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Le folli regole di Pianesi, alzarsi col piede sinistro e lavarsi una volta alla settimana

I racconti degli 'adepti', le vittime finite succubi del 'guru' della macrobiotica al centro dell'inchiesta della Procura di Ancona

Pubblicato:16-03-2018 17:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:38

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BOLOGNA – Un lungo elenco di regole da rispettare, quasi tutte assurde, e l’obbligo di scuse per chi sgarrava. Con tanto, talvolta, di pubblica ammenda durante le riunioni dell’associazione. E’ capitato che a qualcuna delle vittime di Mario Pianesi sia toccato, ad esempio, mettersi in ginocchio davanti a tutti e dire ‘Chiedo scusa, mi dispiace, oggi non mi sono alzato con il piede sinistro‘.

Ha dell’incredibile quanto emerge dai racconti delle vittime di Pianesi, il ‘maestro’ della macrobiotica al centro di un’indagine conclusa ora dalla Procura di Ancona (al lavoro gli uomini della Squadra mobile di Ancona e Forlì) che lo accusa di reati gravissimi e cioè di aver messo in piedi un’associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù delle persone (i suoi ‘adepti’, che venivano raggirati e indottrinati per poi asservirli ai suoi scopi) ma anche all’evasione fiscale.

UNA, DIECI, CENTO REGOLE

Tra le regole che il ‘maestro’- fondatore dell’associazione Upm, Un punto macrobiotico (da cui si era originata una rete di oltre 100 ristoranti e punti di vendita in tutta Italia), c’era quella di non frequentare persone che non seguissero la macrobiotica, il divieto (per le donne) di vestire con la gonna sotto al ginocchio, il divieto (per gli uomini) di vestirsi di rosa, la prescrizione di lavarsi solo una volta alla settimana e, pure questo, l’obbligo di alzarsi col piede sinistro. E sono solo alcune.


“UN SISTEMA PER FAR SENTIRE IN COLPA ADEPTI”

Le regole erano una marea, una quantità tale che non era possibile rispettarle, spiega l’avvocato Paolo Florio che assiste alcune vittime della zona tra Macerata, Civitanova Marche e Tolentino, nelle Marche, dove era più forte la presenza di Pianesi (venivano organizzate tre-quattro riunioni alla settimana) e più forte il suo ‘regno’.  “Le regole non potevano essere tutte rispettate e il sistema era pensato apposta perchè poi le vittime le violassero. E di conseguenza si sentissero in colpa e in dovere di chiedere scusa“, spiega il legale.

LE LETTERE DI SCUSE

Chi sbagliava doveva scrivere una lettera di scuse a Pianesi e per certe violazioni veniva punito. La gestione delle ‘punizioni’ era in mano ai capicentro, una delle figure in cui si articolava l’organizzazione piramidale individuata dagli inquirenti delle Squadre mobili di Ancona e Forlì .

LE PUBBLICHE AMMENDE

E’ capitato, appunto, che qualcuno si sia dovuto inginocchiare pubblicamente e scusarsi di non aver rispettato una regola. I racconti di queste scene agghiaccianti sono contenuti nelle interrogazioni difensive agli atti dell’inchiesta. Le vittime hanno messo nero su bianco tutto in primavera, racconto per filo e per segno la loro conoscenze con Pianesi e come il suo ‘impero’ funzionava.

SFRUTTATI SENZA ESSERE PAGATI

Gli ‘adepti’ hanno raccontato anche di come, in alcuni casi, sono stati sfruttati in alcune delle strutture che facevano parte della rete di Un punto macrobiotico: costretti a lavorare con orari assurdi (anche dalle 8 alle 3 di notte), non pagati o pagati pochissimo.

“CON LA MACROBIOTICA NON CI SI ARRICCHISCE”

Con la macrobiotica non ci si arricchisce“, ammoniva il ‘maestro’ per giustificare i magri compensi. Lui, però, tramite la sua associazione (e una delle contestazioni degli inquirenti è proprio quella della frode fiscale) riforniva i negozi e i ristoranti in modo esclusivo di prodotti a prezzo gonfiato, salvo poi proibire ai gestori di rincarare: “Non dovete fare prezzi alti, non è etico”. 

L’apertura di ogni singolo ‘punto macrobiotico’, tra l’altro, doveva essere autorizzata da Pianesi (che aveva un controllo ferreo soprattutto su quelli delle Marche) e lui in ogni momento poteva deciderne l’apertura, la chiusura, il trasferimento da un giorno all’altro del capozona o capocentro in qualsiasi altro punto.

