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Università, Sant’Anna di Pisa: “Preoccupa il sottofinanziamento del sistema”

ROMA - "L'ultimo decennio le università si sono mosse in un contesto sfavorevole. Nonostante questo la scuola Sant'Anna ha ottenuto

Pubblicato:15-12-2018 14:01
Ultimo aggiornamento:15-12-2018 14:01

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ROMA – “L’ultimo decennio le università si sono mosse in un contesto sfavorevole. Nonostante questo la scuola Sant’Anna ha ottenuto molti risultati, abbiamo aumentato il finanziamento, il corpo docente, i laboratori, l’offerta formativa, abbiamo ottenuto riconoscimenti internazionali: il ranking vede il Sant’Anna fra i primi in Italia e in Europa”. Lo spiega il rettore della scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa, Pierdomenico Perata, in occasione della prolusione per l’inaugurazione dell’anno accademico, cerimonia che culminerà col conferimento del dottorato honoris causa al presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi.

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Il rettore mette a confronto le scelte della politica italiana rispetto a quelle messe in campo nell’ultimo decennio in Germania. Dal 2008, il sistema universitario italiano ha subito un decurtamento di risorse del 17% contro una crescita del finanziamento del 36% deciso all’ombra del Governo di Berlino.


“È un vero problema per il nostro Paese”, spiega in maniera netta mostrando alcuni grafici che evidenziano il confronto fra le due realtà. Un contesto che causa una fuoriuscita soprattutto verso la Germania dei laureati italiani: “La migrazione non deve stupire- sottolinea-. I grafici raccontano la differenza fra la politica italiana e quella tedesca”. Malgrado ciò, il Sant’Anna ha mostrato una grande capacità di tenuta: “Siamo riusciti a minimizzare i danni e ad aumentare le risorse del 12%”.

E anche ad espandere di un terzo le posizioni accademiche nell’ultimo decennio, tenendo quasi il passo della Germania (+40%) e in netta controtendenza rispetto alla media italiana (-16%). Maggiori reclutamenti che non hanno sacrificato la missione accademica di fondo, ma resta l’amarezza per il quadro complessivo che vive il Paese dal punto di vista universitario: “Il sottofinanziamento inevitabilmente ha portato a una riduzione del 10% degli studenti- chiarisce il rettore-. Il nostro Paese è già conosciuto per avere pochi laureati, ne ha sempre meno e questo trend deve preoccupare”.

Tutto ciò ha un corollario, la diffusione di teorie antiscientifiche sulle scie chimiche e sui vaccini: “È una cosa davvero preoccupante per la nostra società”.

L’altra fonte di apprensione, per Perata, riguarda la scarsa innovazione in Italia, che viene considerata a livello globale “un innovatore moderato. Non ci possiamo permettere di essere innovatori moderati- ammonisce-, dobbiamo essere forti innovatori perché non possiamo puntare sul costo del lavoro per competere nel mondo”. L’Italia, “deve puntare all’economia della conoscenza sempre più basata sull’utilizzo della tecnologia”. Un altro punto critico viene individuato nella “burocrazia soffocante che rende la vita difficile alle imprese e alle università”.

Tuttavia, il Sant’Anna guarda in prospettiva con fiducia. La federazione con la Normale di Pisa e lo Iuss di Pavia ha già portato a delle sinergie significative. Ma non basta.

“In questi giorni- fa sapere i rettore- stiamo discutendo l’istituzione di un centro di studio per i cambiamenti climatici, con una particolare attenzione rivolta a quei comportamenti che possiamo mettere in atto per contrastare i cambiamenti in atto che riguardano il clima, anche questo centro vedrà la collaborazione delle tre istituzioni federate”.

Si tratta di una “tematica che l’Italia non può trascurare”. Guardando al futuro in senso più ampio Perata sostiene: “Dobbiamo guardare all’anno e al decennio che si sta per aprire positivamente- chiosa- Credo che sia possibile per le università realizzare anche l’impossibile, naturalmente auspicando che la cittadinanza capisca di più l’importanza della formazione e della ricerca e che questo induca anche la politica a destinare maggiori risorse al sistema universitario nel nostro Paese”.

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