’apertura dei corsi per operatore sociosanitario specializzato. La Regione Lazio ancora non ha avviato questa importante riqualificazione”.

Ancora in tema di sanità, il presidente della Regione Lazio ha sottolineato: “Il preconsuntivo 2022 dei conti del Servizio sanitario regionale certifica un disavanzo di 216 milioni, per il quale entro il 20 aprile al tavolo di verifica con i ministeri bisognerà fornire idonea copertura. Per quanto riguarda la sanità la criticità riguarda il Fondo di dotazione negativo di oltre un miliardo di euro, che la Regione ha ridotto a circa 700 milioni, ma la Corte contesta le modalità contabili utilizzate e, all’esito della riapertura della parifica 2021, avrà un grave impatto sui conti del 2022, cosicché il Fondo di dotazione potrebbe nuovamente essere riportato al valore originario, che supera il miliardo di euro”.

Il governatore ha poi spiegato che la proiezione del debito sanitario per il 2023 “è a circa meno 600 milioni, quindi occorre intervenire, trovare delle soluzioni, probabilmente occorrerà anche alzare e far sentire forte la nostra voce, perché comunque questa Regione ha una forte penalizzazione, dovuta anche a una centralità di Roma, che ha e porta con sé tutta una serie di specificità“.

ROCCA: RECUPERARE FORLANINI, IPOTESI RSA PER IL SAN GIACOMO

Per quanto riguarda la sanità, Rocca ha parlato di ospedali: “Vogliamo recuperare il San Giacomo e il Forlanini”. Sul primo, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha ribadito la sua vocazione a nosocomio, “non penseremo a un ospedale per acuti. Rimetterci mano in questo senso – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – avrebbe costi insostenibili ma se gli eredi della famiglia Salviati ci aiuteranno si può pensare a una Rsa, mantenendo così una vocazione socio-sanitaria“.

Quanto invece al policlinico Umberto I e al San Camillo, secondo Rocca “gli ospedali a padiglioni hanno fatto il loro tempo. In questo senso la sanità va ripensata, non è un caso che le aziende ospedaliere siano quelle che perdono di più e che i due nosocomi a padiglioni di Roma perdano entrambi 150 milioni di euro l’anno. Dobbiamo fare scelte coraggiose e assumercene la responsabilità, altrimenti saremmo costretti ad artifizi contabili che sottrarranno risorse alle azienda sanitarie del territorio per dire che la nostra sanita è in pareggio. C’è un problema strutturale in quelle due strutture e se non lo affrontiamo responsabilmente, è ovvio che avremo un’emorragia”.

“Cerchiamo di capire questo dialogo col Bambino Gesù, ma mi pongo il problema del fatto che abbiamo due ospedali a padiglioni che perdono 300 milioni di euro l’anno (Umberto I e San Camillo, ndr) e c’è una questione di impatto di queste strutture che portano a una dispersione strutturale importante”, ha detto Rocca riguardo all’ospedale Forlanini. Per il neo-governatore, “se il Forlanini lo prende il Bambino Gesù ben venga, secondo me è un grande impegno anche per il Bambino Gesù. Noi possiamo vedere se riusciamo a recuperare anche il Forlanini come San Camillo, fare dei lavori di adeguamento che possano consentirne l’assorbimento e i padiglioni che rimangono farci una Rsa. Bisogna lavorarci con i tecnici ma l’idea è andare verso il superamento degli ospedali a padiglioni”.

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