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Caso Massaro, il legale: “Il rapporto genitoriale non si può costruire con la forza”

Alla Camera dei deputati insieme alla mamma, la deputata Giannone che sta presentando numerose interrogazioni parlamentari su casi analoghi. Sono intervenuti il legale della donna, Lorenzo Stipa e la deputata Laura Boldrini

Pubblicato:16-01-2020 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51
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ROMA – “Noi madri siamo sotto un attacco feroce nei tribunali. Ci sono voluti cinque anni di calvario per arrivare a una vittoria, se di vittoria si può parlare in casi di questo tipo. Il velo è caduto e la violenza istituzionale è sotto gli occhi di tutti”. A parlare è Laura Massaro, la mamma coraggio accusata ingiustamente di PAS, durante la conferenza stampa di questa mattina alla Camera dei deputati promossa dalla deputata Veronica Giannone sulla sentenza della Corte d’Appello che ha ribaltato il decreto dell’11 ottobre che aveva stabilito che le fosse tolto il figlio e collocato presso il padre. Insieme alla mamma e alla deputata Giannone che sta presentando numerose interrogazioni parlamentari su casi analoghi, sono intervenuti il legale della donna, Lorenzo Stipa e la deputata Laura Boldrini.

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Il caso di Laura Massaro, che ormai è una sentenza che porta il suo nome, le sue proteste simboliche davanti al Tribunale dei minori, la nascita del Comitato delle madri da lei fondato hanno reso la sua storia emblematica, portando alla conoscenza del grande pubblico i casi di donne che dopo la denuncia di violenza si ritrovano a rischio di perdere i propri figli. “Sono passati 90 giorni – dal decreto che stabiliva il prelevamento del bambino al 3 gennaio in cui è stata emessa la sentenza d’Appello – in cui il bambino ha rischiato la vita per le sue condizioni di salute che non sono state mai valutate dalla Corte di Primo grado. Un forte stress avrebbe potuto cagionare eventi gravi” dice l’avvocato Lorenzo Stipa ricordando che “si diceva che la documentazione medica fosse strumentale”. Il bambino infatti soffre di una patologia autoimmune e assume un farmaco per l’ipertensione.


La sentenza è epocale perchè stabilisce che “la bigenitorialità non è un principio astratto e normativo e che un rapporto genitoriale non si può costruire con la forza. La legge 54 del 2006 sulla bigenitorialità- ha aggiunto Stipa- ha sottovalutato la situazione del conflitto e che cosa succede se uno dei due genitori è un violento, uno stalker, un abusante. Anche se rettificata con il decreto legislativo 154 del 2013 che disciplina l’ascolto del minore, la bigenitorialità viene ripetuta come un mantra cieco. Inoltre il decreto di primo grado difettava di gradualità”. Ha ricordato l’avvocato che la “seconda CTU, intervenuta sul caso Massaro, è stata denunciata per falso ideologico e che il procedimento penale è ancora in corso”.

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Eppure nonostante questo e nonostante il bambino fosse stato ascoltato come previsto dalla legge e avesse espresso il desiderio di rimanere con la mamma e i suoi affetti, si era arrivati a un decreto che “avrebbe condotto il minore in una situazione non idonea, a vivere tra sconosciuti: condizione non vagliata dalla Corte di primo grado”. Anche dopo la sentenza polemiche, minacce e intimidazioni non si sono fermate e con poche, emozionanti parole Laura Massaro ha ricordato questi anni di battaglia in cui si è sentita dare “della bugiarda, della mamma ‘assorbente’ e alienante, dei mesi di terrore vissuti dal decreto in poi”, della violenza economica subita per pagare perizie e CTU che non analizzano mai questi padri, ma le madri che sono immediatamente ritenute colpevoli”.

Non è finito il calvario perchè “ho ancora sospesa la potestà genitoriale– ha spiegato- la CTU è sotto processo e non siamo ancora liberi. La bigenitorialità- ha detto ancora Laura Massaro- non è in discussione in contesti normali. Qui parliamo di bambini mai riconosciuti che si ritrovano a dover frequentare quei padri che non li hanno riconosciuti, di violenti, di madri costrette a portare i bambini che non vogliono agli incontri per non risultare inadeguate. Ma non basta. Parliamo di avvocati che consigliano le donne a ritirare denunce per non sembrare conflittuali, come è stato fatto con me” e ha letto in conferenza una mail in cui un avvocato consiglia proprio questo alla sua assistita, concludendo con un: “‘Sentiamo la psicologa che dice?'”.

Il tema è anche di natura economica: le scuole di formazione, i corsi di psicologia giuridica in cui “la parola PAS è scomparsa”- come ha rilevato la psicoterapeuta Bruna Rucci, intervenuta nella discussione- ma vengono utilizzate dalle CTU altre perifrasi, ora si parla di mamma adesiva”.

Questa sentenza ha riconosciuto la dignità di una donna e di una madre– ha ribadito Stipa alludendo ai 90 giorni di attesa in cui il bambino ha vissuto con la paura di esser portato via da un momento all’altro. “Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata” ha detto l’avvocato citando Tito Livio e alludendo a quei mesi in cui una mamma e un bambino sono stati martirizzati. Intanto sempre più interpellanze iniziano ad arrivare in Parlamento.

BOLDRINI: “DIETRO ‘PAS’ C’È MISOGINIA, INTEGRUPPO A LAVORO SU QUESTO PROBLEMA”

“Dietro la PAS (sindrome di alienazione parentale) c’è misoginia, anche da parte di altre donne che hanno introiettato il modello patriarcale, e c’è anche un’idea precisa di società che vuole assegnare alle donne un determinato ruolo. Laura Massaro sta facendo una battaglia per tutte noi. La deputata Giannone si sta spendendo molto per questi casi, con un’ostinazione che ha portato consapevolezza. L’intergruppo parlamentare per i diritti delle donne e le pari opportunità ha deciso di farsi carico di questo problema e lavoreremo per capire come intervenire sulla norma”. E’ un impegno preciso quello che la deputata del Pd Laura Boldrini ha assunto oggi, intervenendo alla conferenza stampa di questa mattina alla Camera dei deputati sulla sentenza Massaro, a proposito del lavoro da fare per eliminare dai tribunali l’utilizzo dell’alienazione parentale e per riportare all’attenzione la questione della violenza che non è conflittualità.

“L’Italia è già stata condannata dal Comitato delle Nazioni Unite sull’eliminazione delle discriminazioni contro le donne (CEDAW) nel 2017 proprio per questo riferimento alla PAS sulla custodia dei figli e anche le ultime raccomandazioni di GREVIO, del Consiglio d’Europa- ha ricordato Boldrini- insistono sugli stessi punti. Denunciare violenza e rischiare di perdere i propri figli è un ricatto inaccettabile“. La sentenza Massaro rappresenta una “svolta” anche per tanti altri casi analoghi di minori allontanati dalle proprie famiglie contro la propria volontà sui quali sta lavorando molto la deputata Veronica Giannone, che ha sottolineato, anche in qualità di segretaria della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’adolscenza, come questa sentenza “rispetti finalmente il minore”. “Anche se la storia non è finita- ha concluso Laura Massaro- sono state finalmente messo al centro la salute e la vita di mio figlio e questa sentenza gli ha ridato la vita”.

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