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Covid, confronto Zaia-Arcuri sui vaccini: il Veneto propone un gruppo d’acquisto

Il governatore ha avuto un colloquio con il commissario straordinario sulle forniture di farmaci immunizzanti: "Ci sono potenziali 27 milioni di dosi sul mercato e se il Governo ce le scala dalla fornitura nazionale va bene, purché ce le paghi"

Pubblicato:16-02-2021 13:46
Ultimo aggiornamento:16-02-2021 13:59

luca zaia
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VENEZIA – Ieri sera il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si è confrontato con il commissario Domenico Arcuri sulle forniture di vaccini anti-Covid individuate dal Veneto sul mercato. “Noi abbiamo chiesto che si faccia una verifica fino in fondo, è stato disponibile, ha chiesto i codici dei lotti per fare subito una verifica. Quindi ora Flor li sta chiedendo”, spiega Zaia. Ad ogni modo, “Flor mi dice che nei contratti, che io non ho visto, c’è scritto che l’acquirente può anche attivare un controllo terzo…. Quindi totale trasparenza“. Certo che “se è vero che ci sono potenziali 27 milioni di dosi sul mercato, se le dessimo in maniera equa a tutto il Paese copriremmo qualche mese di campagna vaccinale…”, prosegue Zaia chiarendo che si apra “una questione anche a livello europeo“, perché il vincolo non sta in piedi di fronte alla necessità di vaccinare i cittadini.

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Al momento, “lo Stato membro ha un vincolo contrattuale di non comprare fuori dall’ombrello europeo… Ma le Regioni no, loro sono legate all’autorizzazione nazionale e per questo noi abbiamo chiesto l’autorizzazione ad Aifa”. Una strada, quindi, potrebbe essere che le Regioni si uniscano e comprino insieme i due lotti di dosi di vaccino trovati dal Veneto, oppure il Veneto stesso potrebbe acquistare le dosi e poi distribuirle alle altre Regioni, tenendosi ovviamente quelle necessarie, un numero che non è così immediato calcolare. “In Veneto si vaccineranno 3,5 milioni di persone..”, ipotizza Zaia. Ma non basta moltiplicare per le due dosi necessarie per ottenere il numero di vaccini che la Regione si terrebbe. Perché c’è anche una questione tempi. “Si tratta di trovare punto di equilibrio anche con la capacità vaccinale, perché sarebbe assurdo lasciare in magazzino milioni di dosi”, conclude Zaia, rilanciando l’obiettivo di fare del Veneto una Regione “Covid free”.


ZAIA: “ROMA CI TOGLIE LE DOSI SE ACQUISTIAMO? BASTA CHE PAGHI”

Secondo indiscrezioni di stampa il commissario Domenico Arcuri avrebbe detto che se una Regione acquista tot dosi di vaccino, queste gli vengono poi scalate dalla fornitura nazionale e sono redistribuite tra le altre Regioni. Questo potrebbe far pensare che il gioco non valga la candela, ma Zaia chiarisce che non è così. “Se io compro cinque milioni di dosi e mi arrivano domani mattina, e Roma mi scala cinque milioni di dosi che mi avrebbero dato fra sei-sette mesi, comunque ci ho guadagnato… Il fattore tempo è fondamentale“, spiega. “Ma perché non dormano sonni tranquilli aggiungo una cosa: coi schei… (con i soldi, ndr) devono pagare loro i vaccini… Questo sistemino funziona se pagano loro i vaccini, che non pensino di toglierci i vaccini e farceli anche pagare. L’assunto di partenza è che 60 milioni di italiani si potranno vaccinare e il costo della vaccinazione è a carico dello Stato. Se noi ci recuperiamo i vaccini e lo Stato ci toglie i vaccini nazionali, ce li deve pagare, perché noi glieli abbiamo fatti risparmiare quei soldi”.

ZAIA: “STRANO CHE IL PAESE SI MERAVIGLI CHE TRATTIAMO CON GLI INTERMEDIARI”

“Mi fa strano che questo Paese si meravigli che trattiamo con gli intermediari… Con chi dovremmo trattare, con il capo dello Stato? Stiamo parlando di industrie, di mercato, di commercio. Non è che le aziende produttrici vanno a vendersi i loro prodotti con la valigetta”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.

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