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Le Famiglie Arcobaleno chiamano alla disobbedienza civile: “E Meloni ci incontri”

Organizzato un presidio sabato a Milano. In Italia le famiglie omogenitoriali sarebbero 150mila

Pubblicato:16-03-2023 11:15
Ultimo aggiornamento:16-03-2023 16:13

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ROMA – “Sono una madre e ho la stessa età di Giorgia Meloni, siamo cresciute nella stessa città e non veniamo dall’alta borghesia romana. Ho chiesto più volte al presidente del Consiglio un incontro, eppure dall’altra parte non ho mai visto questa volontà. Non è possibile attaccare una parte del Paese e non avere il coraggio di confrontarsi con questa parte del Paese“. La richiesta viene da Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno, che si dice ‘agghiacciata‘ dagli ultimi fatti di questi giorni: la sospensione a Milano delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia e il blocco da parte della commissione Politiche europee del Senato della proposta dell’UE per un certificato europeo di filiazione.

“Alla maggioranza di governo ricordo che in Italia ci sono 150mila famiglie omogenitoriali, ma queste sono solo delle stime- avverte Crocini- perché non c’è la possibilità di riconoscimento, e quindi non è possibile tracciarle. La realtà, però, è che non siamo più un fenomeno di nicchia, siamo un fenomeno in crescita esponenziale”.

“CI ASPETTIAMO LA DISOBBEDIENZA CIVILE”

Le Famiglie Arcobaleno sono tra gli organizzatori del presidio di sabato a Milano. “Questi sono i momenti in cui la società civile e i partiti progressisti possono unirsi, fare rete e creare una nuova resistenza contro la cancellazione dei diritti. Milano- ricorda la presidente delle famiglie Arcobaleno- faceva questi certificati insieme a poche altre realtà italiane. Speriamo che da questa battuta d’arresto si possa ripartire. È vero che non c’è una legge nazionale, e non ci aspettiamo che questa maggioranza sanerà il vuoto normativo, ma ci auguriamo che ci sia un grande movimento di disobbedienza civile anche da parte dei sindaci”.


La questione del certificato di filiazione è ancora più “agghiacciante”, secondo Crocini. “Sancisce la libera circolazione delle famiglie nel territorio della Comunità europea e riguarda tutte le coppie, non solo quelle omogenitoriali. Questo certificato non cambia la legge italiana o il diritto di famiglia italiana, ma permette a un cittadino straniero, a una famiglia straniera, di venire in Italia e vedersi riconosciuta come famiglia in Italia così come lo è nel Paese di origine. Il governo italiano toglie i diritti ai cittadini europei nel momento in cui arrivano in Italia. Sono imbarazzata ad essere costretta a vivere in questo paese”.

Anche per l’associazione Differenza Lesbica Roma “questo diniego al certificato europeo è il frutto di una matrice ideologica. Un certificato di filiazione deve vietare qualsiasi discriminazione per tutti i bambini e i figli della Comunità europea. Dire no a questo certificato vuol dire attuare una propaganda ideologica”, spiega alla Dire la presidente Lucia Caponera. “Si sta facendo una confusione voluta- prosegue Differenza Lesbica- per mirare a voltare lo sguardo altrove senza affrontare la questione: dare il riconoscimento alla libera circolazione di tutti i bambini, su cui non può vigere alcuna discriminazione. Ci vuole una reazione collettiva che mette mano a questa situazione. Si è figli in Europa e in Italia“. Rispetto poi alla questione relativa alla maternità surrogata, “questa si scontra con la legge 40 che già si esprime contro”, chiarisce.

Per Caponera la strada è “la lotta costante per il riconoscimento dei figli alla nascita. Oggi l’unico modo per avere il riconoscimento dell’altro genitore è fare ricorso ai tribunali, ovvero avviare un percorso dispendioso e gravoso che mette sotto la lente di ingrandimento gli affetti e l’amore delle famiglie che già esistono. Dobbiamo mettere mano ad una garanzia costituzionale e legislativa per dare loro pari diritti e dignità”.

“LE NOSTRE FAMIGLIE ESISTONO, SALVINI SE NE FACCIA UNA RAGIONE”

Infine, Differenza Lesbica Roma rivolge un ultimo pensiero al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per il quale i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre: “Questa è la solita tiritera che va avanti in maniera costante e che non guarda alla realtà. La società dice che le nostre famiglie esistono e sono composte da due donne o da due uomini. Si chiamano madri e padri, Salvini e la maggioranza se ne facciano una ragione. Non neghino una realtà che esiste e che merita riconoscimento e tutele. Le ricerche dicono che l’amore all’interno di questi vissuti è straordinario e deve trovare piena legittimità”.

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