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Ucraina, delegazione russa: “Kiev propone neutralità sul modello Svezia”. A Mariupol bombardato teatro rifugio per sfollati

Vladimir Medinsky, capo delegazione di Mosca, spiega che Kiev ha proposto lo status di nazione neutrale demilitarizzata ma con un proprio esercito e una propria marina. I colloqui vanno avanti

Pubblicato:16-03-2022 10:47
Ultimo aggiornamento:17-03-2022 11:05
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zelensky G7
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ROMA – Una “neutralità sul modello svedese o austriaco” che include quindi “il mantenimento di proprie forze armate” è stata avanzata come proposta dall’Ucraina nel corso delle negoziazioni con la Russia. A riferirlo è il capo delegazione russa ai colloqui, Vladimir Medinsky, citato dall’agenzia Ria Novosti. Secondo quanto riportato da Mosca, il rappresentante del Cremlino ha affermato che Kiev ha proposto “una versione austriaca e svedese di uno Stato neutrale demilitarizzato, ma allo stesso tempo con un proprio esercito e una propria marina“. Medinsky ha poi aggiunto che “tutte queste questioni vengono discusse a livello di leadership dei ministeri della Difesa di Russia e Ucraina”.

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Questa opzione suggerita dall’Ucraina andrebbe parzialmente incontro a una delle richieste fatte dalla Russia per mettere fine all’offensiva militare lanciata quasi tre settimane fa, ovvero l’inserimento del principio di neutralità nella Costituzione ucraina con la contemporanea e definitiva rinuncia a fare ingresso nella Nato. Il quarto round di negoziati tra i due Paese è cominciato lunedì, in videocollegamento, ed è ancora in corso. Ieri il presidente Volodymyr Zelenksy aveva affermato che le posizioni di Mosca ai colloqui iniziavano a essere “più realistiche”.


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20MILA PERSONE VIA DA MARIUPOL IN 24 ORE CON CORRIDOIO UMANITARIO

In Ucraina almeno 29mila persone sono riuscite a lasciare le città dove si stanno svolgendo i combattimenti più intesi grazie ai corridoi umanitari che sono stati garantiti ieri. Di queste circa 20mila dalla sola città di Mariupol, località portuale da 400mila abitanti affacciata sul Mar Nero teatro da diversi giorni di un assedio delle forze armate russe. A riferire queste cifre sono stati il dirigente dell’ufficio presidenziale di Kiev, Kyrylo Tymoshenko e il consigliere del ministro degli Interni, Vadym Denysenko.

Secondo quanto riportato ieri da Tymoshenko sul suo canale Telegram, ieri “circa 20mila persone hanno lasciato Mariupol a bordo di auto private e grazie a un corridoio umanitario. Di circa 4.000 auto che hanno lasciato la città, 570 sono già arrivate a Zaporizhzhia”, distante poco meno di 200 chilometri in direzione nord-ovest. La situazione nella città, dove si verificano da giorni bombardamenti russi, resta critica. Stando a quanto aveva affermato la vice-prima ministra Iryna Vereshchuk, lunedì le persone rimaste bloccate in città erano ancora circa 300mila. Si può quindi presumere che ora siano oltre 250mila. Fra queste, sempre secondo fonti del governo ucraino, ci sarebbero circa 3.000 bambini molto piccoli con urgenti necessità di cibo e medicine. Rispetto ai corridoi umanitari previsti per oggi, Vereshchuk ha detto di non aver ricevuto conferme della loro attivazione da parte della Croce Rossa. Secondo la vicepremier, le forze armate russe starebbero violando il cessate il fuoco temporaneo accordato per garantire le evacuazioni.

IL VICESINDACO DI MARIUPOL: “BOMBARDATO TEATRO RIFUGIO PER SFOLLATI

Un teatro divenuto rifugio per sfollati nella città di Mariupol è stato bombardamento dalle forze russe: lo ha riferito oggi il vicesindaco della città dell’Ucraina, Serhiy Orlov. Le sue dichiarazioni sono state rilanciate dall’emittente Bbc e da altre testate internazionali, che hanno sottolineato di non poter però confermare la notizia in modo indipendente. Secondo Orlov, nell’edificio si trovavano tra le mille e le 1.200 persone. Il vicesindaco ha aggiunto di non essere in grado di dire se il bombardamento abbia provocato vittime.

