
ROMA – “Cara Sindaca, sfatiamo qualche mito: alcuni di noi l’hanno anche votata e, come molti, ora siamo un tantino delusi. Tuttavia, si può recuperare. Mettiamo fine a questa polemica. Lei rinunci al bavaglio acustico e al bando, noi pagheremo 35 mila euro di Osp, eliminando ogni contributo indiretto, e metteremo le cuffie due volte a settimana… anche se entrambe le cose non sarebbero necessarie”. È questo il testo del messaggio Whatsapp che i Ragazzi del Cinema America hanno scritto alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha visualizzato il messaggio come riportato su Facebook dai ragazzi guidati da Valerio Carocci.
“Ci lasci lavorare- si legge ancora- come abbiamo sempre fatto e saremo i primi a invitarla in piazza, come abbiamo provato a fare due anni fa per ben due volte senza ricevere risposta. Voltiamo pagina, ripartiamo da capo. Lasciamo vivere il Cinema America e San Cosimato e portiamolo insieme anche nelle borgate che le abbiamo proposto. Per Roma, per i Romani. E non per la campagna elettorale. Bergamo lo lasci dove vuole lei… e noi invece vediamoci per un caffè a San Cosimato. I ragazzi del Cinema America”.

Cinema America, 66 attori-registi chiedono le dimissioni di Bergamo. Lui: “Parole non mie”
15 febbraio 2018
Nessun commento
Luca Bergamo accoglie la richiesta dei ragazzi sull’arena del Parco della Cervelletta

Cinema America, Verdone: “Roma violenta e spenta, bene l’arena nelle periferie”
12 febbraio 2018
Nessun commento
Carlo Verdone interviene durante la conferenza stampa de I Ragazzi del Cinema America

Cinema America, Carocci: “Nessuna denuncia verso di noi, abbiamo querelato Bergamo”
9 febbraio 2018
Nessun commento
“Ribadiamo l’invito a tutta la città a partecipare alla conferenza stampa di lunedì 12 febbraio alle ore 13 in Largo Ascianghi, 5 presso il We Gil, durante la quale presenteremo i nostri progetti culturali per il futuro dell’associazione Piccolo Cinema America”
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it