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Covid, Toti: “No al lockdown ma dobbiamo accelerare sui vaccini”

Il governatore della Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni non intravede crisi di governo, ma solo fisiologici bracci di ferro

Pubblicato:15-12-2020 11:23
Ultimo aggiornamento:15-12-2020 11:23

giovanni toti
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GENOVA – “Non vedo elezioni dietro l’angolo, ma neanche crisi di governo. Vedo fisiologici bracci di ferro e qualcuno che specula un po’ troppo per guadagnare qualche posizione, in un momento in cui i toni dovrebbero essere un po’ più soft”- ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a “24 Mattino” su Radio 24-. “Non credo che cada il governo e comunque ce ne sarebbe un altro: non credo che questa legislatura stia per finire- prosegue il governatore- visto il referendum costituzionale per ridurre il numero di parlamentari, ci sono degli equilibri politici, sia nella maggioranza che nel centrodestra, che non potranno essere riproposti dagli elettori in una nuova legislatura”.

“NON CAMBIEREI LE REGOLE ORA SOLO PERCHÉ LO FA LA MERKEL”

“Abbiamo dato delle regole a inizio dicembre che mi sembravano già molto rigorose e strette, di colpo cambiamo idea perché l’ha cambiata la Merkel: mi sfugge il processo decisionale e mi preoccupa un po’”- sottolinea Toti-. “Fino a ieri sostenevamo di essere la nazione guida in Europa sulla gestione della pandemia, non vedo perché oggi dobbiamo considerare la Germania il nostro benchmark. Noi abbiamo scelto un sistema che prevede aree di rischio, che sta dando risultati, la Germania no. Nella mia regione, l’Rt è più basso di quello tedesco. Non mi sembra un metodo né così strampalato né peggiore di quello tedesco. Con buona pace della Merkel, noi abbiamo la nostra strada”. Toti ribadisce che “le ulteriori restrizioni mi convincono poco, non sono coerenti con il metodo che ci siamo dati fino a questo momento: mi convincerebbe una stretta, laddove servisse, così come un allargamento dove possibile. Questo è il metodo che abbiamo dato al Paese, con le zone di rischio. Cambiare totalmente metodo non dà molto senso e continuità alla politica che abbiamo scelto, oltre a una certa dose di ipocrisia, visto che se si aprono negozi, bar e si fa pure la lotteria per chi paga con la carta di credito, si incentivano i cittadini a uscire e a vivere il periodo natalizio dando un po’ di fiato all’economia”.

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“Io terrei le regole come sono adesso: non è che prevediamo di fare cenoni in famiglia a Natale o veglioni a capodanno, con i trenini. Non stiamo andando verso un Natale esattamente libero, ma piuttosto compresso dal punto di vista delle regole- continua Toti-. “In alcune regioni è inutile negare che la situazione epidemiologica sia più indietro: con gli altri governatori ci vedremo giovedì, ma questo è ciò che abbiamo concordato quando abbiamo dato il nostro parere al dpcm. Adesso vedremo se il governo farà delle proposte: per ora il dibattito è solo su indiscrezioni perché, dal punto di vista formale, non c’è una proposta sul tavolo”. Il governatore ligure precisa di intravedere “sempre dei rischi, non bisogna banalizzare. Sappiamo che dobbiamo lottare con il coronavirus e che dovremo farlo ancora per un certo periodo di tempo. Dobbiamo accelerare sui vaccini, come il commissario Arcuri sta facendo, ma intravedo anche un rischio gigantesco, clamoroso e, forse, sottostimato per la nostra economia, soprattutto per alcuni settori. Non è una battaglia che si gioca solo su un terreno di gioco”.

“Arcuri sta lavorando, forse gli hanno dato un po’ troppe cose. Il problema non è il braccio operativo, con cui non c’è difficoltà a collaborare, quello che mi preoccupa è l’oscillazione della politica. Per vincere una battaglia servono idee chiare, una strategia e perseguirla per un periodo sufficiente a coglierne i risultati”. Così il presidente della Regione Liguria a “24 Mattino” su Radio 24. “La ‘primula’ è suggestiva, Boeri è un genio creativo– prosegue il governatore- ma penso che non sia il primo problema, abbiamo altre cose più urgenti da definire. Nessuno vede particolarmente complessa la prima ondata di vaccini perché ha numeri limitati. Se fatta in fretta, nelle prime due settimane di gennaio, potrebbe anche ridurre l’impatto sugli ospedali di una eventuale terza ondata. Poi, dovremo vedere quando si arriverà alla vaccinazione di massa, che non è ancora chiaro con che vaccino si farà”.

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