USA PRONTI A INVIARE ALTRI AIUTI MILITARI PER 800 MILIONI

Aiuti militari all’Ucraina per un valore di 800 milioni di dollari dovrebbero essere annunciati oggi dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, stando a quanto riferito all’emittente Cnn da una fonte interna alla Casa Bianca. Il pacchetto di sostegni al settore della difesa, che secondo le fonti del governo americano sarà ufficializzato oggi dal presidente, porta a un miliardo di dollari il valore degli aiuti annunciati da Washington per questo comparto in circa una settimana.

Quest’ultimo sforzo da parte americana è parte di un più ampio stanziamento da 13,6 miliardi dollari di aiuti a Kiev nel contesto dell’offensiva militare lanciata dalla Russia, previsto da una legge firmata ieri dal presidente. Secondo la Cnn, fra gli armamenti che verranno spediti in Ucraina ci sono missili anti-carro e anti-aereo. Per l’emittente americana l’invio di questi aiuti allontana però ancora di più la possibilità che gli Stati Uniti e gli alleati della Nato si impegnino per l’imposizione di una ‘no-fly zone’ sui cieli ucraini, come più volte richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky. Secondo Washington, ma anche secondo i vertici dell’Unione europea, l’introduzione di una misura simile comporterebbe il coinvolgimento diretto di forze Nato e quindi moltiplicherebbe i rischi di un conflitto internazionale su larga scala.

DENISOVA (DEPUTATA): “L’UE COSTRINGA LA RUSSIA AL RITIRO

Usate tutti i meccanismi e gli strumenti che avete per aumentare le sanzioni per costringere gli aggressori a ritirarsi dal territorio di tutto il Paese, con una no-flight zone sull’Ucraina e un tribunale speciale per punire i crimini compiuti dagli aggressori”. Questo l’appello della commissaria per i Diritti umani del Parlamento ucraino, Liudmyla Denisova, in audizione a distanza alla sottocommissione per i Diritti umani al Parlamento europeo.

“Più di 2000 case sono state distrutte, 300 ospedali e 122 scuole sono stati colpiti in Ucraina e più di 100 persone sono morte nell’attacco all’ospedale di Mariupol, con la città che è accerchiata dal nemico e che è rimasta senza scorte di cibo ed acqua”, ha aggiunto Denisova. La situazione è grave e “la guerra ha costretto più di tre milioni a rifugiarsi nell’Unione Europea e più di un milione di questi sono bambini”, ha detto la deputata ucraina ai parlamentari europei.

STOLTENBERG (NATO): “SOSTENERE KIEV, MA NO A ESCALATION

“Gli alleati sono uniti sia nel fornire supporto all’Ucraina per sostenere il diritto all’autodifesa sia nel sostenere che la Nato non dovrebbe schierare forze a terra o nello spazio aereo ucraino perché abbiamo la responsabilità di garantire che non ci sia un’escalation di questa guerra oltre l’Ucraina”: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo la riunione dei ministri della difesa tenutasi a distanza a cui hanno partecipato anche Unione Europea, Ucraina, Georgia, Finlandia e Svezia.

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I ministri hanno deciso di continuare a fornire supporto all’Ucraina, in termini di sostegno finanziario, aiuti umanitari e rifornimenti militari. Inoltre, la Nato e gli alleati stanno ospitando milioni di rifugiati ucraini“, ha sottolineato Stoltenberg. “Abbiamo chiesto ai nostri comandanti militari di sviluppare delle opzioni di terra, aria, mare, cyber e spazio”, ha continuato il segretario generale, evidenziando l’importanza degli investimenti in questo campo. “Gli alleati devono investire almeno il 2% del PIL nella difesa – ha detto sostiene Stoltenberg – ma abbiamo anche bisogno di spendere di più insieme“. Poi un altro appello: “Il presidente Putin deve fermare questa guerra, ritirando ora le sue forze ed impegnandosi nella diplomazia. La Nato non tollererà attacchi alla sovranità o all’integrità territoriale degli alleati”.

PREMIER UE RIENTRANO, CHIEDONO NUOVE SANZIONI A RUSSIA

I primi ministri Mateusz Morawiecki, Janez Jansa e Petr Fiala, rispettivamente di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca, sono tornati dal loro viaggio a Kiev ed hanno parlato con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Durante il colloquio, hanno manifestato l’urgenza di “ulteriori misure restrittive in risposta all’invasione russa dell’Ucraina”, come si legge sul profilo Twitter di Piotr Muller, rappresentante del primo ministro della Polonia.  

