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Il sogno di Zaki: “Voglio tornare in Italia per terminare gli studi a Bologna”

"Governo lotti per i diritti umani"; "Anche se perde il Bologna calcio va avanti, come me"

Pubblicato:16-01-2023 13:24
Ultimo aggiornamento:16-01-2023 13:33
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patrick zaki
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BOLOGNA – “Sulla mia situazione non c’è molto da dire: ancora non mi è stato dato il permesso di tornare in Italia e sto aspettando con ansia che cosa succederà“. Ma Patrick Zaki ha le idee chiare. Spera di tornare in Italia per concludere il master Gemma all’Università di Bologna che “finisce a fine maggio di quest’anno con gli esami a metà giugno: spero di poter fare questi esami nella mia amatissima Bologna”, dice lo studente che attende la sentenza che ponga fine al suo calvario giudiziario in Egitto.

ZAKI PARLA DELLA SITUAZIONE IN IRAN: “PRONTI ALLA RIVOLUZIONE, IN EGITTO INVECE UNA DISFATTA”

Zaki, rilasciato nel dicembre 2021 dopo 22 mesi di carcere, aspetta ora l’udienza del 28 febbraio. E intanto, come racconta oggi a ‘Forrest’ su Radio Rai 1, da Manoura -sua città natale- dove si trova, si tiene aggiornato sui fatti italiani: si interessa dei migranti, ha letto della storia di Emanuela Orlandi, si è commosso per la morte di Gianluca Vialli. Non solo, segue passo passo anche le proteste in Iran: sapere che “alcuni colleghi dell’Università di Bologna stanno lottando” per la libertà “mi fa sentire ancora più vicino a questa situazione”. Che è ben diversa da quella dell’Egitto. Quella “iraniana è decisamente grave. Stiamo cercando di seguirne le notizie giornalmente, le cose che accadono là sono davvero terribili”, ma “siamo sicuri che gli iraniani non torneranno indietro. La situazione è cambiata ormai, non è più come prima ed è solo una questione di tempo farla cambiare completamente”.

In tutto questo, “la differenza fra Iran ed Egitto è che l’Iran si ritrova in una situazione di vera rivoluzione, tutti stanno pensando e pianificando come farla a beneficio delle giovani generazioni; in Egitto invece siamo di fronte a una disfatta“. E Zaki resta ‘sospeso’ tra i suoi due mondi: Egitto ed Italia, da cui dice di ricevere comunque e sempre “un sostegno incredibile e molto importante” specie alla vigilia delle udienze in Tribunale.


In Egitto Zaki è libero “e felice di esserlo anche se non è una libertà al 100% perché non posso fare tutto quello che voglio, ma già essere fuori dalla prigione è molto, molto bello”. Il sogno resta tornare a Bologna. Intanto segue le imprese calcistiche dei rossoblu: ieri Zaki ha visto la vittoria del Bfc a Udine. Sul campo “stiamo facendo un lavoro meraviglioso- dice il tifoso Zaki- nelle ultime settimane abbiamo avuto risultati incredibili. Magari si perde, però si va sempre avanti e ci stiamo comportando come squadra molto meglio: è un po’ come la mia storia”.

IL RICORDO DI SINISA MIHAHLOVIC

Immancabile un pensiero a Sinisa Mihajlovic: “Bisognerà ricordarlo sempre. E’ una persona che non dimenticherò mai, ho letto molto di lui e della sua vita. Ha scelto di combattere per la libertà. Era pieno di passione per la sua carriera e per quello che ha fatto; nonostante le sue esperienze ha ripreso ha lavorare e ho imparato molto dalla sua esperienza che è stata molto dura, una una lezione di passione e di vita. Mi ha davvero ispirato e dato energia” per “continuare a sperare di tornare a Bologna”.

Dall’Italia poi, specie quando si parla di lui sui giornali o in tv, “moltissimi messaggi mi dicono che gli italiani sono con me e capiscono la mia situazione. Ogni volta è davvero un colpo al cuore di felicità e mi sento rassicurato perché so che un giorno o l’altro tornerò in Italia”. E’ il sostegno “di cui ho proprio bisogno”. Poi un appello al Governo: “Non bisogna perdere la battaglia per i diritti umani e la deve combattere anche il governo insieme agli altri governi. Questo dovrebbe fare il governo italiano. Ovviamente, spesso succede che i governi abbiano altre priorità, ma non bisogna mai perdere la speranza che i diritti umani abbiano la precedenza su tutte le altre problematiche”.

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