UNA GRANDE FAMIGLIA, STOP AD ALTRE FREQUENTAZIONI

La struttura era gestita come una grande famiglia, Pianesi si avvicinava agli adepti facendo credere loro di essere un fratello-parente- amico e cercava di convincere gli ‘adepiti’ ad abbandonare tutta la cerchia di amici e parenti, evitando di frequentare chi non seguisse la dottrina della macrobiotica. Il ‘guru’ diffondeva il suo messaggio tramite i suoi referenti, e tutti i seguaci dovevano vederlo come un grande ‘maestro’, che aveva già “pensato a tutto per loro”.

“IL MAESTRO HA GIA’ PENSATO A TUTTO PER NOI”

Ecco uno degli stralci diffusi dagli inquirenti: “Bisogna fare bene tutto quello che lui ci dice di fare, in modo da poter guarire sia le malattie fisiche che quelle dell’anima in modo da ripulire il nostro Karma“. E ancora, come raccontato dalle vittime: “Qualsiasi messa in discussione, ragionamento, domanda sul perché fare o non fare, mangiare o non mangiare, era soltanto una perdita di tempo perché Pianesi aveva già sperimentato su di sè, sacrificandosi con infinito amore per noi e l’umanità”.  E ancora, sul fronte medico: “I farmaci non curano, tolgono semplicemente i sintomi, la medicina uccide, i medici sono degli assassini”.

LE DONAZIONI IMPOSTE

Dagli adepti, poi, Pianesi pretendeva donazioni in denaro, a suo dire, da destinare per la salvezza dell’umanità, quali, ad esempio, la realizzazione di una grande clinica dove praticare cure alternative alla medicina ufficiale. L’esame dei flussi contabili di circa 50 posizioni bancarie e postali, ha consentito infatti di individuare i movimenti di denaro entrati fraudolentemente nelle casse di Pianesi e dell’associazione Upm, attraverso un collaudato sistema di “offerte”, periodicamente imposte per asserite finalità di destinazione sociale.

In caso di mancata adesione alle richieste, spesso veniva avviato un processo sommario al cospetto di tutta la comunità dei macrobiotici allo scopo di deridere e colpevolizzare il renitente, il quale, veniva invitato a fare pubblica ammenda per tali colpe. 

IL MESSAGGIO SALVIFICO DA SEGUIRE 

Gli adepti venivano convinti ad abbandonare il loro lavoro ed in genere ad abiurare la precedente vita e a “lavorare” per l’associazione quale ringraziamento per il messaggio salvifico ricevuto; di fatto si trattava di sfruttamento, costretti a lavorare per molte ore e, nella migliore delle ipotesi, sottopagate.

VITTIME FINITE ISOLATE

Alcune delle persone sentite hanno raccontato che una volta espulse dal mondo macrobiotico, non avendo più lavoro, affetti familiari dai quali si erano staccati per volontà di Pianesi, si erano trovati a vivere situazioni molto difficili, di disperazione, isolamento, costretti a vendere la loro abitazione o a rivolgersi, per poter mangiare, all’aiuto della Caritas, terrorizzati dal fatto che potessero avverarsi i mali prospettati da Pianesi in caso di abbandono volontario dal gruppo.

LE DIETE MA. PI.

E poi c’è il fronte drammatico delle cinque diete MA.PI., una gradualmente più rigida dell’altra, che Pianesi prescriveva in modo personalizzato (senza avere alcun titolo per farlo) anche a persone gravemente malate (anche affette da tumori, Hiv, diabete) senza avere alcun titolo per farlo (aveva la terza media e una laurea in medicina honoris causa ottenuta dall’Accademia delle scienze della Mongolia). Le illecite (e pericolose) prescrizioni alimentari personalizzate, scrivono gli inquirenti nell’avviso di fine indagine, sono andate avanti dagli anni ’90 a tutt’oggi.

A BOLOGNA LA LEGA ALL’ATTACCO

Su questo punto, oggi una consigliera della Lega nord di Bologna, Mirka Cocconcelli, che di professione è medico, è tornata all’attacco chiedendo di revocare a Pianesi la Turrita d’oro, onorificenza che il Comune di Bologna conferì al ‘guru’ per mano del sindaco Virginio Merola. “Porterò all’attenzione dell’Ordine dei medici la vicenda per valutare se vi siano gli estremi di una denuncia per esercizio abusivo della professione medica“, dice Cocconcelli, reato che punisce “chiunque prescrive o suggerisce una dieta senza avere i titoli per farlo”. Ovvero, spiega la leghista, una laurea (e dunque essere un dietologo) o un diploma di laurea triennale (ed essere un dietista). Invece le “cinque fantomatiche diete” di Pianesi, “che curano le malattie basandosi sulla filosofia della macrobiotica, senza una qualsivoglia, minima base scientifica o razionale”, non hanno fatto altro che creare “carenze di Calcio, Ferro, Vit. D e B e carenze di proteine animali, con gravi problematiche di salute, soprattutto in pazienti diabetici, tumorali, immunodepressi, anziani, donne in gravidanza, bambini”.



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