Lo stesso premier polacco in un tweet ha riferito che questa situazione “non riguarda noi ma il futuro dei nostri figli, i quali meritano di vivere in un mondo senza tirannia”. Morawiecki ha sottolineato la necessità di agire nei confronti dell’offensiva della Russia in modo unito e decisivo.

PRESIDENTI PARLAMENTI G7 CONTRO AGGRESSIONE: INORRIDITI DA VIOLENZA RUSSA

Noi, Presidenti dei Parlamenti del G7, condanniamo con la massima fermezza la guerra di aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’aggressione militare su larga scala, con il sostegno bielorusso, viola l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”. È la dichiarazione congiunta, in un incontro virtuale straordinario, dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri del G7 sulla guerra di aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina.

“Siamo inorriditi – dicono – dalla brutale violenza ed esprimiamo la nostra piena solidarietà nei confronti dell’Ucraina e del suo desiderio di vivere in libertà e democrazia. In questo contesto, siamo consapevoli di chi ha la responsabilità politica di questa guerra e tracciamo esplicitamente una distinzione tra lo Stato russo e il popolo russo, che non è fautore di questa guerra. Chiediamo alla Federazione Russa di cessare immediatamente le ostilità e di ritirare le sue forze dall’Ucraina. L’attacco della Federazione Russa costituisce una grave violazione del diritto internazionale, in quanto viola il divieto dell’uso della forza sancito dall’articolo 2 (4) della Carta delle Nazioni Unite e gli obblighi della Russia ai sensi dell’Atto finale di Helsinki, della Carta di Parigi e del Memorandum di Budapest. Accogliamo con favore gli sforzi bilaterali e multilaterali per ottenere un cessate il fuoco e aprire la strada ai negoziati. Al riguardo, esortiamo con forza la Federazione Russa a abbandonare qualsiasi precondizione ai negoziati, con particolare riferimento alle sue pretese territoriali illegali. Una soluzione duratura del conflitto non potrà mai essere raggiunta con la forza, ma solo con mezzi diplomatici. Sosteniamo incondizionatamente l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina all’interno dei suoi confini e delle sue acque territoriali internazionalmente riconosciuti”.

Esortiamo la Federazione russa a rispettare il diritto umanitario internazionale – proseguono- La popolazione civile non deve continuare ad essere bersaglio di operazioni militari né diventare vittima di crimini di guerra. Sottolineiamo che la Corte Penale Internazionale ha già aperto un’indagine sulla guerra in Ucraina a seguito delle crescenti denunce di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, compreso il bombardamento di un ospedale di maternità e di obiettivi civili. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia. I corridoi umanitari devono servire per proteggere i gruppi di persone vulnerabili e sono necessari per far arrivare alla popolazione i rifornimenti essenziali. Le ostilità non devono trasformarsi in una ulteriore catastrofe umanitaria a causa dei blocchi. Ci appelliamo quindi alla leadership militare russa affinché si astenga da attacchi a obiettivi civili, garantisca la sicurezza delle strutture mediche e del personale sanitario e rispetti i corridoi umanitari. Ciò include la cessazione immediata delle azioni militari presso le centrali nucleari e la garanzia del loro corretto funzionamento sotto la supervisione dell’AIEA, per evitare di mettere ulteriormente a repentaglio la sicurezza nucleare“.

“Siamo testimoni del fatto che i nostri Parlamenti hanno affermato la propria responsabilità di aiuto e accoglienza alle persone che fuggono dall’Ucraina a causa della guerra e di sostegno agli Stati che, in quanto paesi vicini, hanno un particolare compito umanitario da svolgere. Siamo al fianco della Verkhovna Rada ucraina e dei suoi parlamentari liberamente eletti. Lavoreremo in stretto contatto con i nostri governi per assicurare una risposta appropriata alla grave, reale e crescente minaccia alla nostra libertà, democrazia e stato di diritto. Contribuiremo anche all’ulteriore isolamento internazionale ed economico della Federazione Russa e al contrasto alla disinformazione. Esprimiamo il nostro pieno sostegno al popolo ucraino e al suo governo democraticamente eletto – e a quei russi coraggiosi che prendono posizione nel loro paese per la libera informazione e la fine della guerra”, aggiungono

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