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Cooperazione, Del Re: “Con le diaspore entriamo nelle scuole”

MILANO - La cooperazione italiana deve entrare nelle scuole, facendosi conoscere e coinvolgendo i ragazzi: così all'agenzia 'Dire' il viceministro

Pubblicato:15-12-2018 17:15
Ultimo aggiornamento:15-12-2018 17:15

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MILANO – La cooperazione italiana deve entrare nelle scuole, facendosi conoscere e coinvolgendo i ragazzi: così all’agenzia ‘Dire’ il viceministro degli Esteri, Emanuela Claudia Del Re, a margine del Summit delle diaspore.

Secondo Del Re, “le scuole sono già e possono in futuro diventare ancora più i luoghi per conoscersi meglio e far crescere una società plurale”. Una premessa, questa, che sarebbe confermata nelle aule giorno dopo giorno dall’incontro di ragazzi con famiglie di origine diverse, italiana o straniera. “La nostra scuola è già una scuola di integrazione” sottolinea Del Re: “Non ci rendiamo conto di quanto facciamo un percorso di vita che ci porta in realtà molto lontano”.

Il viceministro sottolinea che “le migrazioni verso l’Italia sono cominciate già dagli anni ’70 e oggi abbiamo generazioni consolidate, con un mondo che si muove attorno alla scuola fatto di accoglienza”.


Secondo Del Re, “non tutto è perfetto” ma “la scuola può essere veicolo di buone pratiche e serenità sociale”.

Una constatazione, questa, ribadita evidenziando la necessità di una maggior presenza della cooperazione italiana tra i ragazzi. “Siamo un gigante nel mondo per investimenti e progetti – dice Del Re – ma la realtà della cooperazione è ancora poco conosciuta”. Secondo il viceministro, allora, “bisogna fare un lavoro maggiore per diffondere i nostri successi e il nostro modo di intendere la cooperazione, basato sul concetto di sviluppo condiviso”. I ragazzi, allora, dovrebbe essere sempre più un interlocutore. “Le scuole – dice Del Re – sono il luogo da cui partire con linguaggi agili e concetti veicolati in maniera semplice ed efficace”.

CARMENATI (AICS): NEL 2019 AVANTI CON LE DIASPORE

Il Summit delle diaspore è “un percorso virtuoso” e, ancora, “un’opportunità costruttiva” sulla quale investire: così all’agenzia ‘Dire’ Leonardo Carmenati, direttore vicario dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

Secondo Carmenati, intervistato a margine della seconda edizione dell’iniziativa, in corso a Palazzo Reale, “contribuire al percorso di integrazione delle diaspore nel sistema della cooperazione è un processo lungo”. L’impegno, dunque, continua. “Abbiamo mosso i primi passi – dice il direttore – e abbiamo portato esperienza e strumenti finanziari con altri partner immaginando come sostenere questo percorso virtuoso”.

Secondo Carmenati, che sottolinea come Aics non solo finanzi ma “contribuisca” al Summit, “nel 2019 sugli esiti del percorso con la fine della prima fase faremo valutazioni e programmeremo nuove attività”.

Il direttore fa poi riferimento alla legge 125/2014, che riconosce il ruolo delle comunità di origine straniera nel sistema della cooperazione. “Lavorare con le diaspore è un’opportunità costruttiva per noi perché ci dà la possibilità di vivere la nostra fase progettuale con altri punti di vista” sottolinea Carmenati. Che aggiunge: “Vogliamo facilitare il dialogo anche con gli enti territoriali, gli istituti di ricerca e il mondo profit perché nel nostro Paese cresca la consapevolezza su cos’è davvero la mobilità umana”.

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