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Coronavirus, Pilat (Aeg): “Velocizzare accesso ai servizi per ripartire”

"Smart working un'opportunità, il Governo sta agendo bene"

Pubblicato:16-03-2020 17:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:09

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ROMA – L’emergenza coronavirus va affrontata “con spirito di creatività” e, di fronte ad eventuali ostacoli, con “la creatività che è nel nostro essere italiani, per arginare il problema. Ne è convinto Riccardo Pilat, vicepresidente di Aeg, l’Associazione europea dei giovani, intervistato dall’agenzia Dire. “Questa situazione di emergenza, di crisi, secondo me bisogna affrontarla con responsabilità, coscienza, con spirito di creatività, per riuscire a superare l’ostacolo. Siamo isolati, viviamo in un mondo globale, è necessario essere connessi e grazie alla rivoluzione digitale questo ostacolo si può arginare”. Questa crisi, secondo Pilat, “ha fatto notare come ci sia un gap vicino al mondo digitale. Alla portata di tutti è capire che manca una connessione veloce, manca la strumentazione in tante situazioni. Il nostro essere italiani, creativi, argina il problema”.

Continua Pilat: “Ritengo che le nostre generazioni siano le prime a essere colpite. Immagino le generazioni vicine a me, la maggior parte sono Pmi, liberi professionisti: in questo modo essere tagliati fuori dal mondo ha portato un grande danno economico. Sono contento che il Governo abbia pensato a tutte le fasce economiche, ma in primis a Pmi e alle nuove generazioni economiche”. Per ripartire, però, “va bene la defiscalizzazione, ma la cosa più importante secondo me, che dovrà essere fatta è velocizzare i processi, cioè velocizzare il poter accedere a questi servizi, ai fondi, a norme o comunque a fondi a disposizione per le nuove generazioni e per tutte le aziende”.

IL CORONAVIRUS E LO SMART WORKING

L’emergenza coronavirus ha portato anche alla scoperta (o alla conferma) dello smart working, ovvero il lavoro agile, il lavoro da casa. “Si tratta di un prototipo di opportunità per continuare a lavorare, a creare. Ma soprattuto per rimanere in contatto tra le attività di business che sono poste in essere. Non è che se c’è emergenza allora il tutto è messo in pausa“, ha detto ancora Pilat.


Oggi i cittadini hanno preso atto di cosa sia lo smart working– ha proseguito- Fino ad ora se ne parlava tanto, oggi è sul campo. Forse per l’Italia è difficile da comprendere ancora, siamo un paese molto empatico, che ha bisogno di vedere le persone, di interfacciarsi. Con l’emergenza abbiamo compreso e ci siamo abituati. In futuro verrà ancora usato e forse migliorato”. 

LE MISURE ADOTTATE CONTRO IL CORONAVIRUS

L’Italia, rispetto agli altri Paesi, ha reagito immediatamente contro il contagio, con misure anche molto dure, atte a contenere il coronavirus: “C’è stato un grande senso di responsabilità, volontà di capire e fare analisi del tessuto sociale. Il nostro Paese è costituto principalmente da persone anziane e quello che è stato fatto lo si è scelto nella ragionevolezza di tutelare tutti, ma soprattutto gli anziani”. Per il saggista “c’è stato un atto di responsabilità nei confronti del proprio Paese. Il Governo sta agendo bene, negli altri Paesi adesso c’è la corsa contro il contagio. Come le politiche prodotte dall’Inghilterra, che prima dice una cosa e nei fatti ne fa un’altra. Come pure sono contraddittorie Francia e Usa. Il nostro Paese è stato molto trasparente. E coerente con se stesso. Quanto fatto fino ad ora forse è stato comunicato male. Ma sempre con coesione e scelte fatte in maniera univoca”.

IL QUOTIDIANO ‘TRIESTE CAFE”

Pilat è anche fondatore del quotidiano online ‘Trieste Cafè’, che ha visto la luce quando aveva 21 anni, nella sua città natale (“Oggi vivo a Roma”), “in cui trattiamo l’emergenza dando una doppia visione. Da una parte una comunicazione continua da istituzioni, comunali e regionali. Dall’altra tentiamo di coinvolgere la popolazione, la rendiamo partecipe di cosa succede. E anche di cosa succede negli altri settori. Sapendo, conoscendo realtà altrui si riesce a mettere in pratica ad esempio lo smart working. Tentiamo di dare informazione non solo su Trieste, ma su tutta la regione e pure su Slovenia e Slovacchia”.

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