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Covid, dall’UE un miliardo di dosi di vaccino per paesi meno attrezzati

L'Unione Europea ha sottoscritto tre accordi, per un totale di cinquecento milioni di euro, a sostegno di Covax, iniziativa per aiutare le aree in difficoltà

Pubblicato:15-12-2020 11:53
Ultimo aggiornamento:15-12-2020 14:59

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ROMA – Cinquecento milioni di euro per sostenere Covax, un’iniziativa sostenuta da 190 Paesi, con l’obiettivo di garantire un miliardo di dosi di vaccini contro il Covid-19 nelle aree del mondo meno attrezzate a far fronte alla pandemia: è l’impegno al centro di tre accordi sottoscritti oggi dall’Ue. La cerimonia della firma, da parte di “Team Europe”, una rete che coinvolge la Commissione europea e la Banca europea degli investimenti (Bei), è stata trasmessa nel corso di una conferenza stampa online.

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I finanziamenti dell’Ue saranno erogati a partire dal Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile. La forma è quella di un prestito della Bei, per 400 milioni, e di una donazione all’alleanza per i vaccini Gavi, per cento milioni. Del miliardo di dosi, è stato evidenziato durante la conferenza stampa, dovranno beneficiare 92 Paesi poveri e in via di sviluppo. Il focus sarà sull’Africa, i Caraibi, la regione del Pacifico e l’area del “vicinato” dell’Ue, dall’Europa orientale alla sponda sud del Mediterraneo.

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“Il vaccino deve essere un bene pubblico globale” ha detto Koen Doens, alla guida della direzione della Commissione Ue per Sviluppo e cooperazione internazionale, annunciando gli stanziamenti europei per Covax. Secondo il responsabile, l’obiettivo è “dare l’opportunità a Paesi dell’Africa, dei Caraibi e dell’area del vicinato Ue di acquistare dosi di vaccino”. Doens ha concluso: “Vogliamo una globalizzazione giusta e bisogna cominciare da qui, come ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, facendo in modo che i vaccini non siano garantiti solo in Europa ma in tutto il mondo”.

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“Guai se ci occupassimo solo dei ‘wealthy few’, i pochi ricchi; finché non saremo salvi tutti non sarà salvo nessuno” gli ha fatto eco Seth Berkley, amministratore delegato di Gavi, un’alleanza per il diritto ai vaccini che gestirà fondi europei a sostegno di 92 paesi poveri ed emergenti in chiave anti-Covid-19. “L’obiettivo di due miliardi di finanziamenti che ci eravamo prefissati per la fine del 2020 è stato raggiunto” ha detto il dirigente. “Ora però non è il momento di togliere il piede dall’acceleratore: il prossimo anno, per il meccanismo di distribuzione e acquisto Covax, ne serviranno altri cinque”. Gavi è un’alleanza nata nel 2000 con il sostegno dell’Onu e il supporto di donatori privati, tra i quali la Fondazione Bill & Melinda Gates. Covax è invece una “facility”, cioè un meccanismo, creato quest’anno per far fronte alla pandemia del nuovo coronavirus. Tra gli obiettivi specifici l'”accelerazione” dello sviluppo e della produzione dei vaccini contro il Covid-19 e la garanzia di una distribuzione equa e sostenibile in tutti i Paesi. A gestire Covax è Gavi, insieme con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la Coalizione internazionale per le innovazioni in materia di preparazione alla lotta contro le epidemie (Cepi). Berkley è intervenuto alla cerimonia per la firma dell’intesa che prevede stanziamenti europei per 500 milioni di euro, e una quota di questi fondi, 100 milioni, sarà devoluta a Gavi nella forma di donazione.

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Far sì che i “progressi” ottenuti dai programmi per i vaccini, a partire da quello che coinvolge l’azienda tedesca Biontech, vadano “a beneficio di tutti i Paesi”: questo l’impegno evidenziato oggi da Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei). L’occasione è stato l’annuncio di un prestito da 400 milioni che l’istituto garantirà, nel quadro di un’iniziativa Ue, per sostenere la distribuzione di un miliardo di dosi di vaccini anti-Covid-19 in 92 Paesi poveri o emergenti. Secondo Hoyer, “è un imperativo morale che nessun Paese sia escluso dall’accesso ai vaccini a causa dei loro costi”. Rispetto al prestito, a beneficio del meccanismo internazionale Covax, il presidente della Bei ha detto di sentirsi “orgoglioso“.

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