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Università, Bandecchi: “Einstein oggi farebbe lezione in e-learning”

ROMA - Stefano Bandecchi, presidente della Società delle Scienze Umane,

Pubblicato:16-02-2017 12:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:55

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ROMA – Stefano Bandecchi, presidente della Società delle Scienze Umane, fondatrice dell’Università Niccolò Cusano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘Ecg’ condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus. Bandecchi ha commentato alcuni dati legati al mondo delle Università: “Duecento milioni di studenti in tutto il mondo studiano alle Università ma l’Italia resta al palo per numero di laureati? Purtroppo questo non è l’unico settore in cui l’Italia sta rimanendo indietro. E’ tutto figlio di una cattiva gestione, una cattiva politica e una cattiva mentalità. Negli ultimi vent’anni ho sempre sentito dire che studiare e che laurearsi servisse a poco, si è sempre cercato in Italia di sminuire questa situazione. Sul mondo delle università in Italia l’informazione è scorretta e faziosa. E infatti in Italia qualcuno mi dovrebbe spiegare come si misura la qualità degli Atenei”.

Su quello che è stato ribattezzato come decreto ‘ammazza-telematiche’ Bandecchi è categorico: “Il decreto è stato chiamato ammazza-telematiche per ignoranza. E’ proprio sbagliato il concetto, questo decreto ammazzava diverse università statali e diverse università private. Era sbagliato all’origine e l’Anvur se ne è accorto, così come la conferenza dei Rettori. Si parlava di qualità della didattica abbinata alla numerosità dei professori. La qualità non sta nella numerosità e la numerosità degli studenti non può dare origine alla numerosità dei professori, perché nelle Università statali e non in Italia non c’è l’obbligo di frequenza. Le Università italiane sono gestite male, sono in mano a dei professori che non hanno nessuna esperienza manageriale, non l’hanno mai avuta e nessuno gli ha mai insegnato né a fare i professori né a fare i manager. Mettiamo in mano le nostre Università, per un valore di 5.8 miliardi, a persone che sono evidentemente inadeguate. Nel resto del mondo il mondo accademico e didattico è totalmente separato dal mondo amministrativo e logistico”.

Bandecchi poi ha detto la sua sull’importanza dell’insegnamento in metodologia e-learning: “Oggi abbiamo dei sistemi fantastici, se Einstein fosse ancora vivo potrebbe fare lezioni a tutto il mondo attraverso la metodologia e-learning grazie a Internet. Per la prima volta da quando esiste l’umanità c’è la possibilità di puntare realmente alla comunicazione dell’eccellenza a tutti e c’è chi vorrebbe negarla. Accadono davvero delle cose strane in questo Paese”.


Da Bandecchi, infine, un appello: “L’Università italiana oggi potrebbe cogliere un’opportunità fantastica. Con la Brexit gli inglesi hanno perso il 15% degli studenti europei e il 18% degli studenti extracomunitari. Si tratta di 650.000 studenti circa, un indotto miliardario che potrebbe valere qualche punto del nostro prodotto interno lordo e che noi continuiamo ad ignorare con un’altra legge assurda, quella che prevede che nelle Università italiane ci sia un numero chiuso di stranieri che possano entrare. I tedeschi e i francesi si stanno arricchendo con questa cosa. Lancio un appello al Ministro dell’Università e della Pubblica Istruzione: bisogna aprire un tavolo di lavoro con esperti di didattica, didattica e-learning e didattica in presenza. La massima qualità può portare risultati eccellenti ed è ridicolo oggi pensare che il comparto universitario italiano possa essere un comparto che crei debiti per lo Stato invece di portare denaro a questa nazione”.

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