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Da Bologna a Bihac: i volontari verso la Rotta dei Balcani

Il Portico della Pace si appresta a visitare il campo di Lipa e lancia un "digiuno a staffetta perché cessino violenze, violazione dei diritti e indifferenza"

Pubblicato:16-03-2021 17:02
Ultimo aggiornamento:16-03-2021 17:03

rotta balcanica
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BOLOGNA – “Nel prossimo weekend saremo a Bihac in Bosnia sulla Rotta balcanica”. Dopo il ciclo di incontri tra Bologna, Casalecchio e Castel Maggiore, con raccolta di fondi e di aiuti per i migranti, il “Portico della pace” fa un altro passo: si appresta appunto a creare quel ponte tra Bologna e la Rotta balcanica. “Con un’associazione locale, visiteremo il campo di Lipa e altri ‘campi selvaggi’ disseminati tra boschi e edifici abbandonati. A due nostri volontari si uniranno quattro giovani legati alle realtà scout o già di Operazione Colomba.

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Nostro obiettivo– spiega il ‘Portico della pace’- sarà prendere consapevolezza direttamente sul terreno della realtà e delle possibili modalità di collaborazione”. E al ritorno si proverà a “coinvolgere come sempre dal basso tutte le realtà e le persone di buona volontà della nostra Città metropolitana di Bologna” per far crescere “un progetto di tutti, da portare avanti insieme con tutte le anime solidali della nostra terra”.

Per accompagnare il viaggio a Bihac è stato indetto un “digiuno a staffetta: una azione ‘politica’ di profondo valore spirituale, perché cessino violenze, violazione dei diritti e indifferenza esercitate anche dalle nostre Istituzioni sulla nostra porta di casa”, spiega ancora il ‘Portico della pace’ di Bologna che ha lanciato il progetto verso i Balcani assieme all’Associazione Papa Giovanni XXIII, alla Parrocchia della Beverara e a Percorsi di Pace. Il “digiuno a staffetta” prevede la partecipazione giornaliera di almeno due persone. “Sulla stessa barca”, rete delle realtà che si occupano di accoglienza a Bologna appoggia l’iniziativa e chiede di “diffondere e partecipare”: al ritorno dal viaggio “diremo anche in che modo sostenere correttamente ed in modo sicuro questo progetto. Partecipiamo al digiuno, poi partiremo con anche azioni più concrete di aiuto ai profughi in cammino sulla Rotta balcanica”.


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