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Dopo il “sorriso” ecco le manette: preso Rizzi fedelissimo di Maroni

Appalti 'comprati' da un gruppo imprenditoriale che fornisce servizi odontoiatrici: le indagini hanno accertato gare truccate in cambio di soldi e funzionari pubblici corrotti

Pubblicato:16-02-2016 10:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:58

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MILANO – “Ti spunta un fiore in bocca…”. Era il motivetto pubblicitario che garantiva un sorriso smagliante.  Stavolta invece del sorriso,  (“Smile” l’operazione  dei carabinieri di Milano) sono spuntate le manette e 21 persone sono finite in galera. Senza sorridere. Tra loro Fabio Rizzi, braccio destro e fedelissimo del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.  L’indagine ha consentito di ricostruire come un gruppo imprenditoriale abbia turbato in proprio favore l’aggiudicazione di una serie di appalti pubblici – banditi da diverse Aziende Ospedaliere per la gestione, in outsourcing, di servizi odontoiatrici – corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare.

L’indagine è dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e 21 è il numero delle persone arrestate questa mattina sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Emanuela Corbetta di Monza. Le accuse, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio.


E’ proprio il leghista Fabio Rizzi, ‘fedelissimo’ di Roberto Maroni e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Lombardia, l’uomo politico chiave della maxi inchiesta di Carabinieri e Procura di Monza che ha scoperchiato un sistema di tangenti e appalti truccati in sanità. Sono stati infatti Rizzi e Mario Longo– un uomo del suo staff con poteri nel settore dell’odontoiatria- che hanno garantito la copertura politica alla società Odontoquality, che negli anni ha praticamente acquisito il monopolio nella gestione degli ambulatori odontoiatrici esternalizzati dalle aziende sanitarie lombarde.

Erano Rizzi e Longo a indurre i funzionari delle aziende a favorire questo gruppo imprenditoriale, capitanato da Maria Paola Canegrati, nelle gare d’appalto che puntualmente vinceva. Cosa hanno ottenuto in cambio? La Odontoquality ha finanziato la campagna elettorale per le regionali del febbraio 2013 e dato loro denaro, tra cui una tangente da 50.000 euro (pagata in contanti grazie all’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio).
La Odontoquality ricopriva poi di soldi la moglie di Longo, a cui versava 5.000 euro in cambio di finte consulenze. Le indagini hanno appurato che a Rizzi e Longo venivano ‘girate’ anche le quote di una società creata per istituire alcuni ambulatori odontoiatrici in strutture private e, per il futuro, gli erano stati promessi incarichi privati e altri soldi. Sul ruolo di Rizzi, l’ordinanza del gip Emanuela Corbetta di Monza parla chiaro: Rizzi e Longo “inducevano i funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria e alle forniture odontoiatriche dell’aziende ospedaliere della Regione, nonché gli amministratori delle strutture private e private convenzionate, a favorire nell’indizione delle gare d’appalto le società riconducibili a Canegrati”.

di Marcella Piretti, giornalista professionista

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