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Agostiniani (Sip): “In Italia circa 200 bambini positivi al Coronavirus”

Nel caso dei bambini contagiati, il problema riguarda le modalità di diagnosi

Pubblicato:16-03-2020 14:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:09

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ROMA – “In tutta Italia approssimativamente 200 bambini sono positivi al Covid-19. In questo momento così delicato, per fortuna i bambini continuano ad essere un’oasi felice, dato che il numero complessivo dei contagiati resta relativamente basso e, soprattutto, presentano una sintomatologia lieve. Tuttavia è evidente una criticità”. Parla alla Dire il vicepresidente Società italiana di pediatria (Sip) Rino Agostiniani, direttore dell’Area di Pediatria e Neonatologia dell’Azienda Usl Toscana Centro e primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia.

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Nel caso dei bambini contagiati, il problema riguarda le modalità di diagnosi. “Di solito il tampone viene fatto solo quando i parenti risultano positivi al virus- chiarisce il medico- ma se un bambino positivo al Covid-19 entra in un reparto di Pediatria e non vengono effettuati tutti gli accorgimenti necessari per limitarne la diffusione, poi accade che il reparto dovrà chiudere per mettere in isolamento gli operatori venuti a contatto con il bambino. È un problema e non a caso dall’inizio della scorsa settimana- aggiunge Agostiniani- abbiamo attivato un protocollo molto rigido, secondo cui tutti i bambini che entrano nel percorso Covid in Pronto soccorso con una sintomatologia quale febbre, tosse o difficoltà respiratoria, anche se modesta, non fanno il tampone solo se possono essere rimandati a casa e affidati al pediatra di famiglia e al dipartimento di prevenzione (ovvero il servizio di Igiene pubblica del territorio). Facciamo il tampone- chiarisce il primario dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia- a quelli che invece necessitano di ricovero, per essere certi della situazione prima di inserirli nel reparto”.


La criticità, a detta del medico, risiede “nel lasso di tempo che occorre aspettare per ricevere la risposta, che non è immediata. La domanda ancora aperta è: Come gestire l’attesa prima dell’arrivo in reparto di questi bambini? Occorre diversificare i percorsi e ci vogliono degli spazi ad hoc. Non è una questione semplice– ribadisce il vicepresidente della Sip- e si sta discutendo perché al centro c’è la tutela e la difesa della funzionalità dell’ospedale a livello nazionale. Ci stiamo chiedendo, ad esempio, se non valga la pena di fare il tampone a tutti i bambini che necessitano di ricovero a prescindere dai motivi”.

Il dibattito verte, dunque, sul livello di organizzazione delle strutture: “L’articolo 8 del Dl del 9 marzo- ricorda il primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia- afferma che saranno istituite ‘entro dieci giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, presso una sede di continuità assistenziale gia’ esistente, una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero’. Aspettiamo fiduciosi questa istituzione- sottolinea Agostiniani- importante per la gestione a livello territoriale dell’emergenza”.

Infine, per quanto riguarda la questione dei dispositivi, il vicepresidente della Sip chiarisce: “Per ora reggiamo, ma dobbiamo essere molto attenti al tempo di utilizzo delle mascherine. In teoria quelle chirurgiche possono durare un turno e allora ne occorreranno un numero infinito: milioni. Siamo consapevoli che le scorte sono limitate- conclude- e se la situazione va avanti nel lungo periodo bisognerà fare attenzione”.

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