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Procura Modena chiede di archiviare minacce mafia libica al cappellano della Ong Mediterranea

Il pm di Modena ha chiesto di archiviare le minacce della mafia libica a don Mattia Ferrari, cappellanno della Ong Mediterranea. E il Pd non ci sta

Pubblicato:15-12-2022 11:53
Ultimo aggiornamento:15-12-2022 16:01

Don Mattia Ferrari
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MODENA- Non c’è rilievo penale. La Procura di Modena ha chiesto l’archiviazione nella vicenda legata alle minacce ricevute, via Twitter, da don Mattia Ferrari, il cappellano della Ong ‘Mediterranea saving humans’. Fu intimidito per le sue posizioni a sostegno dell’impegno dei salvataggi in mare.

E IL PD NON CI STA: STRANA TESI, NON TUTELA LA INCOLUMITÀ DI DON MATTIA

“Quindi la prerogativa del ruolo di prete risolverebbe il tema delle minacce della mafia libica? Strana tesi onestamente che rischia di mettere in pericolo la sicurezza e l’incolumità di Mattia Ferrari impegnato in prima linea per i diritti dei migranti. Solidarietà e abbracci”, commenta il deputato modenese del Pd, Stefano Vaccari.

ECCO COSA È SUCCESSO, E LA REAZIONE DI DON MATTIA

Il caso è venuto a galla sul quotidiano Avvenire: “Il prete sia silenzioso” è il titolo dell’articolo che oggi accompagna ed esamina il caso e le motivazioni della richiesta di archiviare le minacce della mafia libica a don Mattia Ferrari, parroco modenese e coppellano di Mediterranea. Per sottrarsi a rischi di ripercussioni, è la tesi che emerge dal caso, il prete dovrebbe agire con modi “riservati e silenziosi”. E così si è aperto il caso. Con appunto il Pd in parlamento a parlare di tesi strana e Mediterranea a schierarsi con don Mattia. E lui? Affida una “breve dichiarazione” a Facebook che dice: “Moltissime persone mi stanno scrivendo pubblicamente o privatamente per esprimere solidarietà. Siccome sono studente alla Faculty of Social Sciences -Pug- Roma e ho lezione stamattina e oggi pomeriggio, non riesco a rispondere a tutti. Ne approfitto per ringraziare qui tutte e tutti coloro che stanno esprimendo in pubblico o in privato la loro solidarietà”. Un grazie a chi ha scritto l’articolo, al direttore di Avvenire Marco Tarquinio (“Che su questi temi, grazie alle inchieste di Nello Scavo e altri giornalisti coraggiosi come Paolo Lambruschi e Ila Solaini, continua a denunciare la mafia libica”), alle “grandi famiglie della Chiesa Cattolica e di Mediterranea Saving Humans, di cui ho l’onore di far parte. E ringrazio i veri protagonisti di queste vicende, le persone migranti, Refugeesinlibya”.


“RICORDIAMOCI CHE I VERI PROTAGONISTI NON SIAMO NOI, MA I MIGRANTI: SI INDAGHI PER TUTELARE LORO, LE MAFIE SI POSSONO BATTERE

Perchè, ricorda don Mattia, “ricordiamoci sempre che non siamo noi i veri protagonisti di queste vicende, ma loro: da bravo studente (o almeno da uno che prova ad esserlo), ricorro alle categorie letterarie e sottolineo che noi siamo solo gli aiutanti dei veri protagonisti, che sono loro”. Per i migranti, “per la fraternità che ci lega, per la giustizia che anima ogni cuore autenticamente umano, nonché per la dignità e l’integrità della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea, occorre che si indaghi a fondo, in tutte le sedi, giornalistiche e istituzionali, sulla mafia libica. Le minacce nei miei confronti sono solo una piccola parte della grande vicenda del Libyagate. Una grande questione internazionale che tutte e tutti insieme possiamo vincere, sconfiggendo tutte le mafie, ‘ndrangheta, Camorra, mafia libica e le altre e tutti i potenti di ogni tipo e costruendo la giustizia e la civiltà dell’amore”, conclude don Mattia.

LA REAZIONE DI MEDITERRANEA: CHI ATTACCA DON MATTIA ATTACCA TUTTI NOI

“Chi attacca don Mattia attacca tutte e tutti noi. Non sei solo fratello. E continueremo insieme la battaglia per ottenere giustizia. Contro le minacce mafiose. E soprattutto per le donne, uomini e bambini che soffrono ogni giorno le violenze delle mafie libiche”. Così Mediterranea Saving Humans, su Facebook, dopo la notizia della richiesta di archiviazione arrivata dalla Procura di modena per le minacce rivolte dalla mafia libica a don Mattia Ferrari, parroco e cappellano della ong. “Con Don Mattia Ferrari. Non ci faremo zittire o fermare dalle minacce”.

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