NEWS:

Coronavirus, un clochard non può stare a casa ma fioccano le multe

A rilanciare l'sos su questa particolare situazione e' l'associazione Avvocato di strada, con un appello indirizzato al premier Giuseppe Conte

Pubblicato:16-03-2020 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:09
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – In Italia “stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senzatetto per violazione dell’articolo 650 del Codice penale”, non avendo rispettato l’obbligo di restare in casa per contenere la diffusione del coronavirus. Pero’ si tratta di persone che, per definizione, una casa non ce l’hanno.

A rilanciare l’sos su questa particolare situazione e’ l’associazione Avvocato di strada, con un appello indirizzato al premier Giuseppe Conte, ai presidenti di Regione e ai sindaci “perche’ intervengano al piu’ presto, ognuno in base alle proprie competenze, e nessuno venga lasciato solo. Per il bene di tutti“.

Per Avvocato di strada “bisogna occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed e’ costretto a vagare per le citta’. Diciamo da piu’ di 20 anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessita’ assumono una drammatica urgenza“.


“Ad aggiungere un carico su una situazione gia’ paradossale stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senza tetto“, scrive l’associazione nella nota diffusa per segnalare l’appello: “È gia’ successo a Milano, Modena, Verona, Siena e in tante altre citta’. Siamo a lavoro per chiedere le archiviazioni ma intanto continuiamo a porre la nostra domanda. Come fanno a restare a casa le persone che una casa non ce l’hanno?“.

L’appello, intanto, e’ firmato dal presidente Antonio Mumolo e da una sessantina di legali che fanno parte del direttivo o operano per Avvocato di strada nelle citta’ di tutta Italia. “Io vorrei restare a casa… ma se una casa non ce l’ho?”, e’ l’incipit della lettera: “Questa e’ la situazione in cui si trovano circa 50.000 persone in Italia”.

Si tratta di persone che “sono diventate talmente povere da finire in strada– continua l’associazione- ed oggi non possono rispettare le ordinanze e decreti previsti dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, tanto da essere addirittura incriminate perche’ vengono trovate in giro senza giustificazione“.

Queste persone sono costrette a vivere in strada “perche’ fino ad oggi pochi si interessavano di loro e perche’ le risorse destinate ai servizi di primaria assistenza e all’emergenza abitativa erano poche o inesistenti. Adesso pero’ non si puo’ piu’ far finta di nulla. Adesso- scrivono gli avvocati- stiamo duramente imparando che ci si salva solo insieme, ricchi e poveri, giovani e anziani, italiani e stranieri. Adesso dobbiamo trovare una soluzione anche per gli ultimi, perche’, in questa situazione drammatica, abbiamo compreso che ‘loro’ siamo noi”.

A Governo e Regioni, quindi, Avvocato di strada chiede di “far cessare immediatamente l’irrogazione di sanzioni alle persone senza dimora per il solo fatto di trovarsi ‘fuori casa’ senza motivo” e, inoltre, di “stanziare somme per consentire ai Comuni di fornire un tetto alle persone senza dimora, utilizzando palestre, capannoni o altri edifici pubblici o privati”.

Nell’appello si chiede poi di “garantire il diritto alla salute di queste persone consentendo loro l’accesso immediato alle cure ovvero assegnando loro un medico di base pur in assenza di residenza”.

I sindaci, invece, sono sollecitati da Avvocato di strada a prolungare l’apertura delle strutture utilizzate per ricoverare d’inverno le persone senza dimora e a velocizzare le procedure per iscrivere queste persone nelle liste anagrafiche, in modo da poterle anche monitorare dal punto di vista sanitario.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it