
ROMA – L’ultima polemica, in ordine di tempo, riguarda i tifosi ‘stipendiati’ dagli organizzatori dei Mondiali che presto prenderanno il via in Qatar. Quest’ultimi, infatti, avrebbero garantito biglietti aerei, alberghi per almeno 2 settimane, oltre ad una indennità, a ‘tifosi’, o presunti tali, pronti a farsi sentire e vedere in video, social o tv, a portare avanti attività social che li trasformi in veri e propri tifosi influencer.
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I VIDEO CON I TIFOSI ‘LOCALI’
Sui social, soprattutto su TikTok, impazzano video di tifosi che indossano le maglie di diverse nazionali, dar vita a cortei festanti, con tanto di cori, bandiere e sciarpe. Il canale TikTok Qatari Living, oltre 415mila follower, sta postando da giorni dei video con tifosi che indossano, in ogni video, maglie di nazionali come Inghilterra, Camerun, Ghana, Portogallo, Argentina, Brasile. Video, per gran parte, pubblicati lo stesso giorno, che riprendono però tifosi presumibilmente del posto. Come sottolineato anche da chi ha voluto commentarli: “Vengono da Lisbona, provincia di Dubai“, ironizza un follower sotto il video dei presunti portoghesi. Un altro commento apparso sotto il video degli argentini rende l’idea: “Sono gli stessi ragazzi dell’India che avevano la maglia del Brasile”. Mentre c’è chi ha voluto sottolineare le musiche suonate dai tifosi: “Classiche sonorità britanniche”, scrive divertita una follower, sulle note di musiche decisamente locali suonate dai tamburi dei tifosi. Soltanto in un video sembra trovare approvazione da parte di chi lo segue: “Finalmente dei veri tifosi”, a commento del video dei fan del Ghana.
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I DIRITTI UMANI
Ma, come detto, questa è soltanto l’ultima polemica in ordine di tempo venuta fuori a proposito del Mondiale che sta per partire in Qatar. Su tutti, ovviamente, spicca la questione diritti umani. Di tifoserie che stanno lanciando appelli a boicottare i Mondiali o che, comunque, stanno puntando il dito contro l’Emirato, se ne sta perdendo il conto. Domenica è toccato ai tifosi della Roma esporre, in Curva Sud, uno striscione contro i Mondiali: “Migliaia di lavoratori morti, devastazione ambientale, Qatar 22 vergogna mondiale“. Decisamente attivi dal punto di vista delle proteste, le tifoserie nordeuropee, su tutte quelle norvegesi.

Mentre a Roma i tifosi giallorossi mettevano in curva la loro protesta, i norvegesi del Rosenborg facevano lo stesso durante la partita di campionato contro il Sarpsborg con una scenografia impattante: su sfondo nero, a ricordare lavoratori morti durante i lavori della costruzione degli stadi e poi una serie di lapidi ‘dedicate’ a fair play, diritti umani, Fifa e via discorrendo. Sul tema dei diritti umani violati in Qatar è intervenuto anche il Tromsoe, club di A norvegese, il primo a sbilanciarsi. In una nota, infatti, si chiede “quante violazioni dei diritti umani ci vorranno prima che la comunità calcistica si unisca per chiedere una migliore protezione per i lavoratori migranti?”.
IN CAMPO ANCHE VOCI DI PERSONAGGI FAMOSI
Non solo tifosi, non solo curve. Perché a denunciare la situazione qatariota in vista dei Mondiali, ci hanno pensato anche personaggi di spicco, del calcio e non solo. Uno dei primi a dire ‘no’ a questi Mondiali è stato Eric Cantona, il leggendario calciatore francese, bandiera del Manchester United. Da mesi, ormai, l’eccentrico e mai banale Cantona ha messo le cose in chiaro con una lettera aperta pubblicata sui social, scrivendo di una Coppa del Mondo che “non ha senso” e che ha definito “un’aberrazione”, ma anche “un orrore umano, con migliaia di morti per costruire questi stadi. E per che cosa?”. Per questo non guarderà le partite del Mondiale: “Nella vita dobbiamo prendere delle decisioni, anche se ci costa”.
In Italia anche Fiorello ha detto la sua. Lo showman, durante ‘Aspettando Viva Rai2!’, ha parlato di uno Stato dove i diritti umani “li calpestano ogni giorno. Avete sentito cosa hanno detto degli omosessuali?“.
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