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Nuovo esame di maturità, l’nsegnante: “Aiuta i maturandi a ragionare”

ROMA - Il prossimo 19 giugno avverrà il debutto del nuovo esame di maturità con la prima prova, quella di

Pubblicato:16-01-2019 10:52
Ultimo aggiornamento:16-01-2019 10:52
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ROMA – Il prossimo 19 giugno avverrà il debutto del nuovo esame di maturità con la prima prova, quella di italiano. Dal mese di dicembre sono a disposizione di docenti e studenti alcune tracce esemplificative per poter effettuare delle esercitazioni attraverso specifiche simulazioni. Il cambiamento, a mio parere, non è solo di forma, ma vuole rispondere al desiderio di rendere la scuola sempre più garante e punto di riferimento per la formazione corretta e adeguata di intere generazioni. Inizia con questa riflessione il contributo della professoressa Maria Rosaria De Simone, insegnante di Lettere presso ITT ‘Cristoforo Colombo’ e membro del Comitato DireDonne sul debutto dell’esame di maturità con la prima prova, il 19 giugno prossimo.

Una sfida importante, alla quale ha lavorato, assieme a un team di esperti, Luca Serianni, professore di ‘Storia della lingua italiana’ presso l’Universita La Sapienza di Roma, chiamato dall’ex Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Il professore, socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei, vicepresidente della Società Dante Alighieri, più volte intervistato riguardo alla prova di italiano- spiega la professoressa- ha tenuto a ribadire che la prima prova di maturità è sì nuova, ma non è certo una rivoluzione ed è fattibile nonostante il percorso di studio abbia finora viaggiato sui binari di un processo formativo quinquennale con impegno, esperienze, attività e ed azioni legate ad una finalità che ora va modificata in itinere. Su questo punto il giudizio di chi opera nel sistema scolastico non è unanime. Una parte dei formatori critica il fatto che si modifichi il punto d’arrivo, senza cambiarne il percorso. È come se si tentasse di costruire il tetto, dicono, prima delle fondamenta. Secondo Serianni la scuola- prosegue l’insegnante De Simone- deve garantire la cittadinanza linguistica, la possibilità cioè, attraverso la padronanza della lingua italiana, di pensar bene e vivere bene, di essere consapevoli e autonomi in una società in continuo cambiamento. “Si è allargato il ventaglio tra coloro che sanno e quelli che non sanno- ha detto in una delle tante conferenze sul tema dei giorni scorsi- e tra coloro che non sanno le difficoltà sono sempre più serie e difficili da risolvere. Ma esistono anche straordinari esempi di studenti che hanno affinato, attraverso tante sollecitazioni le loro capacità e sono bravissivi, anche più di come eravamo noi. Molto di più”. 

LA NUOVA PRIMA PROVA DI MATURITA’

La durata sara’ sei ore. Gli studenti dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce che rimandano a tre tipologie di prove. Due tracce saranno legate alla tipologia A, in cui si analizzerà un testo; tre tracce alla tipologia B, in cui si analizzerà e si produrrà un testo argomentativo; due tracce alla tipologia C, in cui si opererà una riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. I testi di riferimento saranno legati all’ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. Alla luce di quanto emerge sia dalle tracce diffuse sul sito del Miur, sia dagli obiettivi delineati nella riforma dell’esame- evidenzia De Simone- sarà importante partire dalla comprensione del testo attraverso il riassunto che, ingiustamente bistrattato alle superiori, è il perno attorno al quale si muove l’apprendimento. Il riassunto è un’operazione per nulla semplice e che mette in gioco diverse competenze. In primo luogo comprendere il testo di riferimento, poi bisogna passare allo sviluppo, alla cernita delle unità informative principali del testo per ricavarne il cuore delle informazioni e dei dati in esso espressi. Infine per un buon riassunto bisogna avere il dominio della sintassi e del lessico. A torto finora- denuncia la professoressa- il riassunto è stato relegato alla seconda infanzia ed è arrivato il momento di rispolverarlo per estenderlo alla tarda adolescenza. Dal riassunto bisogna ripartire per rispondere alle sfide dell’analfabetismo funzionale, che appare sempre più evidente nelle nuove generazioni che, pur utilizzando sistemi di comunicazione sempre più tecnologici, presentano serie difficoltà di comprensione di testi di diversa provenienza. Un analfabetismo che richiede un capillare lavoro legato alla lettura e alla comprensione della scrittura. Leggere un qualsiasi documento come se fosse il bugiardino delle medicine, non saper decodificare le informazioni in esso contenute, queste sono le criticità da combattere. Ad essere sinceri, spesso alle secondarie di II grado arrivano studenti che non sono neppure in grado di leggere con chiarezza e che hanno difficoltà a scrivere in un corsivo leggibile. Il nuovo esame di maturità, con le sue richieste, indica la strada da percorrere perché i maturandi sappiano ragionare, con senso critico, sulle grandi problematiche contemporanee, ma soprattutto- conclude Maria Rosaria De Simone- abbiano un habitus mentale e culturale sufficientemente ampio per potersi muovere nel mondo universitario e in quello lavorativo.


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