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Il Centrosinistra aspetta Godot, a Destra vincono le elezioni

Tutto sembra immobile ma, purtroppo, così non è, il tempo continua a scorrere portandosi via la voglia di mettersi in gioco per cambiare questo stato di cose. Che non vanno affatto bene

Pubblicato:16-02-2023 19:40
Ultimo aggiornamento:16-02-2023 19:40

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ROMA – Il Centrodestra unito vince le elezioni mentre il Centrosinistra diviso litiga. Non solo tra quelli che dovrebbero essere considerati naturali alleati ma anche al proprio interno dividendosi in fazioni. E lasciando il Centrodestra a misurarsi col Governo a livello nazionale e regionale, spostando lo sguardo sull’opposizione torna in mente il dramma di Samuel Beckett ‘Aspettando Godot, capolavoro assoluto del teatro dell’assurdo.

Tra i partiti oggi all’opposizione si rivive quella messa in scena, con personaggi che si lamentano continuamente di tutto, del loro stato esistenziale; litigano, pensano di separarsi ma, alla fine, restano dannatamente dipendenti uno dall’altro perché vuoi mettere l’ego personale di questo che deve per forza prevalere su quell’altro? E così si resta sospesi, in attesa di chissà cosa. Tutto sembra immobile ma, purtroppo, così non è, il tempo continua a scorrere portandosi via la voglia di mettersi in gioco per cambiare questo stato di cose. Che non vanno affatto bene.

Le ultime elezioni regionali, con l’astensione record, comunque un segnale importante lo ha mostrato: il Centrodestra vincente in Lombardia e nel Lazio alla fine non ha ‘conquistato’ elettorato altrui, ha vinto perché unito ha mantenuto i suoi. L’altra parte dell’elettorato è rimasta a casa non per aspettare Godot ma perché sulla scena non ha trovato qualcosa di convincente, qualche personaggio in grado di costruire senso alternativo, di indicare una strada alternativa a quella ‘sicura’ mostrata dal Centrodestra. Anche guardando ai numeri reali, ai voti espressi, il consenso reale andato ai vincitori e ai vinti alla fine è minimo, una percentuale bassissima. Per questo occorre spostare l’attenzione a quanto sta accadendo nella società italiana, tra i cittadini in sospensione.


Siamo passati dalla fase della rabbia di qualche anno fa capitalizzata politicamente dal movimento ‘grillino’ che conquistò la gran parte degli italiani, alla fase della paura portata dal Covid. Con tutti chiusi in noi stessi con gli altri visti come potenziali ‘infetti’ da allontanare. Messo a cuccia il virus siamo passati alla fase del rilancio, del fuori tutti, rimettetevi a fare tutto e di più. E’ durato poco, da un anno alle porte di casa è scoppiata la guerra, il popolo ucraino viene ogni giorno bombardato e massacrato dai soldati di Putin, il nuovo dittatore che punta a ricreare la Grande Madre Russia fregandosene del diritto internazionale, della libertà e dell’autodeterminazione degli Stati e dei loro popoli. Per la destra è stato facile presentarsi come porto sicuro, affidabile, considerato che dall’altra parte ognuno pensava solo a litigare e a dividersi. E noi adesso siamo in questa fase nuova, di attesa. Un’attesa che investe di più e direttamente lo schieramento alternativo alla destra che adesso è alle prese con le responsabilità di governo. Questa gran massa di elettori che un tempo votavano a sinistra è in attesa che qualcosa di nuovo li convinca a tornare sulla scena, a darsi da fare per cambiare questo mondo che, ormai ce lo ripetono tutti anche i miliardari e i potenti, proseguendo così finisce in malora.

Veniamo ai responsabili principali, ai politici. Sono loro che devono cambiare modo di agire e di pensare, perché quello che abbiamo visto finora è solo una grande attenzione alle loro posizioni e carriere, nessuna o scarsa attenzione alle esigenze dei cittadini elettori. La politica deve tornare servizio utile per tutti non qualcosa che riguarda pochi professionisti del settore. Per questo bisogna tornare nelle strade e aprirsi a tutte quelle realtà, le più diverse e anche strane, che in questi anni hanno comunque realizzato modalità diverse per essere utili, per aiutare a risolvere questo o quel problema delle comunità di riferimento. Senza la voglia di mettere il cappello politico o cercare di inglobare quell’esperienza. Una forza politica organizzata deve mettersi a disposizione, rappresentare e portare quelle voci ed esigenze nelle istituzioni, trasformarle in soluzioni politiche e provvedimenti di legge. Un percorso difficile, da accompagnare con nuove idee e una nuova cultura che non si bea del come eravamo belli e forti allora e che non ha paura di misurarsi con le sfide di oggi. Il futuro è già passato, e l’avvenire che va costruito oggi

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