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ROMA – L’Ispettorato del lavoro non molla la presa su Amazon a Piacenza. “C’è un’attività di controllo non ancora conclusa che sta proseguendo e per questo non posso dire altro di più”, conferma Stefano Marconi, responsabile dell’Ispettorato interregionale del lavoro per l’Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto. Ma del resto, è ‘naturale’ che sia così, precisa: la “logistica è un settore dove continuano le nostre ricerche e Amazon ne fa parte”.
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Di certo le ispezioni nel magazzino di Castel San Giovanni, a Piacenza, hanno fatto venire a galla una discreta ‘patata bollente’: 1.951 lavoratori che andrebbero assunti in pianta stabile dal colosso dell’e-commerce, stando appunto all’esito delle verifiche scattate dopo lo sciopero nel Black Friday di un anno fa.
Eppure, come confermato anche dal Governo, le assunzioni che dovrebbero andare a ‘sanare’ l’eccessivo ricorso a personale in somministrazione a Piacenza non si sarebbero ancora concretizzate e anzi l’azienda non richiama chi avrebbe diritto al posto fisso nemmeno per incarichi a termine.
E proprio di tutto questo dopodomani si tornerà a parlare in un incontro in Confcommercio tra l’azienda e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltuc-Uil e Ugl terziario. Sul tavolo anche l’accordo sull’organizzazione del lavoro raggiunto la scorsa primavera ma che “a nostro parere non è stato rispettato”, racconta alla ‘Dire’ Pino De Rosa (Ugl terziario).
I problemi sono i ‘soliti noti’ ma “Amazon fa finta di non ascoltare”: la turnazione notturna non rispettata, le mancate assunzioni dei somministrati e il premio ai dipendenti. In particolare, il caso dei somministrati che “sta diventando paradossale”, dice De Rosa: è tutto fermo. Amazon di assumere “se ne infischia altamente tanto che abbiamo iniziato con le cause legali”.
I sindacati hanno chiesto ad Amazon di i dati dei somministrati dall’inizio dell’anno all’incontro di lunedì così da poter aiutare i lavoratori nelle pratiche di ‘riscatto’. Almeno un margine di dialogo sembra esserci.
Il colosso dell’e-commerce avrebbe inviato una lettera alle sigle dicendo che al prossimo incontro si parlerà anche di “questa questione”. E l’Ugl promette che “se lunedì non avrà i numeri scriverà direttamente al ministero del Lavoro per avere immediatamente un’altra ispezione”.
Nel frattempo l’azienda “continua a fare manifesti in giro vantandosi di aver assunto in Italia più di 2.000 persone”, ma questo è solo un modo “per attirare nuove proposte per lavorare con loro, un meccanismo che non rappresenta la realtà”, conclude De Rosa.
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