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Ucraina, la testimonianza da Leopoli: “Notte al freddo, senza acqua né luce”

Il salesiano Mikhajlo Tchaban parla alla Dire dopo i bombardamenti sulla città e le notizie delle esplosioni in Polonia

Pubblicato:15-11-2022 23:23
Ultimo aggiornamento:15-11-2022 23:28

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ROMA – Al freddo, senza acqua né corrente elettrica, ma con la speranza che “presto o tardi la guerra finirà”: è la notte di Leopoli nella testimonianza condivisa con l’agenzia Dire da padre Mikhajlo Tchaban, salesiano originario della città ucraina a circa 50 chilometri dal confine con la Polonia. La conversazione si tiene al termine di una giornata segnata da bombardamenti sia nella capitale Kiev che in altri centri urbani.

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A Leopoli il sindaco Andriy Sadovy ha chiesto agli abitanti di restare nei rifugi a seguito di “esplosioni”. A far salire la tensione in serata le notizie riguardanti almeno una deflagrazione in territorio polacco, presso la località di Przewodow, a pochi chilometri dalla frontiera con l’Ucraina. “Cosa ci si poteva aspettare“, il commento di padre Tchaban, in riferimento all’offensiva russa avviata a febbraio e ai raid che continuano ormai da nove mesi.


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Questa notte sarà senza luce, senz’acqua e senza riscaldamento ma noi non ci abbattiamo“, continua il salesiano. “Domani proveremo a riaggiustare quello che è stato danneggiato dai bombardamenti e andremo avanti, perché siamo convinti che alla fine questa follia finirà“. Nessun commento sulle dinamiche di quanto accaduto nel villaggio polacco di Przewodow ma la certezza che questi giorni di preoccupazione passeranno. “Gli ucraini”, dice padre Tchaban, “sono un popolo forte”.

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