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Nevica sulla Tunisia, bimba di 7 anni muore di povertà. Parte “Je suis Rania”

Non è morta di freddo: ha avuto una violenta febbre e in mancanza di mezzi di trasporto, il padre non ha potuto portarla in ospedale

Pubblicato:16-01-2017 13:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:48

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I genitori della piccola Rania

TUNISI – Rania aveva sette anni, abitava in una baracca a Ouled Dhifallah, un villaggio alla frontiera algerina che fa parte della delegazione di Aïn Draham, nel governatorato di Jendouba a nord ovest della Tunisia. A differenza di alcuni dei suoi fratelli Rania andava a scuola, affrontando lunghi cammini tra le montagne. A uccidere la bambina non è stato direttamente il freddo, come hanno scritto alcuni giornali tunisini. L’hanno portata via la febbre e la povertà del suo villaggio e dei suoi genitori. Questi ultimi hanno raccontato all’Agenzia DIRE che la bambina ha avuto una violenta febbre e che in mancanza di mezzi di trasporto propri, il padre non ha potuto accompagnarla in ospedale.

“Il problema non è solo mia figlia, ci sono 150 famiglie nel mio villaggio che vivono le nostre stesse difficoltà– ha affermato all’Agenzia DIRE Sharifa Dhifalli, madre della bambina- non abbiamo mezzi di trasporto, è molto difficile spostarci, vogliamo una casa, non abbiamo né acqua potabile, né elettricità. Nei giorni scorsi- ha aggiunto il padre- Taher Khmissi, anche una donna anziana è morta nel nostro villaggio, in conseguenza del freddo e delle difficili condizioni di vita”. Nella zona mancano collegamenti e con pioggia e neve le strade diventano pericolose: anche oggi ha nevicato su diverse zone del paese. Ieri 10 centimetri di neve hanno coperto varie località nella regione di Jendouba, e a Aïn Draham 14 veicoli sono rimasti bloccati per le condizioni meteorologiche.

“I rappresentanti del governo non sapevano neanche dell’esistenza del nostro villaggio, sono venuti per la morte della nostra bambina e ci hanno promesso dei soldi, noi vogliamo solo una casa e un lavoro” hanno aggiunto i familiari di Rania.


Ieri il primo ministro Youssef Chahed ha affermato che il 2017 sarà l’anno della lotta contro la disoccupazione e le abitazioni di fortuna. Nel sesto anniversario della “rivoluzione” (il termine è oggetto di dibattito nel paese), il premier ha ammesso che, malgrado il successo della transizione democratica, la Tunisia non ha ancora raggiunto i suoi obiettivi economici e sociali. Nei giorni scorsi il governo ha ordinato interventi medici e di edilizia popolare, annunciando 1000 abitazioni nella località di Aïn Soltane, nella regione di Jendouba. Il portale online tunisino “Kapitalis.com” annuncia inoltre che il prossimo 29 gennaio la campagna “Je suis Rania, on est tous Rania” organizza una carovana di solidarietà che raggiungerà il villaggio di Ouled Dhifallah con doni e medicinali.

di Giulia Beatrice Filpi

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