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A Tor Vergata nasce un Covid hospital. Andreoni: “Sarà una nuova grande sfida”

Il responsabile alla Dire: "Un team di 60 medici lavorerà alle sperimentazioni, il tempo è poco"

Pubblicato:16-03-2020 06:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:09

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ROMA – “Sarà un’esperienza dura e complicata, ma certamente fa parte del nostro mestiere. Noi infettivologi siamo abituati ad affrontare tematiche complicate che riguardano la sanità pubblica e tante persone. È una nuova grande sfida, così come lo è stata quella dell’Aids oppure della Sars”. Così Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive della facoltà di Medicina e chirurgia all’Università Tor Vergata di Roma, e presidente della Simit, intervistato dall’agenzia Dire in vista del suo nuovo incarico che lo vedrà come responsabile del nuovo Covid hospital della Capitale, in una delle due torri del Policlinico Tor Vergata, dove troveranno spazio 80 posti letto per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus.

“Avrò la responsabilità di gestire un team di medici, ma il mio ruolo sarà importante come quello di tutti i medici che collaboreranno a questa iniziativa. Proprio in queste ore- spiega Andreoni- sto realizzando il team: prevedo che saranno circa una sessantina, tra infettivologi, internisti, ematologi e tanti altri specialisti, impegnati ognuno a diverso titolo e con diverso grado. Parliamo di giovanissimi medici specializzandi ma anche di medici più anziani“. 

Andreoni fa sapere che si stanno definendo “le tempistiche per entrare in attività: ho parlato con il direttore generale di Tor Vergata- dice- e stamattina avremo una task force che si incontrerà per definire il tutto. Già da oggi, virtualmente, attiviamo il percorso perché dobbiamo liberare gli 80 posti letto che in questo momento sono occupati dai malati. Dovremo capire come gestire tutto questo, ma l’intenzione è quella di procedere in tempi molto brevi. Non ci sarà un’inaugurazione degli 80 posti letto, chiaramente, ma la dinamica sarà quella di andare a svuotare mano mano o reparti per renderli agibili alle nostre finalità. È un grande impegno globale di tutto il personale dell’ospedale. Ieri abbiamo incontrato anche l’ingegnere e l’architetto, per esempio. Insomma, è un qualcosa che impegna tutte le componenti dell’ospedale”. Nel Covid hospital ci sarà anche spazio per le sperimentazioni. ”Al Policlinico di Tor Vergata stiamo sperimentando i nuovi farmaci di cui si sta tanto parlando in questi giorni- fa sapere Andreoni- adesso c’è un nuovo farmaco olandese, vedremo cosa si potrà fare e se lo potremo utilizzare”.


Il tempo è poco, sottolinea il presidente della Simit, ma intanto la società scientifica ha creato “una rete di esperti, di cui fanno parte tutti i responsabili delle diverse unità- prosegue Andreoni- e siamo in contatto continuo attraverso una chat, di ora in ora. Stiamo raccogliendo i dati dei diversi farmaci che stiamo utilizzando, navighiamo a vista, ma dobbiamo cercare di capire al più presto quali sono i farmaci che ci stanno dando maggiori risposte. Per ora questo sistema che abbiamo messo in piedi come Simit, cioè quello di scambiarci informazioni in tempo reale si sta dimostrando virtuoso, perché ci permette in qualche modo di affinare tutte le armi che abbiamo messo in campo“.

L’apertura del Covid hospital di Tor Vergata, conclude infine Andreoni, è un altro “buon segnale, che dimostra che siamo pronti a rispondere all’emergenza. Non saremo colti di sorpresa e questa è la cosa principale”.

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