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Preso in Spagna il killer Igor “il russo”, catturato dopo sparatoria con 3 morti

E' successo a Teruel, in Andorra. Tra le vittime ci sono due militari della Guardia civil

Pubblicato:15-12-2017 10:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:59

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BOLOGNA – Preso in Spagna Igor “il russo” (che in realtà è serbo). Norbert Feher, il killer di Budrio (in provincia di Bologna) latitante da mesi, è stato arrestato, fanno sapere i Carabinieri, dopo una sparatoria in cui sono morte tre persone tra cui due militari della Guardia civil. E’ accaduto nella zona di El Ventorrillo, compresa tra le città di Terruel in Andorra ed Albacete del Arzobispo.

La Procura di Bologna, coordinando i Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva già da tempo avviato mirate attività di indagine tramite rogatoria in Spagna, avendo avuto riscontro a seguito delle indagini svolte della presenza del latitante.

In questa prospettiva, oltre a specifiche attività in Serbia, Austria e Francia (grazie alla fruttuosa collaborazione ed alla grande disponibilità degli organi competenti) si erano svolti numerosi incontri di coordinamento con le autorità di polizia spagnole, sin dall’estate, anche con trasferte ed attività tecniche e dinamiche direttamente svolte sul territorio spagnolo, di concerto con gli organi di polizia spagnoli. Tali attività sono state peraltro agevolate dalle attività di coordinamento di Eurojust e di supporto della Dcsa.


DEL SETTE: MAI MOLLATO, ARRESTATO IN ZONA DA NOI INDICATA

L’arresto di Igor il russo e’ avvenuto “in un’area che noi avevamo indicato”. Così il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, a margine della presentazione del calendario Cites, commenta l’arresto in Spagna del pericoloso criminale. “In realtà stiamo aspettando l’ultima conferma per capire che si tratti effettivamente di lui- precisa Del Sette- anche se riteniamo che quasi certamente lo sia. E’ stato arrestato dopo un drammatico conflitto a fuoco e dopo una caccia in tutta l’area”.

Con il Ros e i due comandi provinciali, prosegue, “eravamo in Spagna, ma anche in Austria e Serbia. Non abbiamo mai mollato un giorno la ricerca di questo pericolosissimo individuo, gli ultimi sviluppi- conclude il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri- hanno dimostrato quanto sia effettivamente pericoloso e che grosso peccato sia stato metterlo in libertà nel 2015 quando ancora doveva scontare degli anni di galera”.

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