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Letta stoppa Berlusconi al Quirinale, e dà una mano a Salvini e Meloni

L'editoriale del direttore dell'agenzia Dire Nico Perrone

Pubblicato:15-12-2021 19:40
Ultimo aggiornamento:15-12-2021 19:40

letta
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ROMA – Mentre il Cavaliere Berlusconi continua nella sua opera di convincimento per raggranellare più voti in Parlamento per la partita del Quirinale, oggi il leader del Pd, Enrico Letta, lo ha stoppato pur non citandolo: “Il presidente della Repubblica rappresenta un arbitro, un motore, un garante che da’ voce a tutti i cittadini. Rivedendo i 12 presidenti viene fuori che non c’è mai stato nessun leader o capo politico. E non è un caso” ha detto Letta. Perché, ha aggiunto Letta, il presidente della Repubblica “richiede una figura di spiccata sensibilità delle istituzioni. Questo non sarà banale nella scelta. Dobbiamo continuare con presidenti istituzionali, consensuali, in grado di rappresentare tutto il Parlamento”. Insomma, caratteristiche che Berlusconi, non possiede si fa capire.

Così, di fatto, offre una sponda ai leader del Centrodestra, Salvini e Meloni, che pur schierati, a parole, a sostegno della candidatura dell’alleato di Forza Italia, ogni volta precisano che bisognerà fare i conti con i numeri. Se Berlusconi non dovesse farcela sarebbe colpa degli altri. Certo, stavolta il Centrodestra è decisivo, ha più volte sottolineato Matteo Renzi di Italia Viva, che oggi ha preso in giro sia Letta che Meloni: “Hanno scoperto l’acqua calda- ha detto- Letta quando dice che il presidente della Repubblica non è mai stato un leader di partito; Meloni quando parla di un patriota per il Colle. Lo sono stati Mattarella, Napolitano e Ciampi e noi li abbiamo votati” ha sottolineato Renzi.

Da Forza Italia arriva subito in soccorso il Sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè: “Do per scontata la lealtà di Salvini e Meloni perché senza questo riconoscimento di lealtà non esisterebbe il centrodestra che come coalizione esiste perché persone leali si ritrovano degli ideali comuni” ha detto il forzista, che poi ha aggiunto: “Qualora Berlusconi decida di candidarsi non posso pensare che il centrodestra non sia compatto. Dopodiché in base a quanti voti avrà ci muoveremo di conseguenza ma una volta sciolta la riserva il candidato è solo uno: Silvio Berlusconi”, ha concluso.


La novità, comunque, arriva in un passaggio dell’intervista che Giorgia Meloni ha rilasciato al Corriere della Sera. Parlando di Mario Draghi alla sua festa Atreju, Meloni aveva detto di non avere elementi per giudicare il grado di patriottismo di Draghi. Nell’intervista di oggi Meloni apre non una porta ma un vero portone all’ingresso del premier Draghi con queste parole: “… è chiaro che nell’attuale contesto sia una figura italiana autorevole, vista anche l’uscita di scena di Angela Merkel: potrebbe riequilibrare i rapporti di forza dopo lo strapotere franco-tedesco… l’Italia può difendere e rafforzare il suo peso in Europa. Mario Draghi giocherebbe questo ruolo oppure no?”.

E Matteo Salvini? Fino a ieri ha cercato di imporsi come ‘mazziere’, quello che dà le carte per il Quirinale. Oggi ha preferito tornare ad occuparsi del Governo: “La Lega è al lavoro, in commissione e Aula, per trovare più soldi per tagliare le bollette di luce e gas e per una nuova pace fiscale. Sono impensabili stangate, fermi e pignoramenti. Se si rinnova lo stato di emergenza, deve valere anche per le materie fiscali” ha detto il leader del Carroccio.

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